Premessa.
Il nome della protagonista di questa OneShot è Sara, ma non è intesa come la ex fidanzata di Nicolò.
Ovviamente, come ho già detto nel capitolo "Introduzione e richieste" potete immaginare il nome e l'aspetto della protagonista come meglio credete.***
La libertà spaventa più di una prigione
e tutti cercano qualcuno per cui liberarsi.
L'odio uccide, forse è vero come dicono,
ma so che è da un veleno che nasce un antidoto.
Vieni con me, la strada giusta la troviamo
solo quando ci perdiamo e restiamo da soli,
perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori,
anche a Chernobyl ora crescono i fiori.Questo infortunio mi ha già stancato, voglio tornare a giocare, già normalmente fa tutto così schifo da quando ho perso lei.
Lei.
L'unica persona per cui valeva la pena fare tutto.
L'unica che c'è sempre stata e mi ha sempre capita.
Ma io? Io l'ho trattata superficialmente, ero convinto che sarebbe rimasta nonostante i miei comportamenti da stronzo.
Come mi è venuto in mente?«Terra chiama Nicolò!»
«Cosa vuoi Lorè? Oggi non me va»
«Nico, stai così da due settimane, io lo so che ti manca ma la vita va avanti»Mi alzo di scatto imprecando per il dolore alla gamba, per un attimo ho dimenticato di essere infortunato.
«Tu non capisci, hai una moglie, due bambini, non sei un coglione come me, è facile parlare»
«Ma ce l'hai voluto tu, te l'ho sempre detto che si sarebbe stancata del tuo comportamento, non hai mai voluto ascoltarmi»
«Grazie Lorenzo, non mi serve l'ennesima predica della settimana»Portami in alto come gli aeroplani
saltiamo insieme, vieni con me
anche se ci hanno spezzato le ali
cammineremo sopra queste nuvole,
passeranno questi temporali,
anche se sarà difficile
sarà un giorno migliore domani.Le mie ali ora sono davvero spezzate.
Senza di lei fa tutto così schifo, e sono solo le prime due settimane, figuriamoci più avanti.
Passeranno mai questi temporali?
Sarà mai un giorno migliore domani?
Tante domande, poche risposte.«Ah, comunque sta venendo qui a salutarci» afferma Lorenzo sedendosi di fianco a me.
«Come a salutarci?» chiedo inarcando un sopracciglio, non capendoci assolutamente nulla.
«Parte, va a lavorare a Torino»
Non può averlo detto sul serio.
Sara non può andare via, io ho bisogno di lei.
Non è più mia, lo so. Ma non può lasciarmi qui da solo, cazzo.Sospiro passandomi una mano tra i capelli e evitando lo sguardo di Lorenzo, sto piangendo e non mi va che mi veda.
Non ho mai pianto per nessuno, ho sempre pensato che gli altri in confronto a me fossero minori, semplicemente perché pensavo solo al mio bene.Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso,
posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso,
è un armatura cresciuta col tempo.
Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi,
perché attraverso loro puoi guardarmi dentroc
sentire cosa provo, capire cosa sento,
non conta la destinazione, ma il tragitto,
il peggiore dei finali non cancella mai un inizio.Pensavo solo al mio bene, senza rendermi conto che così facendo, facevo del male alle persone che mi stavano accanto.
E così ho perso Sara, per il mio egoismo, per il mio credermi troppo superiore, per il mio carattere di merda.
Grazie a lei ho imparato tante cose, ma le ho capite troppo tardi, ed ora mi ritrovo qui, ad aspettarla per l'ultimo saluto, che neanche mi darà.
Verrà solo per Lorenzo e per gli altri, ma in fondo cosa pretendo? Che mi saluti? Devo smetterla di essere così coglione.
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One shot. / Calciatori.
FanfictionTrovate tutto nel capitolo "Introduzione e richieste" RICHIESTE APERTE.