dei personaggi secondari

3 0 0
                                    

stavo scrivendo già un'altra storia, ma non sono adatta ad inventarmi qualcosa di felice.
preferisco rimanere nella triste realtà, che a volte può sembrare anche felice.

per esempio, ascoltando "Avrei voluto dirti" di ariete, mi ricordo l'estate.
l'estate in quelle stradine bollenti, che nel giro di qualche ora si trasformavano in vie buie.
io e lui, mano nella mano. camminavamo: io lo guardavo, lui guardava avanti.
e tra uno sguardo e un pensiero poi, scattava sempre un bacio.
e poi oltre a lui tutti gli altri.
uno altro, l'altro meno. uno simpatico, ma non con me. poi c'era di non mi degnava nemmeno di uno sguardo, e che poi erano gli stessi che perseguitavo.
odio essere ignorata, per questo a volte divento estremamente estroversa e irritante. però questi sono solo i difetti. allo stesso posso essere super affettuosa giuro. quando tutti pensano che io cerchi di far ridere, è solo per attirare l'attenzione. agli occhi di molti sembro una pazza, ma poi chi lo capisce, si dispiace per me. si in effetti nemmeno io dovrei esserne felice. se sono cosi è solo perchè ho paura di rimanere sola. ho paura di cosa pensa la gente, ho paura di non essere abbastanza. si ho paura, ma sono anche felice, perche ho trovato un modo per non pensarci, e forse per stare meglio, anche se sotto sotto lo so: non sto meglio. io la maschero con la parola "felicità" perché non so come altro chiamarla. forse è più una felicità provvisoria.
appena arrivo a casa, non ho più una motivazione per essere felice.
nessun sorriso, nessun sentimento.
solitudine, ecco cosa.
eppure sono certa che loro mi vogliano un po' di bene, ma sono certa soprattutto di lui. e sono  certa che lui mi ami, giuro. so che sarà il padre dei miei figli, e so che sarà lui a rendermi felice di volta in volta.
ecco la mia felicità: il futuro.
beh, magari andrà peggio, ma in ogni caso domani magari sarà meglio di ieri.
se a scuola qualcuno mi sorride, io sto bene.
se un prof mi dice "brava", io sto bene.
se mi viene un esercizio di pattinaggio, io sto bene.

ma poi quando arrivo a casa mi sento un fallimento. sento che quelle parole non esistono realmente. sento che qualcuno sia stato più bravo di me. qualcuno è di più. e poi arriviamo ad un mio complesso: essere la migliore.
no, non sono la classica ragazza che ha bisogno di essere la popolare, ma semplicemente ho bisogno di essere la migliore per soddisfare gli altri, e per renderli fieri di me.
un esempio è quando i professori si ricordano il mio nome. mi rende speciale, anche se sono una semplice studentessa, come tutte le altre.

anche se il fatto "siamo tutti uguali" non mi è mai andato giù.
non credo di essere uguale a nessuno io.
a volte mi perdo nei pensieri, come adesso.
mi immagino dei cubi neri, soffici, sulla quale sono sdraiata. mi immagino un infinito, bianco, ma proprio bianco. non è un infinito vuoto, qualcosa c'è, ma non so che cosa.
nei miei pensieri non mi sento sola, mi sento me stessa.
che poi ogni tanto stare da soli fa bene, credo io.
quando sono sola non ho paura di piangere. odio dover spiegare sempre il mio perché.
qualcuno potrebbe trovarlo stupido, e altri mi darebbero la certezza che è davvero un dramma.

in 569 parole ho riassunto brevemente una canzone.
per non parlare di "Forever Ago" di Sirens.

quella sera, in chiamata con mia madre.
lui e suoi amici, quelli che mi ignoravano (e che forse lo fanno ancora ora), intanto che si divertivano, mi sentivano singhozzare qua e là.
mi spostavo ad ogni pausa della litigata con mia mamma.
perché? e chi se li ricorda.
so però che ricorderò per sempre un dei tanti che mi chiese "che hai?" e silenziosamente risposi nulla. avevo pianto, ma non avevo nulla.
mia mamma le chiamava lamentele, oppure com'era quella parola...ah si, "scuse per star male". le rigirava sempre cosi tanto, che alla parte del torto c'ero io: sua figlia.
cosi tanto da darmi dell'egoista,  della menefreghista, e della stronza.

e poi partiva sempre un'altra canzone, "jealousy, jealousy", che mi ricorda quando la sera, dopo essere usciti, andavamo a casa, solo io e lui.
guardavamo le nostre ombre, che si avvicinavano alla luce e pian piano, diventavano parte di noi.

beh certo, a volte ero triste anche quando ero con loro.
beh, c'è da dire che farmi accettare è stato complicato. a volte venivo esclusa, e di conseguenza anche il mio lui.
quella sera, la serata delle "alghe marimo": una delle mie cazzate.
quella sera nessuno mi sopportava più, veramente.
e il mio lui poi sussurrò qualcosa del tipo "te lo avevo detto" indirizzato al mio modo di fare. ero invadente, noiosa e urlavo troppo.

ma poi piano piano ho accumulato tanti bei momenti tutti insieme, come la serata degli europei. ci siamo divertiti un mondo.

e fa ridere come ci siamo spostati da un estremo all'altro: uno dei tanti si è innamorato di me.
in quel periodo erano tutti in vacanza, e con quel lui abbiamo passato del tempo in più, come per esempio a Mirabilandia.
questo ragazzo non è mai stato uno che mi ignorava, ma seguiva più la massa. se stavo sulle palle a tutti, stavo sulle palle anche a lui, e via cosi.
quando le acque si sono calmate siamo diventati, """amici""" per modo di dire.
sottolineo che sono una persona alla quale basta una briciola per regalarti molto di più.
probabilmente entrando troppo in confidenza con lui, ho scatenato ciò che volevo non accadesse. si era innamorato di me, e a convincermi di questa cosa è stato il mio lui. poi ho aperto anche io un po' gli occhi, e l'ho capito da sola.

insomma, capita, vero?

che bella l'estate, ero cosi sicura di me, anche quando non sarei dovuta esserlo.
letteralmente, esteticamente sto cambiando molto frequentemente. ogni giorno mi sembra di essere diversa, e indubbiamente "carina".
e mi soffermo sul carina, perche da quando ho cominciato la nuova scuola tutte le mie insicurezze si sono riprodotte, dando anche spazio all'invidia, la gelosia, e alla tristezza.

che palle.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Oct 21, 2021 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

perché devo tenermi tutto dentro?Where stories live. Discover now