LA PASTICCERIA

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CAPITOLO 1

Come ogni giorno, parto per andare a prendermi un cappuccino con un bel cornetto o un, qualsiasi, altro dolce interessante che potrò trovare una volta arrivato lì. La pasticceria dispone di posti a sedere con sedie e tavolini eleganti...chic, diciamo. A me, personalmente, piace, perché sono un ragazzo molto, come dire, elegante(?) però posso essere anche molto cafone, rozzo. Quindi, si stava facendo tardi, erano le 16.30, prendo l'auto e vado in pasticceria; non appena arrivo, all'entrata, mi scappa un sorriso - a quattromila denti, non 32 (ma quanti sono i denti?!) - di potermi godere del tempo libero per me. Vado dritto al bancone, dove lì trovo la cameriera e inizio ad ordinare un bel cappuccino con una fetta di torta Sacher; si vado pazzo per la Sacher. Dopo aver ordinato mi vado a sedere ed era ancora vuoto il locale, forse c'erano, compreso me, sei persone ma questo va benissimo, troppa confusione a me non piace per nulla, tra l'altro vado lì anche per disegnare!

Dal momento che mi sono seduto ho iniziato a tirar fuori il mio blocchetto di disegno per matite acquerellabili ed iniziò a disegnare qualcosa, e cioè PISOLO AHAHAHAH. Non capisco come mai PISOLO, sarà forse dal fatto che ero ispirato? Si, si, sicuramente ispirato. 

A me piace disegnare. Inizio a fare uno schizzo, le linee guida del mio disegno dove poi andrò a lavorarlo con le matite acquerellabili della GIOTTO che mi sono stati regalati. Nel frattempo la cameriera arriva con un grande sorriso e felice di servirmi, anche se non ci conoscevamo; inizia ad appoggiare tutto sul mio tavolo e lei mi guardò del tutto incuriosita da quello che stavo facendo ma non mi ha chiesto nulla, ha semplicemente lasciato il mio ordine e se ne andò. Io ho continuato a disegnare però non l'ho colorato solo per il semplice fatto di non sporcare tutto il tavolo e creare un macello lì, al locale. Erano ormai le sei del pomeriggio, dovevo tornare a casa, però ho deciso! Ho deciso di rimanere per un altro dolcino ed una cioccolata calda, dato che era quasi inverno; così, di fatto, mi sono alzato e sono andato a fare un secondo ordine con una bella cioccolata calda ed un dolcino mignon, semplice semplice. Alle mie spalle sentii come si chiama quello che si appendere poco più avanti la porta e che quando la aprì la porta, appoggiandosi, iniziano a suonare? Hai capito quale? Ah ecco! Si proprio quel coso lì! Non ricordavo come si chiamasse, grazie mille! Allora, appena lo sentii, mi venne spontaneo girarmi e guardare chi fosse entrato. Mi giri ed un ragazzo, E CHE RAGAZZO. Ho fatto uno scatto di, come a dire, sorpreso dalla bellezza; rimasi lì per qualche secondo mentre la cameriera parlava ma io non ho capito per nulla cosa mi avesse detto dopo averle dato il secondo ordine. Ed ho iniziato a dire "si, certo" tanto per dire qualcosa e non rimanere lì impalato; ma sono sicuro che lei avesse capito che mi ero un attimo immobilizzato a guardare il tipo entrato. Nel dubbio vado al mio tavolo e nel frattempo pensavo a quanto cavolo fosse bello quel ragazzo. Rivivevo la sua entrata nella pasticceria in loop ripetitivo e dicevo, pensavo, dentro me "ma da dove ne è uscito questo tipo ora? ".

Era vestito con dei jeans normali, semplici, chiari, con scarpette nella Nike, Air Force, e un maglione azzurro con sopra un cappotto Nero. Era vestito davvero bene, mizzica! E che ve lo dico a fare! In tutto ciò il tizio va ad ordinare anche lui al bancone e dopodiché va alla ricerca di un tavolo libero, perché ormai a quell'ora il locale stava già quasi fon i tavolini tutti presi, di già. E allora trova un tavolino di fronte al mio e và a sedersi proprio lì. Sono contento e felice perché, giustamente, un tizio bello ad averlo di fronte e "assaporare" con gli occhi per un po' non fa mica male, eh! È sempre un piacere!

Io continuo a finire il mio disegno, seno, mi provo dopo quello che sta per accadere MA dato che mi ero stancato più dopo due ore, di segnare, ho dovuto comunque continuare perché non potevo mica sempre fissare il tipo altrimenti se ne accorgerebbe e farei delle figure, assurde. Nel frattempo lui si toglie il cappotto, si siede e si sfrega le mani, un gesto comune, credo in tutte le persone quando ci si sente un po' imbarazzati, no? Lui, durante questo, gesto guarda fuori dalla vetrata dove c'era la strada di passaggio dell'auto che collegava ai vari paesi dei dintorni e alla provinciale e, rimane così per qualche secondo, però è come se fissare il vuoto, era come se avesse qualche pensiero; lo vedevo tranquillo alla fine, nulla di che, per quel che potevo vedere. Alla fine ritorno per l'ennesima volta a continuare il disegno di Pisolo e a rifare quelle maledette linee che sbaglio sempre; allora cosa ho fatto, ho preso tutti i materiali e lì ho rimessi nello zaino. La cameriera mi porta anche la mia cioccolata calda con il mignon e nel frattempo ha portato la comanda del ragazzo. Appena arrivata al tavolo io la ringrazio e ad un certo punto mi sono sentito proprio osservato... Era il tipo di fronte che guardava noi e che sicuramente guardava anche la sua comanda nella stessa guandiera; ci siamo anche incrociati un mezzo guardo ma era del tutto innocente. Dopo la cameriera di sposta al suo tavolo e lascia ciò che ha ordinato. Io per non far capire che li stavo osservando ho cambiato subito lo sguardo sulla cioccolata e poi verso l'esterno, però ho visto che tra di loro, lui è la cameriera c'è un qualcosa, come se si conoscessero già, anche perché ridevano tra di loro; allora la mia curiosità è salita alle stelle. La cameriera è andata via ma il ragazzo mi ha dato uno sguardo di qualche secondo per poi distoglierlo con un quasi cenno di sorriso. Magari, forse, HA CAPITO. Si ma cosa ha capito? Forse che gli sto dicendo che è un ragazzo stupendo? Imbarazzato guardo tutt'altro che lui per i prossimi dieci minuti. Ma io nel frattempo avevo finito tutto del secondo ordine e dovevo quasi andar via però mi sarebbe dispiaciuto non poterlo vedere più e magari non incontrarlo più lì. Però, se è destino sicuramente ci beccheremo di nuovo qui, giusto? Quindi decisi di andar via anche perché dovevo fare i servizi a casa. Allora mi metto il giubbotto e vado alla cassa per pagare e, lui, si accorse che stavo andando via e allora inizia a sistemarsi e mettersi in posizione dritta sulla sedia con i gomiti sul tavolo e le mani sotto al mento guardando il vuoto sul suo tavolo. Mentre cammino verso la cassa lui cerca di far finta di non guardarmi ma lo vedevo che, lui, con la coda dell'occhio cercava di guardare i miei passi. Ero arrivato in cassa e pago tutto ciò che ho preso, non appena pago e prende resto e scontrino, io, saluto la cameriera e la ringrazio; nel mentre vado per girarmi all'indietro, mi ritrovo il ragazzo dietro di me perché doveva pagare a allora mi sono un attimo bloccato subito perché mi ci stavo fiondando su di lui dato che era molto vicino a me; allora io gli chiedi scusa, imbarazzante la situazione e, andai verso la sua sinistra per poterlo superare. Lui mi disse "tranquillo" con annesso un cenno di sorriso; a quel punto ricambiai anch’io con un sorriso quasi imbarazzato. Esco dalla porta della pasticceria e, dopo aver chiuso la porta, mi fermo un attimo e tiro un sospiro:

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 22, 2021 ⏰

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