Capitolo 1 - Kit

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Il diavolo, quando non può adoperare la violenza per venire a' suoi fini, adopera l'astuzia, e volentieri usa i modi legali, se dai modi legali si promette guadagno. Dove non gli è dato rubare, patteggia e traffica; compra, a più o meno caro prezzo, quanto non gli sarebbe donato;

- Arturo Graf, saggio Il Diavolo -

KIT
Nuovo Stato del Colorado, Febbraio 1885

All'ingresso del Saloon avrebbe dovuto esserci un inserviente a cui lasciare il cinturone con la pistola, ma da quelle parti era più saggio lasciare che la gente si tenesse la sua arma, anziché la usasse per esprimere il proprio dissenso a quel temporaneo sequestro.

La legge era un'entità rarefatta da quelle parti.

Anche bere whiskey era illegale, ma ciò non impediva agli avventori di quella bettola di tracannarne in gran quantità. 

Pistoleri di professione, cercatori d'oro e d'argento, ladri di bestiame, minatori e operai ferroviari, dissipavano il loro denaro in alcool e donne, accarezzando l'illusione che la fortuna si sarebbe avvicinata a baciarli, incurante del fetore di sudore che emanavano. 

La peggiore marmaglia del west la si poteva trovare in posti del genere e per questa ragione Kit ne era diventato un assiduo frequentatore. 

Era un uomo senza più nulla da perdere, che corteggiava la Morte con la costanza d'un innamorato tormentato.

Disidratazione, coyote e serpenti non ce l'avevano fatta a condurlo al trapasso, neppure i colpi d'arma da fuoco di un paio di giocatori che l'avevano colto a barare. Ma ciò non gli impediva di proseguire nella sua ricerca di pace, lusingando il colpo di pistola che avrebbe messo fine alla sua vita. 

Lì dentro c'era gente disposta a piantarti una pallottola in testa per molto meno di una bottiglia di whiskey.

Forse stasera sarà la sera giusta. Ipotizzò con una grave speranza, passando in rassegna le bocche sdentate e le mani callose degli uomini che sedevano al suo tavolo.

Ma me lo dico sempre.

Immaginò la sua tomba nella sabbia arsa dal sole. Non era una semplice croce di legno conficcata nel suolo, aveva tanto di targa in pietra con scolpito sopra: Christopher Sandstorm.

Un nome che non gli apparteneva più.

Ora era solo 'Kit', un uomo perduto, corroso da un odio viscerale, da un torto che non poteva essere vendicato. Il fantasma di una storia con un pessimo finale.

Beveva da molto tempo ormai. Ogni sera. Seduto a un tavolo dei peggiori Saloon che riusciva a scovare, impugnando un mazzo di carte e con una prostituta seduta sulle ginocchia.

Vincere al gioco era la sua unica fonte di guadagno. Serviva a pagare i vizi che gli avvelenavano il corpo.

Barava per vincere e non gli importava se, un bicchiere dopo l'altro, la sua mente diventava sempre meno lucida e la mano meno abile a compiere rapidi sotterfugi con le carte.

Era come giocare alla Roulette russa, prima o poi uno dei pistoleri bifolchi si sarebbe accorto che era un baro e gli avrebbe piantato una pallottola in testa.

Contratto Infernale: Paranormal Romance Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora