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Le bollicine erano bellissime, si scontravano fra loro e scoppiavano,vagavano nell'acqua, sembravano perse, come i miei occhi nel fissarle. La loro vita era breve ma nascevano altre bollicine, che salivano in superfice e scoppiavano.

-:"Grace, quella bottiglietta ti attira più della mia romanzina? vuoi ascoltarmi una buona volta?"-

ripetè Allyson.

Quella donna era insopportabile, ma non mia mamma; lei era morta, era nel bel mezzo di una sparatoria, tra cui il suo ex, mio padre, ne faceva parte.

una vita abbastanza movimentata la mia, non mi lamento, amo le cose movimentate, quelle d'azione.

-:"Allyson, sei noiosa; non farò più quello che ho fatto"-

Mi sollevai dalla tavola, e camminai con passi lenti e silenziosi verso la rampa di scale, poggiai il palmo della mano sinistra sul passamano, e abbassai lo sguardo; ricevetti come risposta un 'fai come ti pare'.

la lenta risata uscì dalle mie labbra senza farmi problemi; dovevo andare a trovare papá in carcere, siamo in Italia e la pena di morte non esiste, per ora. Entrai nel bagno, e sfilai i vestiti fino a restare in intimo; fingevo sempre di fare la finta modella e la cantante, facevo mosse strambe e passi di danza mai esistiti; mi ritenevo pazza, ma posso essere anche serie e fredda quando voglio, mi ritenevo anche una bambina, i miei comportamenti a volte sono al quanto senza senso.
Risi da sola e poi slacciai il reggiseno nero, lasciando i capi a terra, seguiti dalle mutandine; entrai nel box doccia e misi la tendina prima di far scorrere l'acqua calda sul mio corpo freddo.

Quella maledetta doccia mi faceva pensare a tutto; ad esempio all'incontro con quel strano ragazzo al carcere..

- camminai lungo i corridoi, era orrbile quel posto, freddo e gli sguardi degli uomini e ragazzi, agghiaccianti mi fecero rabbrividire; ammetto di avere paura, non era una cosa di tutti i giorni, quindi dovevo abituarmi.

Continuavo a fissarmi intorno fin quando sbattei contro qualcosa di possente; mugulai qualcosa mentre portai lo sguardo, assottigliato per mettere a fuoco quel che stava accandendo, era una figura maschile. Quel che era duro, erano i suoi pettorali, man mano sollevai lo sguardo fino a fermarmi sul suo volto; aveva dei lineamenti perfetti, la sua mascella era rilassata ma ben definita anche grazie a quelle luci deboli che creavano delle ombre sul suo viso; le labbra avevano una bellissima forma, non troppo grandi, lucide e umide, serrate; occhi marroni, o almeno sembravano scuri e i capelli biondo scuro scompigliati.

-:"mi farai passare, dolcezza?"-

Quel mormorio mi fece ritornare alla realtá; annuii solamente e mi spostai, mentre lui mi sorpassò insime ai poliziotti che lo tenevano ammanettato.

Sembrava innocente, un viso così limpido dava l'impressione di una ragazzo calmo e dolce; ma come si dice, l'apparenza inganna. -

Sospirai tenendo la tovaglia intorno al corpo, camminai sul corridoio e mi bloccai; avevo superato la mia camera, i pensieri mi fanno cattivi effetti.

è solo un prologo, scriverò molto di più la prossima volta!

imprisoned in my heart.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora