«Svegliati ritardata..»mi disse la guardia del collegio per ragazzi orfani, buttandomi una secchiata d'acqua addosso.
«Sono sveglia.»borbottai.
Lei mi tirò uno schiaffo che mi fece girare la testa dall'altra parte.
«Modera il tono ragazzina.»disse per poi andarsene sbattendo la porta.
«Fottiti.»dissi tra me e me.
Mi alzai per poi dirigermi in bagno e iniziarmi a lavare.
Mi legai i miei lunghi capelli nero, in una treccia, mi misi un po' di mascara per evidenziare i miei adorati occhi azzurri, mi vestí con una normalissima tuta nera e uscì da quell'inferno per entrare nell'altro inferno.
Mentre camminavo mi aggiustai la mia frangia per poi accendermi una sigaretta.
«Ehi sfigata ancora non hai mollato la scuola eh?»Mi urlò spingendomi Christian.«La molleró quando la mollerai tu. Idiota.»sbraitai.
E ovviamente dopo quella risposta era ovvio che me la andai a cercare..Christian mi prese e mi tirò uno schiaffo talmente forte da farmi sanguinare l'angolo del labbro.
«Che hai detto brutta stronza?»tirandomi uno schiaffo dopo l'altro.«Prova a ripeterlo!»ormai sentivo la sua voce mischiata al rumore della mia guancia...mi scansai e me né andai dentro l'edificio. Tutti avevano visto, ma nessuno lo aveva fermato. Certo...tanto sì trattava di me..di Charlotte la sfigata. Quella che tutti odiano. Buttai la sigaretta per poi entrare in classe.
Oggi non ascoltai nessuna lezione.
Rimasi in silenzio e da sola per il resto della giornata. Beh..come al solito d'altronde.*******
Uscì da scuola e qualcuno mi prese di peso portandomi via con sè, cercai di dimenarmi ma fu tutto inutile. Mi misi a urlare ma niente..poi buio totale.
«Ma è morta? Perché diavolo non si sveglia?»chiese una voce che conoscevo.
«Beh morta o meno verrà apprezzata come sacrificio.»rispose e questa era la voce di Christian.
Sacrificio?
Di che cosa parlavano?
Mi alzai seduta toccandomi la botta botta in testa. Ero legata, sulle caviglie e sui polsi.
«Ottimo ti sei svegliata sfigata...oggi è la tua giornata.»disse Paolo.
Mi guardai intorno e tutti loro erano in cerchio, c'era Christian, Sandro, Paolo e sua sorella Miriam, Federdico, Sabrina, Giorgia e Luisa.
«Liberatemi e non dirò nulla a nessuno.»dissi.
«Non possiamo, il rituale è già iniziato.»mi disse Giorgia. «Quale rituale?»chiesi iniziando ad agitarmi.«Tranquilla è un rituale finto ovviamente ahahahah..»disse ridendo Christian.
Una goccia di sangue mi colò dalla testa per poi cadere sul terreno dove ora mi accorsi degli strani simboli. Subito dopo la foresta diventò fredda e buia e il cielo soleggiato diventò grigio...cosa stava succedendo?
«Ragazzi che succede?»chiese Miriam agitandosi.«Non lo so ma voi non lasciate il posto. Rimanete al proprio posto.»disse Christian.
Tutti si guardarono per poi fissare tutti me, o meglio dietro di me.
Chi c'era? Sentivo un grande brivido.
«Q-Quello è il nostro sacrificio..»disse Paolo indicandomi.
Silenzio.
Tutti erano pietrificati.
Io mi voltai piano piano per poi vedere un tizio davvero inquietante in piedi che si guardava intorno per poi fissare me. Distolsi subito lo sguardo.
Sabrina iniziò a correre e il tizio scomparve...
«Sabrina no!Torna indietro!»urlarono gli altri ma era troppo tardi.
Il tizio comparve di nuovo con la testa decapitata di Sabrina.
«No...il tuo sacrificio è quello!»sbraitó Luisa indicandomi.
Mi fissò un altra volta e io cercai di liberarmi e andarmene.
Poi si concentró su Luisa per poi strappargli il braccio a morsi.
Lei urlò ma subito dopo gli strappò il cuore per mangiarselo.
Tutti iniziarono a correre ma nessuno aveva via di scampo, iniziò un vero e proprio macello di carne. Riuscì a liberarmi e corsi via il più veloce possibile.
Quando mi voltai vidi lui fermo a fissarmi, aveva i suoi artigli rossi gocciolanti di sangue, occhi rossi e neria con un inquietante ghigno che mostrava i suoi denti a punta...capelli rossi e neri...senza rendermene conto uscì dalla foresta per trovarmi in mezzo la strada dove un camion stava arrivando a tutta velocità, rimasi immobile.
Mi sentì sollevare, infatti stavo fluttuando per poi essere catalputata dall'altra parte del marciapiede.
Mi guardai intorno e lui era amcora lì, per poi sparire.
Era stato lui?
Aveva usato un suo potere per salvarmi? E perché mai lo avrebbe fatto?
Tornai all'orfanotrofio e ovviamente Giselle la proprietaria mi tirò uno schiaffo dal momento che ero in ritardo per la cena.
Infatti mi fece andare in camera a digiuno come punizione.
Pensai a al gruppo di bulli che fu massacrato davanti ai miei occhi. Certo ora non dovevo più preoccuaparmi per loro, però vedere tutto quel sangue...mi aveva fatto effetto.
Uscì dal bagno indossando la mia camicia da notte nera, mi slegai i capelli per poi uscire. Sobbalzai dal momento che lo vidi seduto sul davanzale.
«Devi riportarmi nel mio mondo.»disse.
Parla?Lui parla?
«Sì parlo. Sono un demone non un oggetto.»Sgranai gli occhi. Sa leggere anche leggere nel pensiero?
«Sì so leggere nel pensiero. Anche se con te faccio più fatica. Ora però parla.»
«Non so come potrei io aiutarti.»
«Sei la mia chiave. Non ho abbastanza potere ora come ora. Perciò devi tornare nel posto in cui sono uscito e farmi tornare.»
«Per quello non mi hai ammazzato?»
«I tuoi amici evidentemente non hanno letto come funzionava il rituale. I sacrifici erano loro. La persona in mezzo è colei che fa aprire il portale.»
Quindi non lo ha fatto per pietà. Stava seguendo solo il rituale. Beh...e io che mi ero sentita speciale per un momento.
Non mi guardò perciò significava che non aveva sentito il mio pensiero.
«Se ti porto lì te ne andrai via?»
«Esatto.»
«Ok, allora mi cambio..»dissi ma con uno schiocco di dita mi trovai di nuovo nella foresta in mezzo ai cadaveri dei miei compagni.
«Non ho tempo.»
«Va bene. Allora vai.»
Mi afferrò il polso e mi tagliò facendo fuori uscire una goccia del mio sangue. Una volta che toccò terreno un enorme luce mi acceccò.
Ma aspetta...me ne stavo andando anche io?!
Aprì gli occhi e un enorme castello cupo era davanti a me.
«Perché mi hai portato con te?»
«Perché non so come ma senza di te non riesco a creare i miei portali. Perciò prima lo capisco e prima te ne puoi andare.»disse per poi andare verso il castello.
«Di chi è questo castello?»
«Questa è la mia casa.»Spazio autrice
Buon pomeriggio.
Scusate per questa lunga attesa e assenza ma è stato un periodo un po' così.
Però ora sono tornataaaa..
Buona lettura.
Spero che come primo capitolo possa piacere.
Bye.
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Listen and Obey🎭
HorrorUn giorno Charlotte, una ragazzina di 16 anni rimasta orfana e odiata da tutti, viene coinvolta in un sacrificio. I suoi compagni di scuola per gioco avevano deciso di spaventarla...peccato che però il rituale richiama un vero demone, che da vivo fu...