Kara non era abituata a svegliarsi in compagnia.
Era abituata a svegliarsi da sola. Si era svegliata da sola per la maggior parte della sua vita adulta. Quindi svegliarsi nuda e rannicchiata attorno a qualcun altro che era anche nudo , con le braccia intrecciate e la pelle morbida sotto la guancia, le coperte dimenticate ai piedi del letto e il sole del primo mattino che le splendeva caldo sulla schiena fu un'esperienza abbastanza nuova.
Vista la novità, forse poteva essere perdonata per non essersi accorta subito che qualcosa era... beh... diverso.
Borbottando contro la luce cercando di aprire gli occhi, Kara si rannicchiò più vicino, seppellendo il viso tra i lunghi capelli scuri. Il corpo sotto di lei si spostò e Kara protestò stringendo la presa; avvolgendo le braccia più saldamente intorno a una vita sottile e intrappolando la morbida curva dei fianchi arrotondati sotto la coscia.
"Altri cinque minuti," mormorò contro la pelle calda.
"Hmm..." la persona al suo fianco mormorò assonnato in risposta, dita lunghe e delicate che accarezzarono delicatamente il dorso delle mani di Kara.
Kara aprì lentamente gli occhi sorridendo prima di rendersi conto che...
"Lena!?" squittì Kara, allontanandosi dall'altra donna e tirando frettolosamente le lenzuola intrappolate sotto di loro nel tentativo di coprirsi.
"Kara?" Lena sembrava ugualmente confusa. Si mise a sedere, strofinandosi gli occhi e apparentemente indifferente alla sua nudità. "Cosa ci fai nel mio letto?"
" Io ?" chiese Kara, riuscendo finalmente a tirare le lenzuola fino al petto. "Cosa ci fai nel mio letto?"
Lena sbatté le palpebre, guardandosi intorno. "Oh." Lei si accigliò. "Questo non è il mio appartamento."
"No, è il mio..." Kara si interruppe, seguendo lo sguardo di Lena per la stanza. "Aspetta, neanche questo è il mio appartamento..."
Lena si portò le ginocchia al petto, coprendole con le braccia in un tentativo simbolico per coprirsi, anche se sembrava più infastidita che imbarazzata. "Allora di chi è?"
Una domanda valida.
Kara non aveva idea di come rispondere.
"Ehm..."
Ogni tentativo di trovare una spiegazione plausibile fu interrotto da un lungo e sonoro lamento che ruppe il silenzio dell'appartamento sconosciuto.
"Mamma!"
Kara fece una smorfia, il grido acuto tagliò bruscamente il suo super udito. Gli occhi di Lena si spalancarono, e si fissarono su Kara. Che stava succedendo? Nessuna delle due si aspettava un risveglio in uno sconosciuto letto di un appartamento sconosciuto...e soprattutto di chi era quella voce?
"Credo che cercherò di capire cosa succede..." Kara fece un gesto verso la porta quando il pianto non accennò a fermarsi, e Lena annuì.
"Vedrò se riesco a capire dove siamo", disse la bionda cercando di non fissare troppo il corpo di Lena ben poco coperto.
"Bene... si...vado.", continuò Kara, senza riuscire a mettere insieme le parole basilari mentre scivolava giù dal letto e si avvolgeva goffamente il lenzuolo intorno a sé. Immaginava che anche nel bel mezzo di quella che doveva essere una delle esperienze più strane della sua vita, Lena fosse ancora dieci volte più equilibrata di quanto potesse mai sperare di essere.
Fuori dalla stanza c'era un breve corridoio. Alla sinistra di Kara, conduceva a quello che sembrava un soggiorno e una cucina, e proprio di fronte a lei c'era un'altra porta, dietro la quale il pianto si era ridotto a piccoli singhiozzi. Non sembrava esserci nessun altro nell'appartamento, cosa che Kara confermò con una rapida scansione della sua vista a raggi X. Erano soli.
Beh, tranne che per la bambina.
Kara spinse la porta con cautela, non volendo spaventare la piccola in ulteriori crisi isteriche. Non doveva preoccuparsi. Non appena la bambino la vide smise di tirare su con il naso e si è alzatò sulle punte dei piedi, le braccia tese verso Kara oltre la sponda superiore della culla.
"Mamma!" Lei strillò, i suoi grandi occhi azzurri si illuminarono. "In braccio!"
"Oh, Rao..." sussurrò Kara. Questo era... non aveva idea di cosa fosse. Qualunque fosse la strana realtà alternativa in cui si erano svegliate, questa bambina non poteva essere... giusto? Non era possibile . Ma non c'era dubbio o esitazione in quelle manine paffute che si allungavano verso di lei, e gli occhi ... Kara conosceva quegli occhi, li aveva visti abbastanza spesso. I capelli erano diversi, però; ricci, come quelli di Kara, ma scuri. In realtà assomigliava un po' a Kal El da bambino, e c'era qualcosa di molto familiare nell'impostazione del suo mento quando spingeva in fuori il labbro inferiore in un broncio, ovviamente infastidita dal fatto che Kara fosse ancora a metà della stanza, la bambina richiamò la sua attenzione.
"Braccio!" Disse di nuovo.
Cos'altro poteva fare Kara?
La prese in braccio.
"Ehi piccola", disse, tenendo in equilibrio la bambina sul fianco con un braccio e sollevando il lenzuolo con l'altro. "Non so tu, ma io sono un po' confusa in questo momento. Ci penseremo comunque, non preoccuparti..."
Si guardò intorno nella stanza, sperando in indizi. Era chiaramente una cameretta, con la culla, la sedia a dondolo, il fasciatoio e gli scaffali abbinati pieni di giocattoli e libri. Chiunque fosse quella bambina, quella era la sua casa. Le pareti erano dipinte di bianco con un bordo azzurro polvere, e la stanza era stata decorata a tono, tutta bianca e blu con accenti d'argento. Kara con molta attenzione esaminò i dettagli. Sulla culla Kara lesse un nome che probabilmente apparteneva a quella bambina.
"Lizzy..." Kara lesse, "Bel nome, piccolina! Immagino che questa sia casa tua."
"E della sua famiglia", aggiunse Lena da dietro di lei, facendo quasi trasalire Kara facendole cadere il lenzuolo.
Kara lo afferrò velocemente, mentre la bambina, vedendo Lena, tentò di lanciarsi verso di lei, che ovviamente, era già vestita con una t-shirt nera e jeans che le stavano perfettamente.
"Hai trovato qualcosa sulla sua famiglia?" chiese Kara, cercando disperatamente di destreggiarsi tra la bambina e la bellezza disarmante di Lena. "Voglio dire...dove sono? E perché noi siamo qui?"
"Beh...guarda qui.", disse Lena, mostrando a Kara un ritratto incorniciato. "Ho trovato questo in soggiorno."
Erano... loro ? Nella foto, Lena aveva le braccia avvolte intorno a Kara e le premeva un bacio sulla guancia. Kara stava ridendo, con il naso arricciato sotto gli occhiali e con in braccio una bambina che era chiaramente Lizzy in adorabili jeans e una maglietta di Supergirl. La scritta argentata nella parte inferiore della cornice recitava. "Famiglia Luthor-Danvers - 2021"
"Oh..."
Lena inarcò un sopracciglio perfettamente curato. "Immagino che tu non abbia una spiegazione per questo?"
Kara scosse la testa. "Vorrei davvero, davvero tanto... Ecco", disse, rivolgendo la bambina che si dimenava verso Lena. "Puoi tenerla un minuto così posso vestirmi?"
Lizzy era chiaramente d'accordo.
"Mammina!" gridò, i suoi piedini che si appoggiavano al fianco di Kara nel tentativo di liberarsi. "Mamma!"
Lena sembrava... beh, se Kara avesse potuto scegliere solo una parola per descriverla in questo momento, quella parola sarebbe stata terrorizzata. Era sempre pallida, ma Kara poteva giurare che la sua pelle era di un paio di tonalità più bianca del solito.
"Non puoi semplicemente... rimetterla nella culla? O sul pavimento?"
"Lei ti vuole ", sottolineò Kara.
"Io..." Lena sospirò e sollevò leggermente le mani, guardando Lizzy come se fosse una specie di animale esotico con un temperamento ancora indeterminato. "Kara, non posso... non so niente di bambini... e se la lasciassi cadere?"
"Lena, dai ! La riprendo tra un minuto".
"Va bene, okay!" Lena fissò Kara e si fece avanti, allungando le mani verso Lizzy. Prendendola goffamente, tenne la bambina a distanza, chiaramente non mentendo sulla sua inesperienza. Lizzy, tuttavia, sembrava entusiasta, ridacchiando a Lena, fece oscillare le gambe e batté le mani.
"Volo, volo!" disse, allungandosi in un'imitazione goffa della posa di decollo di Kara.
"Io sinceramente lo spero", disse Lena con uno sguardo traverso.
"Vado a... vestirmi..." Kara indicò la camera da letto. "È lì...?"
«Il comò a destra», disse Lena. "E se so qualcosa del tuo stile, anche la metà destra dell'armadio è tua."
"Giusto..." perché condividevano la stanza. Questa era una realtà in cui lei e Lena Luthor dormivano nella stessa stanza... nello stesso letto... e apparentemente avevano una figlia.
Tornata in camera da letto, chiuse la porta dietro di sé e vi si appoggiò contro, facendo alcuni respiri profondi e regolari. Sarebbe andato tutto bene. Si sarebbe vestita e poi avrebbero capito cosa stava succedendo.
Almeno Lena aveva ragione sull'armadio.
Kara scelse una camicia con colletto e un maglione blu scuro, chiaramente nel suo stile, e aggiunse un paio di pantaloni cachi. I suoi occhiali erano sul comodino. Si infilò nel bagno della suite per lavarsi il viso e sistemarsi i capelli, tirandoli indietro nella consueta coda di cavallo con uno dei tanti elastici che aveva trovato in un cassetto. Una rapida ricerca aveva rivelato che tutti i suoi prodotti per i capelli e la pelle erano gli stessi, non che ne avesse molti. Erano molti di più quelli dalla parte di Lena.
Vestita e sentendosi molto più simile a se stessa, Kara tornò nel corridoio, ma una rapida occhiata rivelò che Lena e Lizzy non erano più nella stanza della bambina. Seguì il suono delle voci in soggiorno, dove Lizzy era seduta sul pavimento su una coperta circondata da pile di libri e giocattoli. Aveva in una mano un soffice cane di pezza bianca con un piccolo mantello rosso allacciato al collo, con il quale stava avendo una conversazione attivamente unilaterale e in gran parte incomprensibile, e un biscotto mezzo mangiato nell'altra.
Lena era solo a pochi passi in cucina, che si stava versando una seconda tazza di caffè.
"Giuro che l'ha chiesto lei.", disse sulla difensiva quando vide Kara. "Non l'ho persa di vista."
"Va tutto bene," la rassicurò Kara, allungando una mano per prendere la tazza di caffè offerta. Di solito era una persona che amava il tè, ma in tempi estremi... "La stai prendendo abbastanza bene in realtà..."
Lena si appoggiò al bancone, sorseggiando dalla sua tazza. I suoi capelli erano sciolti, sistemati dietro le orecchie, e i jeans e la maglietta erano senza dubbio l'abbigliamento più casual con cui Kara l'avesse mai vista. Sembrava diversa così, più morbida, ma più reale, meno l'amministratore delegato della L Corp, e più Lena.
"Sono assolutamente terrorizzata", ammise, "Ma non sono estranea a, diciamo, situazioni insolite . Che si tratti di uno scherzo elaborato o di qualcosa di più... stano. Sono certa di poter trovare una soluzione. Inoltre," sorrise a Kara. "Se dovessi svegliarmi sposata con qualcuno , sono contenta che quella persona sei tu."
Kara arrossì. "Ehm... sposata?" squittì.
Lena sollevò la mano che non era avvolta attorno al suo caffè. Infatti, c'erano due anelli sul suo anulare sinistro, entrambi d'argento, uno con un diamante rispettabile, e l'altro una semplice fascia. "Sembra che tu sia quella che ha proposto le nozze, dovevi essere proprio innamorata eh!", la prese in giro, poi allungò la mano per alzare la mano di Kara, dove c'era una fascia d'argento abbinata, ma nessun anello di fidanzamento.
Il rossore si intensificò e Kara si riprese la mano per coprirsi il viso.
"Non posso crederci ..." mormorò.
"Delusa?" chiese Lena, maliziosamente.
"Oh no!" Kara lasciò cadere la mano. "Voglio dire... chi potrebbe essere deluso da te... tu sei... tu. Ma io non sono... Almeno non credo... " balbettò, agitata quando Lena si limitò a ridere.
"Ti sto prendendo in giro, Kara." Fece l'occhiolino e bevve un altro sorso di caffè prima di tornare seria. "Ma seriamente, qual è il nostro prossimo passo qui? Sei quella con gli amici nei posti alti, letteralmente. Cosa facciamo?"
"Beh..." Kara si sedette sul divano, i suoi occhi cercarono inconsciamente Lizzy, che giocava contenta sul pavimento.
"Penso che dovremmo andare a parlare con mia sorella."
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La quinta dimensione
FanfictionTraduzione di una fan fiction che mi ha colpita particolarmente. Kara va a letto con Mon-El e si sveglia con Lena Luthor. Ma non è il letto di Kara, e non sono nell'appartamento di Lena. Cosa succede?