L'UOMO GIUSTO

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Camminavo per la strada in un pomeriggio di fine novembre, tremando per il freddo. Ero di fretta e reggevo il mio pumpkin spice latte coffee in mano. Fermandomi di fronte a una vetrina ammirai i miei capelli corvini raccolti in uno chignon disordinato ma stiloso. Come ho detto prima, ero di fretta, però il tempo per guardarmi i capelli ce l'avevo. Indossavo una calda sciarpa di lana di muflone rossa per proteggermi dal vento che sferzava da nord; pensai che l'inverno stesse arrivando.

Ripresi a camminare ma prontamente mi scontrai con un losco figuro che mi fece rovesciare il mio pumpkin spice latte coffee sulla mia stessa giacca comprata due giorni prima a 2000 €.

"che cazzo fai?!", gridai inferocita, guardandolo in faccia. All'improvviso tutta la mia rabbia svanì, incantata com'ero dall'angelico volto dello sconosciuto. Era alto, il giusto. Aveva i capelli biondo miele, ricci il giusto. Degli occhi azzurri giusti, che richiamano il colore del cielo (giusto). Delle labbra carnose color ciliegia il giusto, e la barba bionda lunga il giusto. Era muscoloso, ma non troppo, il giusto. Ricordava vagamente, il giusto, l'uomo vitruviano.

"scusami, è colpa mia, non guardavo dove stavo andando. Permettimi di ripagarti!"

"brutto stronzo, sarà anche colpa tua ma intanto il mio cappotto da 2000€ è da buttare! Voglio vedere se hai 2000€ da darmi al momento."

Lui, con un sorriso sornione, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il portafoglio, lo aprì e mi consegnò 2000€ in banconote da 500€ l'una, come se nulla fosse. Io li accettai volentieri, e con ultimo sguardo sospetto mi girai per andarmene. Quell'uomo mi fermò per un braccio e io caddi come corpo morto cade.

Qualche ora dopo mi svegliai sul letto di una camera sconosciuta. Il materasso era duro ma profumava di vaniglia e tabacco.

"Finalmente ti sei svegliata", impaurita mi girai di scatto verso la voce. Era lui.

"Chi sei? Cosa vuoi da me? Dove mi hai portata?"

Lui si avvicinò lentamente e si sedette sul bordo, distante il giusto.

"tranquilla, non voglio farti del male", disse con la sua voce suadente; "mi sono preoccupato vedendoti cadere e volevo accertarmi che ti sentissi bene, così ho pensato di portarti a casa mia".

Io, ancora impaurita, dissi: "grazie, ora sto meglio, posso andare", e me ne andai.

Qualche giorno dopo, mentre mi preparavo per uscire con la mia amica per la sera non trovavo la mia sciarpa rossa. Chissà dove l'avevo lasciata. Ripensandoci, realizzai con orrore che era rimasta a casa di quello psicopatico che mi aveva mezza rapita qualche giorno fa.

Entrai in un locale con la mia amica, avevo proprio voglia di bere per dimenticare la mia vita di merda. Ad un tratto scorsi nella folla un viso famigliare con al collo una sciarpa ancora più familiare.

"brutto pezzo di merda, come osa?!"

Mi diressi verso di lui incazzata.

"Questa è la mia sciarpa! Come osi indossarla?! Ridammela e smettila di seguirmi!"

"In realtà , io ero qui da prima di te, quindi al massimo sei tu che mi stai seguendo, ma a me piace pensare che sia solo una fortunata coincidenza. Ora che siamo qui, posso offrirti da bere?", disse con la sua voce sensuale.

Era bello, bello il giusto, e non si dice mai di no all'alcool gratis.

"Va bene, ma solo un drink, poi devo raggiungere la mia amica".

Qualche ora dopo, realizzai che io e Fabio, questo era il suo nome, avevamo molto in comune. Era molto simpatico. Eravamo già migliori amici, sembrava ci conoscessimo da una vita. Gli piacevano tutte le cose che piacevano a me, incredibile.

Alla fine della serata, ci accordammo per vederci il giorno seguente a casa sua.

Suonai il campanello della casa di Fabio. La porta si aprì da sola. Entrata, i miei occhi vennero accecati dal bianco della sua casa, e lo vidi infondo al corridoio d'ingresso.

"y/n, tu mi piaci molto, ma devo essere onesto, ci sono cose di me che devi sapere"

"dimmi", dissi io agitata, avendo paura che mi rivelasse fantasmi oscuri del suo passato.

"il mio nome intero è Fabio App Excel", e io capii che di fronte non avevo un uomo normale.

"Non sono solo il creatore di Excel e dell'app meteo.it , ma sono molto di più di più. Sono un dio onnisciente e onnipotente. Però rimango umile, il giusto. Posso viaggiare nel tempo. Ha per caso pensato che io assomigliassi all'uomo vitruviano? È perché il mio amico Leonardo si è basato sul mio corpo per creare la sua opera"

Rimasi a bocca aperta per lo stupore. Mi avvicinai a lui e sussurrai sulle sue labbra "Fabio App Excel, sei proprio l'uomo giusto", e lo baciai. E lì iniziò la nostra eterna storia d'amore. 

L'UOMO GIUSTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora