C’era una volta una bella bambina, con dei grandi occhi marroni con cui osservare il mondo, con dei lunghi e lisci capelli neri, neri come l’ebano, come quelli di Biancaneve, per indenterci.A 6 anni si credeva già grande, indossando le scarpe della madre, mettendosi i suoi trucchi. Sfilava per tutta casa, sorridendo, ridendo.A 8 anni era alle elementari, aveva tanti amici, già pensava a cosa avrebbe fatto da grande, avrebbe volato per cieli o sarebbe andata sulla luna.A 10 era eccitata per le scuole medie, si sentiva grande, sempre più vicina a quello che era il più grande sogno: diventare grande e fare quello che voleva.A 12 le medie non le piacevano così tanto come aveva sognato, anzi si sentiva esclusa da tutte le storie amorose che stavano nascendo, non aveva dato il suo primo bacio, non aveva nessun ragazzo ai suoi piedi, ma non si scoraggiava.A 14 piangeva ogni notte perche odiava i brufoli, la pancia sporgente, i fianchi che si arrotondavano. Tutto. Ma molto di più i suoi compagni stupidi che facevano sempre battute sul suo corpo.A 15 le superiori, pensava, le avrebbero aperto nuove strade, nuove amicizie, magari un amore. Sperava.A 16 aveva smesso di mangiare, beveva solo acqua, si nascondeva in felpe enormi, stava nell’angolo, aveva sempre quelle dannate cuffie nelle orecchie, era sempre più piena di tagli, aveva gli occhi spenti e il sorriso finto di chi stava lottando contro se stesso.Non era neanche riuscita a fare ciò che voleva per colpa dei genitori, con i quali litigava spessissimo.A 17 era stata trovata svenuta i bagno dai genitori, overdose di pastiglie, ‘aveva tentato il suicidio’ bisbigliavano tutti a scuola. Lei pensava fosse finita.A 18, bee a 18 lottava ancora contro se stessa, tra pianti trattenuti e qualche digiuno, ma qualcosa era meglio di prima. Aveva conosciuto uno come lei, un autolesionista bulimico, era raggiante quando ne parlava, i suoi occhi si illuminavano.A 20 ci era riuscita, un po’ in ritardo da i suoi insopportabili compagni, ad amare ed essere amata, ad avere la sua prima volta con chi desiderava di più, a vivere ed essere salvata da un principe azzurro, con scheletri nell’armadio o meglio cicatrici sui polsi. Aveva tutto quello che voleva, aveva aspettato lottando, ma era stata salvata ed era felice, come mai in vita sua.”