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Per fortuna era finita quella noiosissima festa da Thomas, quella casa puzzava di adolescenti alcolizzati.
Ero talmente annoiata che mi stavo per addormentare sul divano zuppo di birra.
Non mi sono mai divertita ai festini, infatti cercavo sempre delle scuse per andarmene, tipo: 'sai purtroppo ho il coprifuoco sta sera, mi dispiace.' oppure 'il mio cane è stato male devo andare, scusa.' in realtà non avevo mai avuto un cane in vita mia.

Ma Evelyn mi obbligava sempre ad andare con lei e io da brava amica non potevo rifiutare. Era una ragazza talmente entusiasta, piena di vita, era come un raggio di sole pronto a scaldarti.
-Ehi Mad vuoi un passaggio a casa? - mi chiese mentre uscivamo.
-No, stai tranquilla. - le dissi sorridendo.
Lei mi diede un abbraccio e corse verso Ryan, era il suo ragazzo un po' strano ma simpatico. A prima vista potrebbero sembrare anche una bella coppia, il ragazzo narcisista con una ossessione per la palestra e la ragazza carina e gentile con tutti. Ma in realtà quella che usano è solo un'immagine per far sembrare a tutti quello che non sono. L'amore puro esiste solo nelle favole per bambini.
Ad un certo punto il telefono squillò, era mamma che mi avvisava che stava per arrivare. Allora dopo aver salutato Evelyn, mi avviai sul bordo del marciapiede.
Era agosto, aveva appena finito di piovere. Le mie Converse erano zuppe d'acqua e la mia maglietta preferita, invece, era ricoperta di vodka a causa di un cretino che mi buttò il suo drink addosso durante la festa. Non c'era più nessuno a parte una coppietta in fondo al cortile che si sbaciucchiava promettendosi amore eterno. Il mondo era in silenzio, le luci dei lampioni illuminavo la strada bagnata e si poteva udire il rumore di un via e vai di macchine, visto che lì vicino si trovava l'autostrada.
In quella tranquillità sentivo come se qualcuno mi stesse osservando, mi girai un paio di volte per smentire il mio pensiero; infatti, non c'era nessuno ormai anche i piccioncini se ne erano andati via.
Quella sensazione non scompariva, era lì. Avvertivo come una vibrazione di paura a causa della troppa calma intorno a me.
La casa di Tommy era vuota, almeno sembrava.
Non sapevo cosa fare allora decisi di chiamare mamma per assicurarmi che stesse arrivando:
-mamma, dove sei? - dissi con tono agitato.
-sono in mezzo al traffico, ci metterò un po'- disse lei.
-okay, quanto ci metti? - chiesi.
-non lo so amore, se va avanti così anche un quindici minuti pieni.- rispose con tono docile.
-tu dove sei? -
-sono davanti alla casa di Thomas- risposi.
-da sola?-
-si mamma, da sola. - dissi con tono frettoloso.
-come mai non sei a casa con Thomas?- mi chiese incuriosita.
-perché non voglio disturbarlo- risposi infastidita.
-ma scusa, avete litigato? - domandò con tono sorpreso.
-mamma possiamo evitare questo argomento, per favore? -
Io voglio molto bene a Thomas è il mio ragazzo nonché il mio migliore amico. Siamo cresciuti insieme. Conosco tutto di lui e lui conosce tutto di me. Ma come si sa in qualsiasi relazione avvengono dei litigi. L'argomento principale di queste discussioni è la sua gelosia verso i miei confronti.
-okay tesoro, parleremo poi a casa- disse dolcemente.
-grazie-
-arrivo, ci vediamo dopo- dopodiché riattaccò.
Ero stanca, la musica assordante della festa mi fece venire un grand mal di testa. Faticavo a reggermi in piedi a causa delle gambe doloranti. I miei occhi si chiudevano e si riaprivano con il ritmo pari a quello di un bradipo, a causa della mancanza di sonno.

-mad- sentii una voce provenire da dietro. Mi girai e vidi Thomas che avvicinarsi a me.
-cosa vuoi? - chiesi con arroganza.
-mi vuoi bene? - mi dimandò con uno sguardo dolce e penetrante.
-perché questa domanda? - chiesi dubbiosa.
-voglio saperlo- rispose bruscamente.
-Thomas, non fare il bambino-
-io ti amo- esclamò.
Il mio cuore si fermò per un secondo, il mio respiro era pesante. Cosa significa amare? Avevo letto la parola amore in qualche libro, ma non avevo mai capito appieno il significato. Perché proprio in quel momento? Perché adesso? Perché a me?
-io ti amo, io ti amo, ti amo- incominciò ad urlare.
-Tommy per favore, smettila. - dissi con tono severo.
-Sei ubriaco, vero? - chiesi quasi certa della risposta.
-può darsi- e cominciò a ridere. Lo sapevo, non era da lui urlare in quel modo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2022 ⏰

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