CAPITOLO 2

174 13 8
                                    

“Ogni scelta, ogni bivio ti porta su una strada lasciandone altre. Possibilità che non si sono concretizzate, sogni abbandonati, progetti non conclusi, ma quello che conta è solo esserne consapevoli.” 

Onhai sapeva che presto la sua risata sarebbe finita,che non avrebbe avuto più nessun motivo per ridere e che le cose come le conoscevano sarebbero finite e una nuova era ormai rimandata da troppo tempo avrebbe finalmente avuto la possibilità di irrompere sulla scena.

Fuori il caos non accennava a diminuire e i 5 individui nella stanza ormai ansiosi,nessun disordine durava mai così tanto,fissavano l'isolano Onhai perplessi.

Nel frattempo il governatore dell'Oceania si alzò e aprendo la finestra gettò la lettera che scomparve volando all'orizzonte illuminata da una luce rossastra.

"Perchè l'hai fatto." - berciò Karl.

"Perchè no" - gli rispose sprezzante Onhai - "non c'è più motivo di continuare ad arrovellarsi e a dare ordini poichè nulla c'è più su cui comandare."

Altre scosse fecero traballare l'edificio e i monitor dei pc si spensero,il segnale stava scomparendo e diveniva più flebile,come la pazienza dei presenti nei confronti di Onhai.

Dopo alcuni secondi il segnale scomparve insieme alle idee e ipotesi dei presenti sui possibili accadimenti che stavano avvenendo al di fuori di quella stanza e accadde l'ultima cosa che ogni essere pensato e appartenente alla razza umana si sarebbe aspettato.

Nelle città di tutto il mondo esisteva un piccolo grande o mastodontico schermo che ogni giorno si aggiornava e ricalcolava il numero di abitanti vivi nel pianeta attualmente.

Era nato inizialmente come progetto per far capire ai cittadini di essere meno importanti essendo inseriti in un tal numero,serviva ad indebolire lo spirito indipendente,ovviamente non era stato facile realizzare un simile sistema.

Faceva capo ai dati anagrafici di nascite e morte di ogni paese,era frutto di calcoli complicati effettuati dalle rilevazioni satellitari,basati sulle quantità di consumi dei beni come acqua e divisi per la media pro capite,teneva conto della quantità di radiazioni emessa dai dispositivi dal calore disperso e da un'altra infinità di dati rapportati alla media mondiale.

Incredibilmente il numero sui monitor cominciò a calare,calare vertiginosamente,dopo un'ora da 11,5 milioni era arrivato a 10 milioni,dopo 4 ore a 7 milioni,dopo 24 ore si era dimezzato e dopo 2 giorni era appena sotto la soglia dei 3 milioni.

Trascorsa una settimana ne erano rimasti 2,5 e esattamente un mese dopo il numero oscillava intorno al milione.

L'ultimo pensiero degno di nota tra coloro che persero la vita fu quello di Onhai.

Essendo uno dei pochi consapevole della fine l'aveva vissuta molto serenamente,era felice di aver inventato e sparso le voci sul "Krill" in modo da porre l'attenzione altrove,la lettera era l'avviso di uno dei pochi che sapevano e tentavano di aiutare i governanti stolti.

Alla domanda perchè aveva bisogno di distogliere l'attenzione da qualcosa la risposta sta in un nome tanto evocativo quanto semplice "Rinato".

Mentre vedeva scorrersi quella catena orribile di eventi che avevano portato alla fine di tutto Onhai si chiese se il progetto "Rinato" avrebbe potuto essere compiuto o almeno reso autosufficiente.

Questo progetto era difficile,fondamentale e innovativo al tempo stesso;rappresentava il desiderio di alcune persone di vedere una nuova umanità pura e libera in grado di ricostruire il mondo dalle sue fondamenta senza condizionamenti o impedimenti come quelli che esistevano ai suoi contemporanei.

A tale scopo era stata realizzata un'isola interamente autosufficiente a livello energetico ecosostenibile e completamente automatizzata di notevoli dimensioni,all'incirca 30 Km di diametro, in cui una nuova vita sarebbe potuta nascere e svilupparsi libera unendo la modernità nei suoi lati migliori al passato ormai dimenticato nei suoi consigli e preziosi insegnamenti.

Onhai si chiese dove fosse ora quell'isola e se le cose erano state ultimate poichè non rimaneva molto tempo,si chiese se le speranze erano ben riposte e se i piccoli mezzi lasciati loro e sparpagliati sul pianeta sarebbe sopravvissuti e rimasti integri per il futuro.

Improvvisamente si rattristò di fronte alla casualità e scarse possibilità della loro idea,ma era talmente innovativa che avrebbe potuto funzionare.

Era felice che nessuno l'avesse scoperta e avesse soppresso il progetto,o almeno così sperava,si chiese se mai sarebbe nato una comunità o individuo con la capacità di ricreare un mondo vivibile e accettabile in pace anche se era consapevole che sarebbe potuto succedere l'opposto.

Una lacrima rigò il viso di quell'uomo così speranzoso per il futuro mentre recitava una preghiera ormai dimenticata e malinconica per quell'isola quell'idea e quelle persone che sarebbero venute dopo di lui.

Non sapeva che pochi giorni prima il progetto era stato ultimato e lasciato a se stesso libero di compiersi navigando nelle acque di tutto il mondo.

Su quella macchina galleggiante erano state lasciate poche cose dell'ambiente civile:libri,un dizionario,oggetti di sopravvivenza base come un coltello e fiammiferi,vestiti in abbondanza per tutte le stagioni,un po' di cibo che poi sarebbe potuto essere cacciato dalla fauna locale o colto dalla flora impiantata,alcune medicine e alcune mappe.

Gli scienziati guardavano il risultato dei loro sforzi allontanarsi all'orizzonte ma gli occhi di una giovane donna li guardava a sua volta sapendo che non avrebbe rivisto occhi umani per molto e molto tempo.

Sorgerai ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora