Mi apro alla chiusura

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Prima di leggere la storia, vi consiglio di vedere il video in cui spiego la teoria che poi ha dato origine a questa fanfiction:


L'aria della Foresta Proibita era fresca e umida, l'odore di sottobosco penetrava nei polmoni e vi lasciava una fragranza di funghi e aghi di pino. La donna si appoggiò al tronco dell'albero più vicino, strinse gli occhi fino a renderli una fessura e si guardò attorno, come alla ricerca di qualcosa.

I suoi capelli erano neri, i quali si abbinavano meravigliosamente con le profonde occhiaie che incorniciavano quelle fessure.

Mosse ancora un passo, affondando gli stivali di pelle di drago tra le foglie bagnate e portò un braccio davanti a sé, indicando un punto imprecisato con la bacchetta.

"Accio!" disse con voce spezzata e un tono indeciso, quasi vergognandosi di quel pigro tentativo.

Sapeva che non avrebbe funzionato, il ragazzo le aveva detto che era un oggetto troppo potente per rispondere a quel richiamo, ma si sarebbe sentita stupida a non provarci ugualmente.

Appoggiò i capelli corvini al tronco e riprese fiato, gli occhi chiusi rivolti verso le chiome degli alberi e ripensò alla conversazione che aveva avuto da poco.

"Sei sicura di quello che stai facendo, Tonks?" le aveva chiesto lui, con un tono paternalistico che ben poco si addiceva a un ragazzo ben più giovane di lei.

"Ho bisogno di una chiusura." era stata la sua risposta secca, guardandolo fisso negli occhi verdi. "Almeno questo me lo devi."

Non aveva pronunciato quelle parole per ferirlo, sapeva che anche lui stava soffrendo, ma in quel momento era più facile addossargli la colpa, altrimenti quel senso di ingiustizia l'avrebbe inghiottita.

Mosse ancora qualche passo, il mantello che strusciava tra le piante e i nervi a fior di pelle: Hagrid le aveva confermato che non c'erano pericoli nella Foresta, ma non era sicura di potersi fidare della percezione del pericolo del guardiacaccia.

Ripensò per un attimo alle storie che gli aveva raccontato Remus, quando un velo di malinconia gli copriva quel volto stanco e segnato dall'ultima trasformazione. Chissà quante volte aveva corso per quella foresta, insieme alla sua improbabile compagnia di apparenti animali. Magari si era fermato proprio in quel punto, respirando la stessa aria che ora si faceva strada dentro di lei.

Ogni minuto passato nella Foresta non faceva che acuire la sua disperazione: era come cercare un ago nel pagliaio ed era proprio quello che sperava Harry. Che nessuno la trovasse più.

"Tonks, non hai idea di quanti maghi e streghe abbiano sofferto per quell'oggetto." riecheggiò la voce di Harry nell'aria del mattino. "Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere."

La seconda frase l'aveva pronunciata con un tono incerto, come se stesse cercando di ricordare quello che una voce più anziana e rassicurante della sua gli aveva detto tempo prima. Il ricordo le fece stringere i denti per la frustrazione. Sapeva benissimo cosa doveva fare, senza che nessuno si preoccupasse inutilmente per lei. Soprattutto lui.

Il fresco del mattino lasciò lentamente posto al caldo torrido del mezzogiorno: il sole colpiva le fronde degli alberi con una tale ferocia da risultare fuori posto nel mite clima di maggio. Anche gli animali si erano fatti più quieti, dopo essersi nascosti nelle loro tane e nidi e avevano così lasciato la strega sola con i suoi pensieri.

WHAT IF  - Cosa sarebbe successo in Harry Potter se...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora