Samhain

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Irlanda, 528 a.c., Villaggio di Fearghas

«Aine, lascia stare Wülf, vieni ad aiutarmi in casa»

«Arrivo mamma»

La piccola Aine lanciò un bastone di legno al suo cucciolo e si affrettò a rientrare in casa. Non voleva far adirare sua mamma, sapeva che quando suo padre era fuori con il bestiame era lei a comandare in casa e contraddirla non era mai una buona idea.

«Eccomi mamma»

«Tesoro, ti va di aiutarmi a preparare qualcosa per la festa di domani sera?»

«Certo mamma, cosa posso fare?»

«Tieni, inizia ad intagliare queste» le disse passandole un coltello e una cesta di grandi cipolle ancora troppo verdi per essere messe in uno stufato.

La piccola Aine iniziò subito ad intagliarne una e dopo qualche secondo di silenzio la sua indole curiosa prese il sopravvento e iniziò a fare domande.

«Mamma come mai è tanto importante festeggiare il Samhain? Che ha di così speciale questa festa?»

Muireann si aspettava che prima o poi sua figlia le avrebbe chiesto qualcosa, era preparata a questo giorno ed essendo quello dell'indomani il primo Samhain da donna di sua figlia era più che lecito che volesse sapere di più.

«Bella domanda Aine, ti racconterò tutto quello che so, proprio come mia madre quando avevo la tua età lo raccontò a me. Samhain deriva da Samhuinn, un'antica parola che significa fine dell'estate ed è proprio questo che celebriamo. Per noi è una festa importante, perché indica che un anno è terminato, la stagione dei raccolti e dei pascoli volge al termine e inizia la stagione fredda, il periodo in cui chiudersi in casa, al caldo e prepararsi per affrontare mesi di buio e freddo. Con Samhain si chiude un cerchio, finisce un ciclo e ne inizia uno nuovo. I raccolti sono stati abbondanti quest'anno, il bestiame ha pascolato ed è cresciuto sano e forte, abbiamo scorte consistenti per l'inverno e tutto questo è grazie agli Dei. È per questo che li ringraziamo con la festa di domani sera, é il nostro modo di dire grazie a chi ci ha concesso di sopravvivere un altro anno in pace e serenità»

Aine ascoltava entusiasta, erano anni che avrebbe voluto fare quella domanda a sua madre, ma quelle stupide tradizioni glielo impedivano. «Mamma che succede domani sera? Perché dobbiamo ringraziare gli dei?»

«Aine, piccola mia, dobbiamo sempre ringraziare gli dei, per qualunque cosa abbiamo o ci accada, anche per le cose brutte. C'è sempre un motivo per cui le cose accadono, a volte ci sembra di non capirlo, ma credimi, gli dei hanno un piano per tutto quanto»

«Anche per la morte mamma?»

«Soprattutto per la morte tesoro. È anche per questo che festeggiamo domani sera»

«In che senso mamma, spiegati meglio»

«Domani notte, il mondo dei vivi e quello dei morti entreranno in contatto tra loro. Sarà il momento in cui gli spiriti dei morti potranno uscire dal Tir Nan Oge, la terra in cui vivono e vagare liberamente sulla terra».

Aine spalancò gli occhi, aveva sempre avuto un timore reverenziale degli spiriti dei morti e l'idea che potessero vagabondare per le loro terre liberamente la spaventava a morte.

«Non essere preoccupata piccola mia, non hai nulla da temere. È giusto avere paura degli spiriti, ma se seguiamo il rituale non ci faranno del male, anzi avremo la loro protezione» la rassicurò sua madre.

«Cosa succede durante il rituale mamma?»

«Domani sera, andremo tutti nei boschi e anche tu, per la prima volta, verrai con noi. Accenderemo il fuoco sacro e sacrificheremo qualche capo di bestiame, per onorare gli dei. Da lì, indosseremo le nostre maschere...»

«Mi spaventano un sacco quelle maschere!»

«Lo so, ma non devi avere paura, ti proteggeranno e allontaneranno gli spiriti cattivi»

«Uhm va bene... Ma quelle maschere mi spaventano lo stesso, anche se ci proteggono» disse con voce timida Aine.

Sua madre sorrise e le accarezzò dolcemente la testa, poi riprese il discorso «Comunque dicevo, indossate le maschere torneremo al villaggio portando con noi le braci del sacro fuoco all'interno delle cipolle che stai intagliando proprio ora. Una volta arrivati alle nostre case, lasceremo delle torce accese fuori dalle porte, insieme a un po' di latte e qualcosa da mangiare»

«Perché lasciamo queste cose fuori dalla porta mamma?»

«Perché quando le anime dei nostri antenati verranno a trovarci potranno rifocillarsi e riprendere le energie, per affrontare il viaggio di ritorno al loro mondo».

Aine non aveva perso una sola parola del racconto di sua madre e gli occhi le brillavano, era visibilmente emozionata e nonostante avesse paura del mondo degli spiriti, la curiosità di assistere al Samhain aveva preso il sopravvento.

«Mamma, ti dispiace se lascio perdere le cipolle? Vorrei fare una cosa importante».

Sua madre la guardò, appoggiò le braccia sui fianchi, con una finta aria imbronciata e le chiese «Cosa avresti da fare di così importante? Sono sicura che Wülf può aspettare ancora un po' da solo».

«No mamma, non è per lui, voglio fare dei biscotti di patate al latte»

«Dei biscotti?» chiese Muireann sorpresa «E per quale motivo?»

«Ma mamma, lo hai detto tu che verranno gli spiriti dei nostri antenati. Non vorrai mica lasciare la nonna senza biscotti? Lo sai che le piacevano tanto».

Sua madre non si aspettava quella risposta, che le strappò un grande sorriso e le fece inumidire gli occhi.

«Hai ragione tesoro, alla nonna piacevano tanto. Vai pure, finisco io qui»

«Grazie mamma!» esclamò felice stampandole un bacio sulla guancia «Ti voglio bene!»

«Ti voglio bene anche io Aine».

Sua figlia sarebbe diventata una grande sacerdotessa un giorno.

Ma questa è un'altra storia.

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