Il rumore degli zoccoli sul terriccio accompagnava lo sguardo di Emile nella notte come se fosse l'unica cosa in grado di stare accanto alla sua anima in quel momento.
Ed era stupido parlare di anima in quelle condizioni, il sangue ormai aveva macchiato anche il suo orgoglio, odiava se stesso per essere stato ciò che era.Arrivò ad una delle torri diroccate che la sua famiglia possedeva da tempo, aveva sterminato la propria stirpe per via di una stupida promessa d'amore, per uno stupido sentimento che ancora gli aveva impedito di tornare indietro e farsi uccidere da uno qualunque.
Aveva però promesso a sé stesso che sarebbe morto solo per mano di colui che aveva il suo cuore in una morsa di ferro.
Neanche il diavolo lo avrebbe ucciso.E di dolore ne aveva sempre provato fin troppo, ma non era mai stato capace di assimilarlo o andare oltre, era forse un inetto? Un incapace di sopravvivere o continuare a vivere.
E la cosa che forse lo rendeva ancora peggiore, era il fatto di non poter nemmeno baciare l'amore della sua vita, per via di quelle orribili restrizioni date dall'onore.
Baciare il nemico? Figuriamoci.Che poi non era un nemico, il Giovane Eric, cavaliere reale a comando del grande esercito della famiglia di Emile, stava cercando lo stesso Emile per dare fine al suo interminabile dolore e forse per vendicare un regno ormai caduto e marcito dall'interno, ed era prevedibile, in un paese in cui nulla è più disponibile neanche per il popolo, una rivoluzione era inevitabile.
E onestamente Emile vedeva se stesso nel giusto, anche se sulle proprie vesti portava il sangue di centinaia di soldati, quello della propria madre, quello del re e forse anche il proprio.
Accese un fuoco sulla cima della torre, stava forse invitando Eric a raggiungerlo? Stava forse cercando la morte in prima persona, effettivamente sembrava anche a lui la conclusione migliore. Quando poi sentì la porta legnosa e cigolante della torre aprirsi, sorrise amareggiato, era così che la sua esistenza si stava per spegnere? Non sembrava male come lo aveva immaginato, la paura era l'unica cosa che non provava in quel momento.
"Principe Emile, so che sei qui!"
E onestamente, grazie al cazzo.
Sospirò il giovane principe dalla chioma dorata, mentre il rumore dei passi e l'alone luminoso che lasciava la torcia infuocata di Eric si facevano più vicini.Si trovarono poi l'uno davanti all'altro in un lungo minuto di silenzio, che diventa molto ma anche estremamente poco, come se alla fine non ci fosse davvero da parlare o dire qualcosa.
Eric era mascherato dall'odio e Emile stava morendo di dolore, perche non augurava a nessuno uno sguardo del genere, soprattutto non augurava a nessuno di ricevere quel tipo di sguardo dalla persona che si ama.E amareggiato sorrise ancora a testa bassa, sperava che tutto finisse rapidamente, e quando gli occhi gli si riempirono di lacrime si abbandonò ad una risata nervosa, che lascio perplesso Eric.
"Ti sembra divertente?"
Il moro con gli occhi color della notte chiese sul punto di perdere la pazienza."Ti sembra che io mi stia divertendo?"
La risposta immediata raggiunse le orecchie di Eric come una frustata, vedere lo sguardo del principe avvolto dalle lacrime, lo confuse più del previsto e lo odiò un po', perché di vittima aveva ben poco."Non hai il diritto di piangere dopo ciò che hai fatto".
Ennesima risatina nervosa e disperata che abbandonò la bocca di Emile, stava evitando il più possibile il suo sguardo, non lo avrebbe retto ancora per molto.
"Vorrei davvero star piangendo per quello che ho fatto, ma non è così.".
"Facciamola finita in fretta, sono abbastanza sicuro che neanche tu voglia stare qui in questa situazione".
Emile stava parlando fin troppo, non era da lui, e forse non era mai stato così vicino ad Eric come in quel momento, nonostante i due fossero cresciuti assieme.
"Dovrai combattere per la tua vita"
"Cosa ti fa pensare che io voglia vivere?"
Il silenzio calò ancora sui due, come se non ci fossero parole da sprecare in quel momento.
Emile si portò vicino al davanzale della grande finestra che permetteva alla luce di entrare nella grande e alta torre, poteva vedere oltre la cima degli alberi, era fortunato a poter vedere tutto ciò ancora per un ultima volta, diede poi le spalle alla finestra, e sorrise al ragazzo che aveva davanti."Ci innamoriamo sempre delle persone sbagliate Eric..."
E li tutto successe troppo velocemente, tanto che Eric si buttò verso il davanzale alla disperata ricerca di recuperare la persona che più odiava, che ormai era invisibile al suolo, al di là della finestra, avvolto tra sangue e foglie.
Un urlo straziato si liberò dalla gola di Eric, bastò quell'immenso dolore a portare a galla ciò che era successo e ciò che provava.Odiava aver appena realizzato che ciò che aveva sempre voluto, era la sua più grande paura.
"Ci si innamora sempre delle persone sbagliate...."