Acqua

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Temari è una donna ambiziosa, egocentrica e molto precisa, adora fare in modo che sia il tempo a rincorrere lei e non il contrario.
Non è come chiunque altro, lei pensa prima a ciò che potrebbe interessarle e forse, dopo a ciò che interessa agli altri.
Può arrivare ovunque, ha intelligenza da vendere e rivendere, non ha mai trovato nessuno più astuto di lei.

Era mattina presto, amava fare le cose con calma: prepararsi la sua tazza di thè e sorseggiarla lentamente davanti alla finestra di casa sua.
Finalmente era primavera, tutto iniziava a fiorire e a rendersi vivo, i germogli di ciliegio iniziavano a sbocciare dovunque.
I vestiti che avrebbe indossato quel giorno erano piegati accuratamente sulla sedia della cucina.
Una gonna grigio chiaro ed una camicia del medesimo colore l'aspettavano.
Si diresse verso l'auto arrivando alla sua meta.

"La Nara Corporation."
Lavorava in quell'azienda da più di tre anni, oramai, stava facendo carriera.
-Buongiorno Temari!-
Venne salutata dalla segretaria.
-Giorno.-
Prese l'ascensore e come sempre poco prima che i sensori si chiudano qualcuno è lì pronto a riaprirli per non perdere il giro.
-Oplà!- Un uomo sulla cinquantina, abbastanza sudaticcio, si diresse verso la povera ragazza.
-Posso?- Chiese una volta entrato.
-Tanto sei già qui.- Sbuffava, lei era un'amante della pulizia, vedere una persona dall'aria così sudicia le dava il voltastomaco.
Salirono un piano il signore non si dava per vinta, quando aveva intenzione di scendere?
In compenso salì un ragazzo, portava i capelli raccolti, neri.
-Comunque io sono Cliff.- disse l'uomo avvicinandosi alla bionda, non sembrava avere ottime intenzioni.

Temari avrebbe dovuto salire altri sei piani.

Lei cercava di rannicchiarsi nell'angolino dell'ascensore, mentre "Cliff" continuava ad avvicinarsi.
Stava sporgendo la mano sulla sua guancia, quando quel ragazzo si girò.
-Lei è una vera e propria scocciatura, potrebbe cortesemente mettersi le mani in tasca?-


-Giovanotto porta rispetto, potrei essere tuo padre.-


-E la ragazza di fianco a lei potrebbe essere sua figlia.-

"Suo padre" rimase zitto fino al piano successivo, poi scese.

-Grazie.- Temari lo ringraziò, lui alzò le spalle, Arrivarono al settimo piano, anche lei, scese.

Prima della chiusura dell'ascensore diede nuovamente uno sguardo al ragazzo, lui la squadrava dalla testa ai piedi.

Arrivò in ufficio, si mise seduta e iniziò a lavorare ad un progetto che avrebbe dovuto presentare ai piani alti per guadagnare una promozione.

A metà mattinata decise di andare in pausa pranzo, lei amava fare le cose con calma giusto? Se avesse aspettato l'ora di punta, tutti i tavoli si sarebbero riempiti.
Quindi era sola, l'unica in tutto il bar.
Ripensava a ciò che era successo quella mattina.
-Salve, vuole ordinare?-
-Mh, vorrei un'insalata.-
-Condimento?-
-Scelga pure lei.-
Il ragazzo con il codino era seduto qualche tavolo più avanti, lei non voleva, però le cadeva l'occhio.
Faceva di tutto pur di non farsi notare, cercava di attirare poco l'attenzione.

-Ecco a lei.-
La cameriera le porse il pranzo, lei ringraziò.
-Quanto le devo?-
-Nulla, ha già pagato quel ragazzo là giù.-
Era già andato via.

Avesse saputo almeno il suo nome


Tornò in ufficio.


-Temari, sei tornata, grazie al cielo, il mio computer si è impallato.- La sua collega Sakura sembrava aver visto una angelo sceso dal paradiso.
-Senti Sakura, tu credi all'amore a prima vista?-
-Penso di sì, ma cosa c'entra?-
-Nulla.-
Temari aiutò la rosa con il suo problema, venne ringraziata più e più volte.

La sua giornata lavorativa finì verso le quattro del pomeriggio in cui non fece altro che lavorare a quel progetto.

Poteva di nuovo dedicarsi a fare ogni singola cosa con equilibrio e lentezza.
La sua solita tazza di thè e la sua finestra.

Non era tutto un po' monotono?

Red light (Shikatema)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora