Parte 2

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Notò che aveva un piercing al labbro e un tatuaggio vicino all'orecchio, scritto in un corsivo illeggibile.

Schierò le carte sul tavolo, nemmeno per un attimo il sorriso furbo scomparve dalle labbra, sembrava che sapesse esattamente cosa fare, Ginevra d'altro canto non era intimidita, il brivido di quella sfida improvvisata le dava una piacevole punta di adrenalina.

Il bar rimase vuoto tutta la mattina, per puro caso, ella fu l'unica cliente di mezzogiorno, Gin ogni tanto si alzava dal tavolino si faceva un giro nel chiosco e poi tornava a con la misteriosa compagnia. C'era qualcosa di terribilmente familiare, magari era già passata di lì e non l'aveva notata.

Non prendiamoci in giro, sé l'avesse vista prima di certo non sarebbe passata inosservata

La piccoletta vinse a mani base, sembrava la tipica persona che non scommette se non sicura di vincere.


"Beh non sembra che tu abbia molto da fare qua dentro" mormorò divertita sbuffando il fumo dalle labbra, Gin le lanciò un occhiataccia e si sciolse i ricci neri.

Ginevra era bella, pelle nera di abbronzatura, capelli corvini e ciglia lunghe, era alta e se non fosse stata stata stata stata così tremendamente impacciata avrebbe avuto un fisico da giocatrice di pallavolo o di basket.

La ragazza davanti a lei era minuta, una libellula, aveva delle converse nere ai piedi e una salopette strappata con sotto una fascia nera, era bianca come la neve nonostante fosse piena estate.

Ginevra si la musica in radio e l'altra balzò in piedi facendo una specie di goffa piroetta e le si avvicinò, per un attimo il vento fresco sembrò fermarsi e il calore invase i loro corpi.

Nessuna delle due si accorse del ragazzo che si era avvicinato al bancone, mentre erano perse a canticchiare quella vecchia canzone che parla di trecce e di cavalli, Alex il capo di Gin si preparò un caffè noncurante, sorridendo tra sé.

La pioggia cominciò a scendere piccole scrosciante, l'aria fece i loro respiri sempre più stanchi e ansimanti, e la pioggia sembrava nemmeno toccarle mentre improvvisavano qualche passo di danza. 

Non saprei dirvi se quel giorno una specie di colpo di fulmine irruppe fra le due, fatto sta che il loro legame era come sancito.

Alex interruppe la magia con una sonora e allegra risata che le riportò alla realtà con la violenza di una bomba, Ginevra si girò di scatto e sgranò gli occhi dalla sorpresa, poi l'espressione si tramutò in un infastidito disappunto: "Alex!" esclamò ad alta voce.

La musica continuava ad andare avanti e Alex la prese da parte: "Sorella, io lo capisco che sia figa, ma mi sembra un po' piccola per te", risero entrambi e si diedero due pacche sulle spalle come fanno i maschi in gruppo per congratularsi.

Non appena Ginevra si girò, la libellula era sparita, prima ancora di accorgersi di non averle nemmeno chiesto il nome.

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⏰ Last updated: Dec 27, 2021 ⏰

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Smettila di pensarciWhere stories live. Discover now