The book of love

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Era passato tanto tempo dall'ultima volta che aveva percorso quella strada, quel viale circondato da alti alberi quasi a fare da cornice a quella dimora immersa in una distesa verde.
Intorno a lei regnava il silenzio, interrotto solo dal rumore sordo dei suoi scarponi a contatto con la ghiaia; quell'atmosfera aveva un qualcosa di magico, niente a che vedere con la foresta che aveva lasciato a Fort Salem, decisamente più buia, alla quale faceva ancora fatica ad abituarsi.

«Raelle?»

Una voce a lei familiare la chiamò da lontano, Raelle alzò lo sguardo, incontrando quello, apparentemente impaziente, della ragazza di fronte a lei.
«Va tutto bene?» chiese ancora, aggiustando il berretto di lana che le era ricaduto sulla fronte e rabbrividendo a causa del freddo pungente.
Raelle annuì, realizzando solo in quel momento di essere rimasta immobile in mezzo alla strada.
Si affrettò a seguirla, anche se dopo pochi passi la ragazza si fermò di nuovo.
«Credo che debba fare strada tu. Non ho idea di dove stiamo andando.» ammise scostando una ciocca di capelli dal viso e ricacciando subito le mani nelle tasche del cappotto.
«Giusto. Hai ragione. Da questa parte.»
Iniziò a camminare più rapidamente, buttando un'occhiata di tanto in tanto al limitare della foresta la quale, col passare dei minuti, aveva iniziato a tingersi di arancione.
Si sentì afferrare il braccio sinistro, ritrovandosi in breve tempo appiccicata a quella ragazza che sembrava stesse facendo di tutto per non battere i denti. Sorrise istintivamente, trovando quel contatto decisamente piacevole in contrasto con il gelo intorno a loro.

«Eccoci qui.» disse in una nuvoletta bianca, salendo quei tre gradini prima di trovarsi davanti ad una porta scura.
«Tally...benvenuta a casa.»
Non perse tempo ad aprire, sentendo quel calore e quel profumo avvolgerla all'istante. Non si era resa conto di quanto le fosse mancata casa fino a quel momento.
Sentì sua sorella emettere un gridolino di eccitazione, varcando l'uscio con una rapidità impressionante e fiondandosi nel soggiorno.
Anche questa volta non riuscì a trattenere quel leggero sorriso che si era fatto largo sul suo volto, ancora intorpidito a causa del freddo, mentre osservava Tally intenta a guardarsi intorno con stupore, quasi come se si trovasse all'interno di chissà quale castello.

Le mostrò rapidamente le varie stanze fino all'ultima porta, in fondo al corridoio.
«E questa immagino sia la tua camera.» disse Tally al posto suo, vedendo la bionda annuire di rimando.
Indugiò qualche secondo, le dita strette intorno alla maniglia, come se avesse paura di vedere cosa ci fosse all'interno. Tally alzò un sopracciglio, guardandola con aria preoccupata di fronte al suo repentino cambio di umore.
Raelle scosse la testa, repuntando il suo timore davvero stupido e infondato. Sapeva perfettamente cosa ci fosse in quella stanza ed certa che Tally non avrebbe fatto domande. Spinse quindi la porta, che si aprì con un leggero cigolio.
Proprio come pochi minuti prima, gli occhi scuri della sorella vagarono sulle pareti, un tempo bianche, ora stracolme di lettere. Tally schiuse le labbra, come se stesse per dire qualcosa, ma le rinchiuse subito notando lo sguardo di Raelle fisso su quelle pagine ingiallite eppure perso nel vuoto.
Mosse qualche passo, arrivando a pochi centimetri dalla giovane strega e la avvolse in un abbraccio, senza dire una sola parola.
«Grazie, Tal.» soffiò Raelle sulla sua spalla.
«Ti voglio bene.» fu la risposta della sorella prima di lasciarla andare, rimanendo però a guardarla negli occhi, velati da una patina trasparente.
In quel momento qualcosa catturò l'attenzione della rossa: una chitarra poggiata nell'angolo opposto della camera.
«Suona qualcosa.» disse con un sorriso, sganciando lo strumento dal supporto e porgendolo alla ragazza con delicatezza.
Raelle scosse appena il capo.
«Non la suono da tanto tempo.» disse piano, una scusa per nulla convincente.
«Ti prego.»
Quando Tally iniziò a fare gli occhi dolci, Raelle giunse alla conclusione che insistere sarebbe stato davvero inutile. Odiava quella parte di sua sorella, per quanto si sforzasse non riusciva proprio a resistere a quello sguardo supplichevole.
Afferrò con decisione la chitarra e prese posto sul letto mentre Tally andò a sedersi su una sedia.
Si prese qualche secondo per osservare lo strumento che aveva davanti, sfiorò con la punta delle dita le corde, ricoperte da un leggero strato di polvere, non si ricordava nemmeno quando l'aveva suonata per l'ultima volta.
Si mise comoda e accordò la chitarra.
Impiegò qualche secondo a scegliere quale canzone suonare, optando alla fine per la prima che le era venuta in mente, suonata tante di quelle volte che ormai le sue dita andavano da sole, senza che lei ci dovesse pensare.
Iniziò a suonare una lenta melodia, dando un rapido sguardo in direzione di Tally, ora sporta in avanti sulla sedia, con le mani giunte portate davanti alle labbra, come una bambina intenta ad osservare chissà quale meraviglia.

The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
It's full of charts and facts, and figures
And instructions for dancing

But I
I love it when you read to me.
And you
You can read me anything.

Raelle chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella melodia che conosceva così bene. Sotto le palpebre chiuse le parve di vedere nuovamente sua madre, seduta sul bordo del letto, a cantare con lei come tutte le sere. Riusciva ad immaginare il suo viso stanco dopo una missione decisamente ardua, persino per lei, ma al tempo stesso sorridente; riusciva a ricordare persino suo padre, poggiato contro lo stipite della porta con un'espressione divertita stampata in volto, rassegnato all'idea che moglie e figlia non avrebbero mai deciso all'unisono quale canzone cantare quella sera.

La giovane strega si decise ad accantonare quei ricordi per un momento, tornando alla realtà, mentre le sue dita suonavano la stessa melodia eseguita inizialmente. Tally era ancora lì, immobile, come se stesse vivendo un sogno ad occhi aperti e quella visione, per ragioni a lei sconosciute, le fece venire un groppo in gola.
Deglutì silenziosamente, riportando la propria attenzione alla chitarra e cantando la seconda strofa.

The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it's just transcendental
Some of it's just really dumb

But I
I love it when you sing to me
And you
You can sing me anything

Questa volta la sua voce si incrinò mentre nella sua mente veniva trascinata a quel matrimonio, sulla pista da ballo, tra le braccia di quell'unica donna che, dopo sua madre, aveva amato come nessun'altra al mondo: Scylla.
Al solo pensiero di quel nome, il suo cuore fece una capriola, per poi sprofondare lasciandola con una strana sensazione di vuoto.
Avrebbe voluto poter fermare il tempo quel giorno, per restare lì, senza preoccupazioni, tra le sue braccia ad ondeggiare al ritmo di quella musica mai sentita prima.
Tempo fa avrebbe incolpato chiunque per averle portato via quella strega dagli occhi blu come l'oceano, persino Tally, ma col passare dei giorni, delle settimane aveva dovuto fare i conti con la dura realtà che tuttavia non era stata ancora in grado di accettare.

Suonò le ultime note per poi alzare lo sguardo, lasciando che la musica si dissolvesse nell'aria.
Con suo stupore Tally aveva cambiato posizione, adesso le sue mani erano aggrappate alla seduta e aveva uno strano luccichio negli occhi.
Raelle adagiò la chitarra sul letto, prima che le parole della sorella la raggiungessero con la stessa intensità di un treno in corsa.
«Ti manca non è vero?» fece una pausa, alzandosi dalla sedia e parandosi davanti a lei. «Scylla.»
Istintivamente, Raelle si ritrovò a fissare il palmo sinistro, completamente liscio, e qualcosa, simile ad una morsa, le schiacciò il petto.
«Mi dispiace, Rae.» disse con un sussurro, sedendosi al suo fianco e prendendole la mano sinistra nella sua.
«Non è stata colpa tua.» Raelle parlò con un tono di voce appena udibile che tuttavia parve scuotere la rossa, la quale si allontanò di qualche centimetro. «Hai fatto ciò che ritenevi giusto.» continuò.
«Volevo solo proteggerti.» confessò Tally abbassando lo sguardo, incapace di sostenere quello di Raelle, intriso di tristezza.
«Lo so. Ci ho messo un po' a capirlo.» ammise con un sorriso.
Tally sorrise a sua volta, tirando su con il naso e asciugandosi quell'unica lacrima solitaria che le era colata lungo la guancia, prima di sentire le braccia di Raelle attirarla a sé, ricambiando l'abbraccio di alcuni minuti prima.
«Tally?»
«Sì?»
«Promettimi che non dirai nulla ad Abigail.» disse Raelle con serietà sentendo subito la risata contagiosa della sorella raggiungerle le orecchie, non potendo fare altro che seguirla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 17, 2021 ⏰

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