We were in love, now we're strangers

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Sul bordo di una strada, la luce di un lampione era fievole, di un colore freddo. Lì, seduta su una panchina, la figura di una ragazza aspettava con impazienza l'arrivo di un bus. Alle sue spalle, immenso e da capo giro, c'era il bosco. Padrone di animali feroci, avvolto nella sua oscurità, pini alti da quasi toccare il cielo blu notte con la loro punta e una risata femminile riecheggiava nell'aria. La ragazza, colta di sorpresa, si strinse più forte al petto lo zaino e tremando con le mani, provò a chiamare il primo contatto della rubrica. Il suo respiro era affannato, come se avesse corso per ore intere senza mai fermarsi e il cuore le batteva in gola.

Premette con il pollice la cornetta verde, portando il telefono contro l'orecchio. Uno squillo, due squilli, tre squilli e poi lo sentì. Il respiro sul suo collo, una presenza alle sue spalle, delle mani dal colore cadaverico sulle braccia, per impedirle di scappare e il proprio sangue gelare.

Una donna con le guance incavate, gli occhi vuoti e scavati, da dei lunghi capelli neri, riempì tutto lo schermo e a differenza della protagonista, Louis non accennò nemmeno ad un sussulto.

Andiamo, pensavate davvero che si sarebbe spaventato per quello? Spaventarsi era pensare che qualcuno potesse aver speso dei soldi per andare a vedere questo film all'uscita. Quello sì, che metteva la pelle d'oca. D'altronde, però, era l'unico film horror che era riuscito a trovare alla videoteca del centro.

L'unica consolazione erano i pop corn di ottima qualità che aveva trovato ad un supermercato quello stesso giorno, quando decise di noleggiare quella pellicola. Aveva voglia di vedersi un film, ma andare al cinema lo avrebbe sicuramente messo di malumore. Troppi ricordi che preferirebbe cancellare.

Quando le urla della ragazza non sembravano cessare - Dio mio, l'attrice aveva due polmoni d'acciaio, per il ragazzo stravaccato sul divano in pelle, decise che era abbastanza. Spense il lettore DVD, rimettendo la televisione ad un canale sportivo. Tolse dal suo grembo il sacchetto di pop corn, e camminando a piedi nudi sul tappeto morbido e peloso, raggiunse il lettore. Prese delicatamente fra le mani il disco, rimettendolo nella sua custodia. Tre euro e sessanta buttati nel cesso, pazienza.

Appoggiandolo sul tavolino fra il divano e la televisione, si dirisse verso la cucina, bisognoso di prendere qualcosa da bere. I pop corn, oltre ad essere così buoni e da uno tira l'altro, erano anche eccessivamente salati, soprattutto il fondo e aveva oramai finito da una buona mezz'ora la sua birra. Nel andare in cucina accese la luce del salone, trovandola fastidiosa.

Piccolo promemoria: mai più fare una cosa del genere, grazie.

Odiava il martedì sera, era una cosa che aveva imparato a fare già da qualche mese. Poteva fare tutto ciò che voleva, dato che il mattino seguente non sarebbe dovuto andare a lavoro, ed era ciò che lo dannava di più. Non sapeva cosa fare. Tempo indietro, non ci sarebbero stati problemi. Sarebbe uscito con i suoi amici, fino a che le luci del mattino non comparivano all'orizzonte o avrebbe passato una serata al cinema. Qualche buon film appena uscito c'era sempre. Poteva, anche, rimanere semplicemente a casa, sotto le calde coperte di inverno o seduto sul bordo della finestra a mangiarsi un ghiacciolo d'estate. Solo che era difficile fare tutte queste cose da solo.

Doveva abituarsi alla triste realtà: non era più fidanzato.

Le cose fatte in due, ora, doveva svolgerle da solo. Farsi carico dei propri problemi senza avere una spalla su cui contare. Andare a dormire solo e svegliarsi il giorno dopo con la suoneria della sua sveglia come unica compagna. Prepararsi il pranzo o la cena era diventato un taboo, dato che non era abile ai fornelli, e più nessuno gli avrebbe fatto trovare il cibo pronto una volta tornato a casa. Doveva abituarsi a quella solitudine, all'infelice vita da single che gli sarebbe aspettata per molto tempo ancora. Non si sentiva ancora pronto per uscire di casa alla ricerca di qualcuno, che anche solo potesse fargli compagnia per una notte.

Sh*t, maybe I miss you [l.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora