{25.12.1993, Horsham, casa di Wanda e Timothy Holmes}
Quando si trattava di addobbare la casa per Natale, Wanda Holmes non amava affatto trattenersi. Aveva imparato, con gli anni, ad affinare i gusti, ad unire il raffinato al kitsch in modo da creare una vera e propria winter wonderland che non facesse male agli occhi. Era quindi possibile vedere la tenuta degli Holmes illuminata da piccole luci che percorrevano il profilo del tetto e delle finestre in maniera discreta e complementare al rosso dell'intonaco e poi, nel giardino, un Babbo Natale che si muoveva e diffondeva i classici canti natalizi assieme alle sue renne ed altre decorazioni che cambiavano ogni anno. Anche l'interno della casa seguiva lo stesso trend: un albero immenso e arricchito di palline colorate occupava un angolo del salone, altri fili di lucine ponevano l'accento su diversi aspetti dell'arredo e vi erano sparsi qua e là soprammobili rappresentanti i personaggi più evocativi del periodo.
Charlotte ammirava sempre a bocca aperta tutta quella meraviglia. A soli sette anni era sempre più rapita dalla magia del Natale, dalla bellezza che si poteva trovare anche nei posti più comuni grazie ad un fiocchetto in più. Mycroft non poteva fare a meno di sorridere e accarezzarle la testa quando vedeva le lucine riflettersi nei suoi occhi d'ambra, pregando che rimanesse sempre dolce e innocente. Sperando che non crescesse mai, che rimanesse sempre piccola così.Le aveva sistemato il cappottino color carta da zucchero prima di scendere dall'auto e le aveva tenuta stretta la mano per evitare che corresse via e rischiasse di farsi male. L'aveva avvertita che c'erano dei lastroni di ghiaccio e le sue scarpette di vernice nera avevano le suole troppo lisce per poterle permettere di non scivolare. Trattenne una risata nel vederla compiere dei passi esageratamente cauti, lasciando intravedere i collant bianchi che aveva faticato tanto a farle mettere. Riuscirono ad arrivare alla porta sani e salvi e, appena le fu data la possibilità, la bambina si precipitò dentro e saltò subito in braccio al nonno.
"Lotte!" la sgridò bonariamente Mycroft, appendendo il suo cappotto all'appendiabiti e sistemandosi i corti capelli castani. "Spogliati almeno, fa troppo caldo."
La bambina borbottò qualcosa e Timothy rise di cuore. La fece tornare a terra solo dopo averle dato un bacio su entrambe le guance.
"Papà ha ragione, togliti il cappotto o rischi di ammalarti, stellina."
Charlotte annuì seria seria, slacciandosi con cura i bottoni uno ad uno e lasciando l'indumento poi a Mycroft, che lo appese vicino al suo. Rimase poi a guardarlo, gli occhi grandi e le mani che si stropicciavano impazienti davanti alla gonnellina rossa. Mycroft si piegò sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza e le sistemò una ciocca di capelli dorati dietro l'orecchio.
"Qual è la regola?" le chiese con un sopracciglio alzato.
"Guardare e non toccare!" rispose prontamente lei, saltellando sulle gambe dall'impazienza di correre a vedere come era allestita la sala. Mycroft annuì e le sorrise.
"Puoi andare. Ma ricorda che so tutto quello che succede di là." si rialzò e la guardò correre nel salone.
Era sempre così felice e spensierata, un vulcano di energie a cui ancora non si era abituato. Lui di sicuro non era così e non lo erano neanche Sherlock e Eurus. Forse era una prerogativa degli Holmes essere più riservati degli altri, oppure era Charlotte che era ancora più energica di chiunque altro avesse mai conosciuto. Non era semplice starle dietro, riuscire ad avere quel pizzico di vitalità in più per riuscire a controllarla. Lo metteva a dura prova da sette anni a quella parte, era stato spesso sul punto di mollare tutto ed affidarla ad altri, ma avrebbe mentito a sé stesso se non avesse ammesso che erano solo minacce che si autorivolgeva. Piccole strategie di psicologia che lo portavano a voler dare di più per smentire quella fastidiosa voce che gli diceva che non era in grado di occuparsi di lei e che non sarebbe mai stato adeguato.
Era vero, era difficile e stancante, soprattutto in quel periodo in cui aveva moltissime cose per la testa. Ma doveva dare atto a quello che dicevano tutti. Ne valeva la pena quando la vedeva sorridere, quando lo abbracciava anche se lui non lo voleva, quando gli diceva, mezza assonnata, che gli voleva bene.
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Natale in casa Holmes
FanfictionNatale in casa Holmes - O di come Mycroft dimostra di saper amare. Il giorno di Natale è da sempre il preferito dei bambini. Charlotte non fa eccezione e di quella particolare giornata ama soprattutto stare assieme alla sua famiglia. Mycroft non è...