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Sapete,
io non ricordo nulla.
I volti delle persone, i luoghi, le parole, le immagini, tutto.
Sò solo chi sono, una certezza ce l'ho.
Sono Izuku Midoriya.
Me lo hanno detto.

Da quando mi sono svegliato non riesco a capire.
La gente che mi sta intorno piange, mi chiama. Sono io la fonte del loro dolore.
Vorrei sapere perchè.
Vorrei poterli abbracciare e sussurrare ad ognuno di loro che va tutto bene, ma sono il primo che ne avrebbe bisogno.

Poco tempo fa mi hanno dimesso dall'ospedale e mi hanno mandato a casa restituendomi i miei affetti personali:
Un mazzo di chiavi con un piccolo omino di pezza come addobbo e il mio telefono.
Rotto.
Una ragazza gentile con un caschetto castano e una voce ancora infantile, mi ha detto chiamarsi Uraraka, mi ha riportato a casa.

Vivo da solo.
Il mio appartamento è piccolo, buio e freddo, quasi come se mancasse qualcosa.
Noto subito la quantità di contenitori vuoti di cibo istantaneo buttati sul lavandino
"Casinista" sento
Una chioma bionda serpeggia nella mia mente ma svanisce velocemente.
Pulisco il casino nel lavandino.

Vado nella camera da letto.
Alzo le serrande e la luce della luna piena illumina la stanza, per quanto questa possa farlo.
Ci sono alcuni manga buttati sul letto distrattamente, vestiti per terra e una moltitudine esorbitante di tazze utilizzate.
"Davvero? Nana? non sapevo fossi così depresso" sento
Una risata cristallina.
Di nuovo quei capelli biondi

Che stessi ricordando?
Chi è?
Sono in cerca di qualcosa che mi faccia davvero sentire a casa, che quella persona lo fosse?

I miei occhi cadono sulla libreria davanti al letto.
C'è una scatola.
Dentro c'è un mp3

La prima canzone è O'children.
L'unica canzone è O'children.

La faccio partire, speranzoso.
(Consiglio VIVAMENTE di ascoltare la canzone)

La melodia lenta e ritmata mi entra nelle orecchie.
Il suono gentile della chitarra, la potenza delicata della batteria, le voci.
Riempiono il vuoto della mia testa e, come un'eco, le ampliano.
La riconosco.
Me la ricordo.
Non so come, non so perchè, ma sò che è importante.

Ed è qui che inizio a ricordare:

Avevi messo questa canzone e mi avevi chiesto di ballare con te.
Era un giorno qualunque.
Io stavo leggendo un libro mentre tu lavavi i piatti, come sempre.

C'era un silenzio tranquillizzante, ero felice.

Ti avvicinasti alla piccola radiolina che ho in salotto e la feci partire.
Ti girasti verso di me, a guardarmi, mentre io facevo lo stesso ma sul libro.
"Izuku" mi richiamasti. "Balla con me"
La tua mano che rivolgeva verso il mio volto, i tuoi occhi che fissavano i miei.
Accettai e intrecciai le mie mani con le tue.
Mi alzai e iniziammo a dondolare al ritmo, come se stessimo iniziando a conoscerci solo allora, come se fossimo note che hanno ancora bisogno di essere scritte.

Ci guardammo negli occhi.
Vidi il magma nelle tue iridi e tu vedesti una foresta nelle mie, una foresta sconosciuta dove io e te eravamo gli avventurieri.
Sorrisi.
Ti baciai e sorrisi nuovamente.
"Idiota" mi rimproverasti per poi appoggiare la tua testa nell'incavo della mia spalla.
"Il tuo idiota però" dissi io
Sentii una risata leggera provenire dalle tue labbra.
"Il mio idiota preferito" sussurrasti per poi guardarmi.
Le tue labbra lambirono nuovamente le mie in un bacio casto ma pieno di affetto.
Misi le braccia intorno al tuo collo e tu mettesti le tue sulla mia vita.

Eravamo una cosa sola, una melodia, delle parole senza un senso.
Continuammo a ballare anche quando la musica era finita.
Tanto la musica eravamo noi.

"Ti amo Deku" dicesti tu ad un certo punto.
"Ti amo Kacchan" ti risposi

Ma perché allora, se ero così felice, mi sento distrutto?
Perché?

"Kacchan!"

Flashback di momenti mi balenano nella testa in un momento solo.

Il tuo sorriso, i tuoi capelli, il tuo...sangue.

"Deku..."

Una lacrima mi riga il volto. Una solitaria e fredda lacrima mi riga il volto.

Perchè?
Perchè?
Perchè?

E poi, ricordo.

Una luce ti avvolge e ti porta via, via da me.

Kacchan.

Sei morto vero?
E io non me lo ricordavo neanche.

Kacchan.

Sono un fidanzato orribile vero?

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