8

184 12 1
                                    

dopo la scuola, felix invitò jisung ad andare al bar con loro. jisung dovette rifiutare educatamente, poiché aveva paura di cosa gli avrebbe fatto suo padre se fosse tornato in ritardo un'altra volta. tornò a casa in fretta, a malapena nel giusto stato d'animo quando salutò i suoi amici.

"cosa pensate che lo infastidisca?" chiese jeongin, guardando chan con grandi occhi da cucciolo.

"non lo so. sono preoccupato per lui." chan sospirò mentre guardava il ragazzo triste che abbracciava il suo braccio.

"chi se ne frega? se ci fosse qualcosa che lo infastidisce non sono affari tuoi. se voleva che tu sapessi se c'era qualcosa che non andava, te lo diceva. possiamo smetterla di parlare di lui per una volta, gesù! è sempre jisung questo, jisung quello! LO ODIO!" scattò minho e tutti lo guardarono con gli occhi spalancati.

jisung, che era proprio dietro l'angolo, si bloccò. stava tornando indietro perché aveva dimenticato qualcosa nel suo armadietto, ma si bloccò quando sentì che era l'argomento della conversazione. non poté fare a meno di tremare e iniziare a piangere quando sentì il tono di voce di minho e le cose che disse.

jisung li superò silenziosamente e si diresse al suo armadietto, senza osare alzare lo sguardo o dire una parola. felix provò a chiamare il ragazzo, ma jisung continuò solo a camminare.

"dannazione minho!" felix era più che incazzato adesso. diede un pugno al suo armadietto per evitare di prendere a pugni minho. mentre jisung tornava indietro, felix si fermò di fronte a lui. avvolse in un abbraccio il ragazzino che piangeva, ma fu gentilmente respinto.

"jisung! aspetta per favore." pregò felix. jisung smise di camminare e si voltò per affrontare il gruppo.

"mi-mi dispiace. ora devo andare. mio padre ha bisogno di me a casa." tirò su col naso mentre si voltava e continuò a camminare.

il gruppo guardò il ragazzo allontanarsi e non appena fu fuori di vista, si girarono tutti verso minho.

"cosa?" chiese minho innocentemente.

"cos'hai contro il ragazzo, seriamente?" gli chiese chan con calma.

"non vedo perché dovrei giustificare odiare qualcuno. solo perché siete tutti suoi amici, non significa che io lo voglia essere!"

"nessuno ha detto che devi essere suo amico, mostragli solo del basilare rispetto umano, minho! come fai ad essere stato cresciuto in una famiglia ricca se non hai buone maniere?"

"uso le mie buone maniere quando penso che qualcuno meriti il mio rispetto."

"COSA DIAVOLO TI HA MAI FATTO? CHE CAZZO HA FATTO PER NON MERITARSI RISPETTO?" felix interruppe la conversazione tra minho e chan, perdendo finalmente la calma.

"È SOLO UN FOTTUTO ESSERE UMANO HYUNG. NON È PERFETTO. NOI NON SIAMO PERFETTI. NESSUNO È PERFETTO, E SE PENSI DI ESSERLO PENSA DI NUOVO HYUNG. NON PUOI NEMMENO MOSTRARE DEL RISPETTO BASILARE AL POVERO RAGAZZO."

"felix non sono dell'umore giusto per le tue cazzate in questo momento. ci vediamo domani ragazzi."

in quel modo minho se ne andò. uscì rapidamente dall'edificio e si diresse dal suo autista.

mentre jisung stava tornando a casa, non poteva fare a meno di sentirsi peggio con se stesso. non sono davvero abbastanza? sono davvero così inutile? fanculo! cioè, anch'io mi odio, ma lui non mi conosce nemmeno!

quando tornò a casa, notò che l'auto di suo padre non era nel vialetto. che strano di solito è sempre qui ad aspettarmi. entrò in casa sua e, senza sorpresa, suo padre non era in casa. colse l'occasione per mangiare un panino in modo da non morire completamente di fame stanotte. vide un biglietto sul frigo, suo padre era in viaggio d'affari. non succedeva così spesso come pensi.

non aveva molta fame ma sapeva che aveva bisogno di mangiare, così si sforzò a mangiare il panino.

minho tornò a casa in una casa vuota, i suoi genitori erano partiti per un altro viaggio d'affari. si precipitò con rabbia nella sua stanza, gettando giù la borsa.

"piccolo master, dovrebbe venire a mangiare." disse educatamente la cameriera della famiglia lee, somin.

"non sono affamato adesso!" si lamentò minho.

"ok capisco" e in questo modo se ne andò.

minho fece i suoi compiti in fretta e andò a dormire.

il giorno dopo a scuola, jisung evitò tutti a tutti i costi. durante l'ora di pranzo andò sul tetto, questa volta seduto rannicchiato in un angolo. si mise le cuffie e riprodusse la sua playlist. cominciò a piangere, ripensando a tutto.

sono così...inutile. sapevo che minho hyung mi odiasse, ma sentirlo dirlo suona così...arrabbiato? disgustato? qualunque cosa fosse, ferito. questa è la mia occasione. alzati e salta jisung.

jisung si alzò, guardando oltre il bordo del tetto. la porta del tetto si aprì e sei ragazzi iniziarono a urlargli dietro, cercando di attirare la sua attenzione. non poteva sentirli, la sua musica era troppo alta. il settimo ragazzo osservava da lontano, studiando ogni mossa di jisung.

jisung sollevò una gamba sul bordo, tirandosi per alzarsi. improvvisamente sentì sei paia di braccia avvolgerlo e tirarlo giù. di riflesso, si raggomitolò in posizione fetale e iniziò a singhiozzare più forte.

le sue cuffie caddero e ora tutto ciò che sentiva era il respiro pesante dei sei ragazzi. minho stava in fondo, uno sguardo di colpa stampato sul viso mentre cercava di nascondere come si sentiva veramente per il ragazzino.

"jisung, jisung respira, va tutto bene." chan cercò di calmare il ragazzo.

felix and hyunjin guardarono verso minho, più che incazzati.

"scusa. scusa. scusa. scusa..." jisung continuava a ripetere. "FATEMI VEDERE MIA MAMMA! VOGLIO STARE CON MIA MADRE! HO BISOGNA DI MIA MADRE!" iniziò ad urlare.

nessuno tra i ragazzi sapevano cosa intendesse ma decisero che ora non era il momento di chiedere.

"jisung...perché hai...?"felix chiese dolcemente.

"NON RIESCO PIÙ A SOPPORTARLO!"

"sopportare cosa, sungie?"

"v-ve lo dirò quando sarò di più a mio agio con voi." si rotolò su un lato, incantandosi nel vuoto.

"MINHO TESTA DI CAZZO!" hyunjin i alzò e marciò verso il ragazzo, dandogli un pugno in faccia. minho se ne andò solamente. camminò via, e lontano dal tetto. non sapeva perchè iniziò a piangere, e dato che nessuno lo vide, non lo avrebbe mai ammesso.

corse a casa, saltando il resto della giornata. si sentì malissimo e ciò non gli piaceva.non riusciva ad individuare il motivo per il quale si sentiva così, ma lo odiava.

LOVE•HATE || minsung (italian ver.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora