Capitolo I - Il risveglio

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Era una bella giornata di 8 agosto, il sole splendeva e faceva un caldo tremendo. Dei ragazzi si risvegliarono in una semplice scuola e non sapevano ciò che stava per accadergli. -Buongiorno a tutti- disse una donna dalla chioma viola raccolta in una treccia entrando nella palestra.
È una donna molto alta dagl'occhi viola, un tono più chiaro dei suoi capelli tipo lilla ma più acceso. I suoi vestiti, anch'essi viola, erano ben disegnati, la manica sinistra era lunga e scendeva su tutto il braccio lasciando come una pendenza chiusa su di esso che gli arrivava al polpaccio. L'altro braccio uguale ma non proprio dato che la manica finiva a metà omero. Il suo vestito davanti molto corto con tre spaccature, due sulle cosce e una dietro creando come un mantello diviso in due che arrivava fino alla caviglia. Presentava delle calze che coprivano fino a sopra del ginocchio. Sulla pancia presentava una fascia rossa, tipo corsetto ma uno di quelli che non prendono tutta la zona. Sul collo e spalle aveva una specie di copertura viola tendente al nero che scendeva su tutto il braccio in cui la manica arrivava a metà omero. Copriva spalle e collo ma lasciava scoperto un po' il suo petto e la schiena. Le sue scarpe erano insolite, erano un misto tra dei tacchi e dei sandali giapponesi. La parte inferiore era simile a quella di un tacco ma la parte superiore era come quella dei sandali giappponesi, con due corde che partivano dal lato del piede per arrivare in mezzo al pollice. Questa corda la aveva anche intorno alla caviglia con un fiore come decorazione.
-Io sono la preside di questa scuola e vi ho portati io qui- disse con un tono fermo e deciso. Una strana donna aveva preso dei diciasettenni senza il loro consenso per portarli in una scuola a Inazuma, ben diverso dal luogo da cui proveniva la maggiorparte dei ragazzi, però a nessuno questo risultava strano. -Il motivo per cui siete qui è che due arconti vogliono distruggere Teyvat e io, arconte di Inazuma, da sola non posso farcela per questo ho bisogno del vostro aiuto dato che siete dotati di vision-. Un ragazzo molto confuso dalle treccine blu decise di parlare, l'atmosfera in quella stanza era come pesante, avevamo conosciuto da poco quella donna e già la temevamo, buono come prima impressione vero?
Il ragazzo era di corporatura minuta, non era molto alto e i suoi occhi erano una sfumatura dal blu scuro al verde acqua. Aveva un cappello verde acqua con decorazioni dorate. Questi colori si ripetevano anche sul mantello che aveva intorno alle spalle, legato con un fiocco marrone. Il mantello sulla parte posteriore era diviso in due ed arrivava al gionocchio. Aveva una camicia bianca con sopra un corpetto che gli copriva tutto lo stomaco e la pancia lasciando scoperto il petto. I pantaloni erano dello stesso colore del mantello e sotto ad esso c'erano delle calze bianche con dei rombi dorati sui lati. Intorno al fianco aveva come una fascia a cui era attaccata la sua vision, essa era celestina a cui erano attaccati, tramite due fili diversi, dei pompon con sotto delle piume che dal bianco tendenvano al celeste. Ai piedi aveva delle semplici scarpe marroni con sulla chiusura un cerchietto con il bordo dorato e l'interno blu con al lato mezzo fiocco verde.
-Perché proprio dei ragazzini tra tutti? Non poteva selezionare adulti in gamba? So a malapena allacciarmi le scarpe..- il commento del ragazzo fu abbastanza divertente agl'occhi dei diciasettenni li presenti ma sicuramente non molto divertente per la preside. -Abbiamo un simpaticone allora- controbattè la preside. Beh effettivamente il suo intervento è stato abbastanza divertente ma anche abbastanza stupido, aveva già spiegato che ci aveva selezzionato solo perché siamo in possesso di una vision, quindi non ci sono adulti con vision? Solo dei ragazzi hanno il potere di salvare la propria nazione? E oltretutto dei ragazzi inesperti e alle prime armi.. questa storia non promette bene. Mi feci coraggio e decisi di alzare la mano aspettando che la preside mi desse il permesso di parlare. -Parli pure- disse. -Perché io mi trovo qui? Io non ho una vision quindi non sarei inutile?- dissi... -Tu non ne hai bisogno- mi rispose. Io non ne avevo bisogno? Come facevo ad essere utile in una situazione simile? Come potevo essere all'altezza dei miei compagni che una vision l'avevano? Non so ma l'aria iniziava a farsi sempre più strana e iniziavo ad avere sempre più domande a cui non sapevo rispondere. La preside fece spazio agl'altri prof per farli presentare, lasciando così la palestra e i ragazzi nelle mani dei professori. Un ragazzo dai capelli blu, un po' più scuri del ragazzo con le due treccine, alzò la mano e chiese cosa fossero le vision di cui tutti stavano parlando.
I suoi capelli erano tra il blu scuro e un verde, anch'esso scuro, ma presentava delle ciocche verdi/blu sul davanti. I suoi occhi avevano un colore diverso, erano dorati. Aveva una maglietta bianca attillata, dei guanti dei quali uno più lungo dell'altro e su questo una manica come quella della preside, corta e che lasciava cadere del tessuto tipo mantello. La maglietta sulla parte destra dove aveva tutto questo presentava una copertura sulla spalla con 2 corni, uno più grande e uno più piccolo. Il collo della maglietta era alto e, intorno a quest'ultimo, aveva una collana fatta di perle con al centro un ciondolo a forma di rombo che sembrava appuntito. Aveva dei pantaloni blu scuro tendenti al viola con decorazioni dorate verso il basso interrotte dai stivali neri che gli coprivano fin sotto al ginocchio.
A quel punto una donna dai capelli biondo chiaro quasi bianco fece un passo avanti, era posizionata sulla linea dove erano presenti tutti i prof, tipo soldatini.
I suoi capelli erano sciolti dietro con la parte davanti che si legava creando dietro due rose. Una ciocca della parte davanti era divisa da questa sua acconciatura formando come una frangia che gli contornava il viso. Aveva gli occhi celesti, o meglio l'occhio dato che aveva una maschera nera che gli copriva l'occhio sinistro. Aveva un vestito come se fosse un body, era bianco e nero e da esso nella parte sotto centrale, sia avanti che dietro, c'era della stoffa che oltre a coprire le parti intime lasciava uno spacco sulle due gambe lasciandole libere. Le spalle erano completamente spoglie ma presentava dei guanti lunghi neri che le coprivano quasi tutto il braccio. Sopra questi guanti, nell'omero, aveva come delle fasciature che si ricollegavano a un mantello rosso che la ricopriva fino alle caviglie e infine aveva dei tacchi semplici neri.
-Voi avete dei poteri e sono le vision che avete attaccate ai vostri vestiti. Ci siete nati e siete qui per scoprire come funzionano- tutti interessati a quanto questa donna stesse dicendo iniziarono a guardarsi le vision e cercare di indentificare il proprio elemento. Chi l'aveva celeste e chi rossa, chi viola e chi blu, la prof iniziò a dire i nomi degli elementi e a cosa corrispondevano in natura. -"Pyro = fuoco.. Anemo = vento e Cryo = ghiaccio.. ma non potevano usare nomi più facili?"- pensavo tra me e me anche se sinceramente ci si avvicinavano. Ero confuso e in una situazione strana è normale che il mio cervello non riuscisse a comprendere tali cavolate. Mentre ero perso nei miei pensieri sentii quella donna dire che potremmo passare il nostro elemento su un'arma, come potrebbe anche solo essere possibile? Magia? -"prima userete i vostri poteri sulle vostre mani e poi li esternerete su un oggetto estraneo al vostro corpo"- sembra quasi figo e l'idea mi incuriosisce ma tanto non ho una vision -"non potrei mai esserne capace.."- ipotizzavo ripetendo nella mia testa quello che la donna avesse appena affermato. Dopo di ciò la prof biondo chiaro e occhi celesti, che si chiamava Signora, iniziò a dire le stanze del dormitorio. Fatto questo un prof del tutto pazzo, capelli celestini e una specie di maschera in viso bianca e nera, decise di fare subito lezione facendo apparire una macchina gigantesca. Ruin Guard.. UN RUIN GUARD? QUEL COSO È ENORME E NON SAPPIAMO NEANCHE COME USARE LE VISION, COME PUÒ PENSARE CHE SAREMMO IN GRADO DI SCONFIGGERLO.. dopo che qualcuno sconfisse veramente quel coso il prof ci divise.. a sinistra quelli che non avevano capito come attivare la vision, a destra quelli che lo avevano capito e al centro quelli che non sapevano che vision avevano e ovviamente.. ero solo.
Il prof aveva degl'occhi rossi che risplendevano dato che erano contornati dalla maschera per metà bianca e per metà nera. Aveva una camicia bianca con un fiocco rosa acceso sul collo. Sopra aveva un corsetto blu chiaro, quasi stessa tonalità dei suoi capelli, a righe che gli copriva la pancia e la parte sopra laterale del petto, lasciando quest'ultimo coperto dalla camicia. Sopra indossava un grande giacchetto bianco con un colletto ingombrante. I pantaloni erano dello stesso colore delle decorazioni presenti su questo suo giacchetto, con le scarpe bianche come i suoi guanti. Un dettaglio che dava più all'occhio oltre al suo stile stravagante ma elegante era l'orecchino che pendeva, era luccicante e sembrava come se al suo interno fosse presente un liquido celestino.
-Ora tu Aether vieni con me in cortile- mi disse e io lo seguì. Arrivati in cortile iniziò a dirmi che sapeva che io avevo qualcosa di diverso e che molto probabilmente venivo da un paese lontano.. Signora lo aveva informato che io ero un viaggiatore e lui già sapeva tutto del mio vaggio e il perché lo stessi facendo.. come faceva a saperlo? -"Segreti professionali"- così mi rispose.. al diavolo i segreti professionali come fa a saperlo?! Ero un po' disorientato e stavo ancora cercando di connettere tutto quello che fosse successo da quando mi ero svegliato in quella maledettissima palestra. -Ora ti confersico questa pietra, sapevo che un giorno l'avrei dovuta dare a qualcuno come te- mi disse mentre il luogo dove ci trovavamo cambiò radicalmente. Ci ritrovevamo davanti a un albero che mi sembrava alquanto famigliare ma non riuscivo a rammentare dove l'avessi visto. -Ora siamo a Windrise dove vi è una delle statue dei Sette, la vedi?- feci di si e entrambi ci avvicinammo ad essa. Il prof, Dottore, mi diede una specie di collana che come ciondolo presentava una pietra. Mi disse di adagiare la mia mano sulla statua, chiudere gl'occhi e, mentre facevo respiri profondi, di pensare a quando portarono mia sorella lontano da me. Non so perché avrei dovuto pensare a quel momento e al perché quando mi sentissi pronto avrei dovuto urlare più forte che potevo, diceva che serviva per rilasciare il mio potere dato che era come se fosse bloccato ed io lo feci. Urlai più forte che potetti e riuscii a sprigionare un tornado che racchiuse in se tutta l'acqua del laghetto che circondava l'albero per poi rilasciarla di botto. Ero stupito. Quel tornado lo creai io. Dottore più stupito ma emozionato quanto me mi fece notare il medaglione che portavo al collo e come in esso si sia formato il simbolo anemo. CHE FORTE! ORA ANCHE IO AVEVO UNA VISION!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2021 ⏰

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