chiave inglese.

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«Simone stavo pensando che per far integrare meglio Matteo nella classe oggi potrebbe venire a casa nostra e passare un po' di tempo con te»

Dante pronunciò queste parole mentre il figlio sistemava i libri nello zaino, la conversazione iniziò sotto lo sguardo attento di Manuel che, come sempre, lo affiancava, e del nuovo arrivato che timidamente era poggiato alla cattedra vicino al professore.

«Oggi? Oggi non posso, devo aiutare Manuel con una moto»
«Manuel è così indispensabile oggi l'aiuto di Simone? Non potete rimandare a domani?»

E Manuel avrebbe voluto rispondere che la presenza di Simone per lui era sempre indispensabile, per qualsiasi cosa, ma non poteva trattenerlo e soprattutto non aveva nessun motivo per farlo.

«no non c'è problema, faccio da solo»
«perfetto, se vuoi quando hai finito con la moto puoi venire a cena da noi»

Dante lo sapeva che al figlio della moto di Manuel non fregava assolutamente niente, cercava solo di passare più tempo possibile con l'amico, quindi cercò di recuperare questa cosa per evitare che si incazzasse con lui come al solito.

Simone sbuffò e finì di chiudere lo zaino, il padre come al solito si era aggiustato i fatti suoi non pensando che magari a lui non andasse di passare del tempo con il nuovo arrivato. Non gli aveva fatto niente e a dirla tutta gli sembrava anche un tipo simpatico, Simone sapeva di star riversando il disappunto nei confronti di suo padre verso il ragazzo, ma davvero in quel momento gli veniva impossibile fare la persona gentile.

«non penso prof, però grazie»

I quattro uscirono dalla classe e i due amici si separarono davanti ai loro scooter con una pacca sulla spalla, le cose tra di loro andavano come erano sempre andate, Simone era sempre innamorato di lui e Manuel ne era consapevole, questo però non aveva cambiato niente tra di loro, nemmeno dopo il primo bacio, o dopo il secondo, o dopo quella notte da cui ormai erano passati mesi.
Simone semplicemente aspettava che gli passasse questa sbandata e Manuel continuava a far finta di niente.

Dopo aver pranzato a casa Balestra i due ragazzi si misero davanti alla PlayStation, a Simone pian piano passò l'incazzatura con il padre e iniziò a conoscere meglio Matteo che si rivelò molto più espansivo e simpatico di quello che sembrava a scuola.

«come ti sembra la classe?»

Simone lo chiese incuriosito mentre premeva qualche tasto del joystick, erano una classe strana, ne era consapevole, quindi voleva sapere che prima impressione si era fatto il ragazzo.

«ho visto che bene o male siete un gruppo abbastanza unito anche se magari tra di voi siete più legati con determinate persone, tipo tu e il tuo ragazzo»

Simone sentì chiaramente un pugno in pieno petto anche se nessuno in quella stanza si era mosso. il suo ragazzo. Non aveva idea del perché Matteo avesse avuto quell'impressione di loro due, era la prima volta che qualcuno parlava di loro in quel modo e lui non sapeva se piangere o ridere.

«il mio ragazzo? Manuel non è il mio ragazzo»
«ah oddio scusa, è che... Ecco... No vabbè, mi sembrava»

Matteo sembrò un po' impacciato e Simone distolse lo sguardo dal gioco per puntarlo su di lui.

«io sono gay ma a Manuel non piacciono i maschi»
«avrei giurato il contrario»
«perchè?»
«per come ti guarda»

Per come mi guarda? E come mi guarda? Simone rimane spiazzato davanti a quella frase, Manuel lo aveva sempre guardato nello stesso modo, prima di quella notte, durante quella notte e dopo quella notte, gli sguardi nei suoi confronti erano sempre gli stessi, certo, gli aveva detto che con lui era diverso ma chiaramente non a tal punto da sembrare il suo ragazzo, sennò lo sarebbe, no?
Simone si riprese solo quando Matteo si schiarì la voce sentendosi un po' colpevole dell'evidente stato di trance del ragazzo.

Chiave inglese. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora