capitolo2

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Passarono 3 anni e mezzo. Ed eccomi ancora qui. Appena tornata da una missione iniziata tre anni prima. Avevo rischiato di morire diverse volte, ma nessuno poteva farmi fuori.
Le voci avevano iniziato ad espandersi, ed appena sono tornata mi hanno tutti accolto con un gran "abbraccio"! Ma che Cazzo dico?
Nell palazzo tutti mi veneravano.
Fuori dal palazzo nessuno osava guardarmi negli occhi. Altro che bella vita.
Arrivata mi  ridiedero la mia vecchia stanza con il mio vecchio laboratorio. Qui progavo circa un assassinio a settimana, ma solo per tenermi in forma. In quel momento le missioni piú facili le lasciavano ai piccoli. Approposito di piccoli. Io non sbaglio mai!
Il piccolo angioletto era stato ucciso da uno dei grandi. Quanto ci ho goduto. Lo stesso giorno ero andata sulla sua tomba. Gli sputai addosso e me ne andai.. Perché si era meritato una tomba?
La gente era ció che mi faceva sentite meglio. Erano così impotenti davanti a me.
Mi bastava guardarli che loro cambiavano strada scappando.

"-Non è un bene."
Lo guardai negli occhi smettendo di pulire un pugnale.
Lui continuò
"-non è un bene spaventarli. Come farai fra 2mesi?"
"-farò come faccio adesso"
Tornai a guardare la lama. Una macchia rossa scura era rimasta incrostata nella parte superiore della lama. Non si era ancora tolta nonostante le ore passate a provarci. Si era cristallizzata nella lama, come quegli affreschi che avevo visto in missione. Il colore era rinchiuso nella parete in eterno, niente lo avrebbe cancellato.
"-il contratto finirà, lo sai anche tu. Loro non saranno più in grado di difenderci dalla legge."
"-se nessuno mi ha uccisa prima, nessuno mi ucciderà dopo il contratto. La legge non mi spaventa." poggiai il pugnale.
Mi alzai e mi avvicinai ai fucili.
Non mi piacevano: Non danno alla persona la possibilità di difendersi, il che non mi sembrava giusto. Poi non senti l'odore della morte: sprofondando il pugnale nel loro collo e senti i loro ultimi secondi di vita... Non amavo niente più di quella sensazione.
"-dovrebbe, molto è stato cambiato. Molti sono stati presi"
"-Non avrai mica paura di Morire Ale?" dissi scandendo bene la parola Morire.
"-si, e dovresti averla anche tu, mia cara Lisa!"

Lo cacciai fuori dalla stanza e mi stesi sulla brandina.
Il grigio mi circondava: le pareti, le armi, il tavolo, il cielo, il mio cuore.
Chi aveva bisogno dei colori? L'unico colore che ci era permesso di vedere era il rosso. Il sangue. Ancora cristallizzato nel pugnale mi dava una qualche speranza: le parole. Quell'ultimo uomo, cosa mi aveva detto. Mi aveva colpito al cuore. "Se uccidi come se niente fosse sei già persa. Non ti hanno fatto niente, fai quello che ti dicono altri e ti ritieni forte? Uccidimi ora, fallo come se niente fosse successo! Uccidimi come hai ucciso gli altri!" così feci. Io ero in grado di ubbidire, ed avevo obbedito.
Il sangue non poteva essere il suo, ma ogni volta che lo vedo è lui.
Uccidiamo come non fosse  niente. Ci uccidiamo fra di noi e ridiamo.
Posso dubitare di ciò che mi ha cresciuto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2017 ⏰

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la ragazza del quattordicesimo compleannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora