"Però prof, gli dica di tornare. Gli dica che le manca, che ci manca, che mi manca."
Manuel ci ripensa spesso a quando ha detto quella frase al padre di Simone, a quando tutto sembrava così difficile.
E invece, per quanto la situazione fosse complicata, non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella in cui si trova adesso.
Ora, con Simone immobile in un letto di ospedale, Manuel si sente morire perché sa che non può chiedere a Dante di dire a suo figlio di tornare. Nessuno può farlo.
Simone questa volta deve decidere di tornare da solo.
Manuel, ingenuamente, ha anche provato a sussurrare qualche timido: "Torna da me, Simò", come se lui potesse sentirlo anche se è in sala operatoria e Manuel invece è seduto nella sala d'attesa.
Chiude gli occhi per un attimo e sospira. Rimane in quella posizione per qualche minuto, con la testa reclinata all'indietro e gli occhi chiusi, con la speranza che quando li riaprirà Simone avrà fatto lo stesso.
Ma quando li riapre, davanti a sé vede solo sua madre che lo guarda.
"Vai a casa, Manuel. Hai bisogno di dormire un po'" gli dice.
Gli posa una mano sulla guancia, lo accarezza dolcemente come solo una mamma sa fare.
Ma Manuel scuote la testa. "Non posso."
"Dante ci chiamerà se cambia qualcosa" cerca di convincerlo Anita, ma Manuel è irremovibile.
"Voglio esserci quando si sveglia" dice semplicemente. Cerca di ignorare la voce nella sua testa che tenta di correggere il quando con un se.
Non può pensare all'eventualità che Simone non si svegli.
Simone deve svegliarsi. Hanno ancora troppe cose da fare insieme, troppe cose da dirsi, e Manuel non può sopportare l'idea di perderlo.
Anita non replica, ormai consapevole che non può fare nulla per convincere Manuel ad andare a casa. Si siede accanto a suo figlio, e aspetta.
Aspettano entrambi, è l'unica cosa che possono fare.
"Mamma?"
Anita si gira verso Manuel. Sono rimasti in silenzio per un po' prima che lui la chiamasse.
"Dimmi."
"E se Simone non si sveglia?"
Anita sente il cuore spezzarsi sentendo la voce di suo figlio incrinata sotto il peso della paura.
"Si sveglierà" dice convinta.
"E se non lo fa?"
È terrorizzato, Anita se ne rende conto.
Lo attira a sé e lo stringe tra le braccia, come faceva quando era piccolo e si svegliava in preda a un incubo.
Tra le braccia di sua madre, Manuel si concede finalmente il lusso di crollare.
Lascia che la paura prenda il sopravvento e non si vergogna di farsi vedere in lacrime da sua madre, stretto nel suo abbraccio mentre se ne stanno seduti nella sala d'attesa dell'ospedale.
"Ho fatto un casino, mamma."
Anita lo stringe di più. Manuel sembra così piccolo tra le sue braccia e lei, se solo potesse, si farebbe carico di tutto il suo dolore.
Ma non può, e quindi si limita a stringerlo e ascoltarlo.
"Sono successe delle cose tra me e Simone, cose che io volevo cercare di ignorare. Ma Simone no, lui voleva parlarne, lui vuole sempre parlare di tutto. Alla fine abbiamo litigato, gli ho detto delle cose orribili. Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di chiarirci" dice Manuel tra le lacrime.
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Have you ever looked fear in the face and said I just don't care?
FanfictionLa maggior parte delle azioni di Manuel nei confronti di Simone sono dettate dalla paura. Ma ci sarà un momento in cui Manuel riuscirà a guardare in faccia quella paura e a fregarsene?