prologue

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"Il tuo appartamento è all'ultimo piano" mi comunica la signora con dei pessimi gusti nel vestire.
"La terza porta da destra" continua porgendomi le chiavi che penzolano dalle sue mani screpolate. Come possibile che abbia le mani screpolate a giugno? L'unica risposta che la mia mente riesce a dare è che la signora deve aver trascorso il suo weekend giocando a Dora l'esploratrice sulla cima delle Alpi con -2 gradi. Risposta poco plausibile date le sue dimensioni corporee ed il suo trucco stampato sul volto. Non ce la vedo questa signora di mezza età a scalare le montagne innevate: avrebbe mollato dopo i primi 100 metri di camminata e avrebbe lasciato una scia dietro di se alla prima pallotta di neve che le avrebbe colpito il viso dati i chili di fard e cipria su di esso.

"Cara ti ribadisco che l'affitto va pagato il 28 di ogni mese, i ritardi sono poco accetti, ma sono sicura che con te non avrò problemi, sembri proprio una brava ragazza" mi confessa strizzandomi una guancia tra i polpastrelli del pollice e dell'indice. Io le regalo un sorriso stirato caricando le ultime scatole e valige in ascensore.
"Forza Robbie, andiamo" richiamo il mio amico a quattro zampe intento ad esplorare l'ambiente a lui sconosciuto. Corre prontamente nella mia direzione, saltando sulle mie gambe e protraendosi verso le mie guance per leccarmi il volto in segno di affetto.
"Ah un ultima cosa" mi richiama la voce squillante della donna bionda ossigenata proprio mentre il mio dito fa pressione sull'ultimo pulsante dell'ascensore.
"Spero che tu raccolga i regalini che lascerà il tuo cane qua e là, sai, non verrei che gli altri condomini si lamentassero..." il tono squillante della sua voce si attenua pronunciando le ultime parole come un borbottio. Lascia lo sguardo vagare per la stanza mentre picchietta le sue unghie finte sul muro di marmo, facendo rimbombare quel piccolo suono fastidioso in tutto l'atrio. Robbie le risponde abbaiando come se avesse capito quanto disprezzo nei suoi confronti ha rigurgitato la donna nella frase appena pronunciata. Evito di rispondere altrimenti rischierei di farmi cacciare ancor prima di mettere piede in quella che sarà casa mia. Le regalo semplicemente un sorriso falsissimo che lei riesce a malapena intravedere tra le porte dell'ascensore che si chiudono.

"Che stronza" sussurro non appena sento la cabina salire. Robbie risponde scodinzolando alla mia affermazione facendomi capire di essere d'accordo con me.
"Non ci fare caso Robbie, questa dev'essere alquanto esaurita, basta vedere il suo vestiario..."
Pantaloni in pelle, probabilmente di una taglia in meno, che mettono in risalto tutte le sue curve anche più del dovuto, corpetto con scollo a cuore che sbatte in faccia al suo interlocutore il suo seno super prosperoso, zeppe alte forse dodici centimetri che lasciano intravedere le unghie dei piedi di un colore rosso acceso ed infine i suoi capelli ossigenati, con tanto di ricrescita, raccolti in due codine che Britney Spears spostati.
Non ho idea di che lavoro faccia la signora ma diciamo che il suo guarda roba non lascia molto spazio alla mia fantasia. Lo so, sono crudele, ma ci vuole del sano coraggio per vestirsi in tale modo alla sua età.

Inserisco la chiave nella serratura, giro un paio di volte et voilà: la mia nuova dimora. In realtà è molto meglio di quello che mi aspettavo: una volta aperta la porta mi ritrovo davanti un tavolo con quattro sedie, subito a sinistra il piano cottura ed il frigorifero e poco più in là del tavolo c'è un piccolo divano posizionato esattamente di fronte ad un televisore di media grandezza. Dietro il divano ci sono delle scale che conducono ad un piccolo soppalco nel quale è posizionato sulla destra un grande letto a due piazze e precisamente opposto ad esso è situata una porta che deduco essere il bagno. Ma la mia sorpresa è data tutta dal meraviglioso terrazzo al quale si può accedere tramite una gigantesca finestra di quello che dovrebbe essere il salotto. La vista è spettacolare pur essendo un piccolo monolocale in periferia e aguzzando la vista si riesce anche ad intravede tra gli altri palazzi la meravigliosa cupola di San Pietro.
Lascio ancora per qualche secondo che il vento scompigli i miei capelli castani, giusto il tempo di realizzare che questo panorama adesso mi appartiene ed insieme a lui tante responsabilità da quella che mia madre chiama un'adulta "in fase sperimentale" o tirocinante.

Sono le 8:30 di un giovedì mattina e la vita a Roma è già molto frenetica: i clacson suonano, i treni  sfrecciano in lontananza, le serrande dei negozi si alzano, qualcuno si è appena svegliato ed apre le finestre per dare il buongiorno al mondo invece ad altri il buongiorno è stato rovinato dall' autobus perso nonostante la corsa. Nel mentre le rondini danzano, giocando tra le nuvole bianche che oggi decorano il cielo, regalando agli spettatori un concerto senza precedenti. Chissà cosa si staranno dicendo. Davanti a tutta questa normalità mi viene da sorridere, a Roma anche l'aria che mi accarezza il viso ha un qualcosa di speciale.
"Andiamo Rob, abbiamo un po' di cose da sistemare" dico distraendo il mio amico a quattro zampe dalla lucertola con cui stava giocando.
"L'ultimo che arriva in ascensore è una prugna secca!" Esclamo iniziando a correre verso la porta d'ingresso ancora aperta. Robbie abbaia in segno di protesta per essere partita prima di lui o semplicemente per manifestare nuovamente il suo profondo disgusto per le prugne secche.

Ammirare tutto- AlexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora