"UN GIGANTE?"
<<Ehi! EHI! Nicole, ferma!>>
Nicole si voltó di scatto: ancora distava soltanto cento metri dal palazzetto.
Era Leila Smith, la cugina di Justin. Leila aveva la sua stessa etá, e si conoscevano dai tempi della scuola materna; Nicole non aveva mai provato molta simpatia per lei, infatti a quel che ricordava, si erano parlate cinque volte a stento, ogni volta che era da sola o triste.Non avevano mai avuto molta confidenza, e in realtá a Nicole importava ben poco di lei, dato che aveva altre amiche, e per giunta piú popolari di lei, come Hannah ed Emily.
Non che Leila le avesse mai fatto uno sgarbo, anzi, ogni volta che Nicole aveva l'umore a terra durante le ore di scuola, Leila lesi era sempre avvicinata per confortarla o aiutarla.
Era una ragazzina molto smilza, portava l'apparecchio e aveva la pelle piuttosto chiara.
Aveva dei capelli lisci come l'olio, e biondi, che le scendevano lunghi fino al bacino. Aveva anche qualche neo scuro sul viso, che faceva "risaltare" i suoi occhi di colori diversi: Leila aveva un occhio marrone quasi verdognolo e uno azzurro. Ma diciamo che la sua scarsa popolaritá e l'essere spesso esclusa da tutti i gruppi e le iniziative scolastiche e inter-scolastiche, non contribuivano affatto a farla essere amica di Nicole, che l'aveva sempre considerata un po' inutile e brutta.Beh magari questo pensiero era stato influenzato particolarmente dalle sue amiche, ma non le interessava ne' questo, ne' tantomeno fare amicizia con una persona come Leila.
<<Oh... ciao Leila>> le disse Nicole frenando il suo passo svelto e sforzando un sorrisetto quasi compassionevole. <<Ero alla partita, Nicole. Ho ecco... visto il tuo errore e come le tue, ehm... compagne si sono comportate con te, volevo assicurarmi che stessi bene>>, Leila l'aveva raggiunta e aveva ancora il fiatone per essere corsa dal palazzetto fino a lí. Nicole non sapeva cosa dirle, era frustrata per l'episodio di Hannah e Emily, ma un po' (molto in fondo) rassicurata dal fatto che almeno qualcuno si interessasse a lei;
<<Oh, grazie Leila... ehm, non dovevi scomodarti, davvero... comunque, sí sto bene e... ecco io, stavo andando a casa, sai... ho delle cose da, ecco... fare, sì>> le rispose alla fine. Non aveva molta voglia di fermarsi a parlare, tantomeno con Leila.
<<Oh, bene, davvero>> le disse lei in tono sincero. Sembrava sincera e vera.<<Ecco sì, volevo la conferma che tu stessi bene... e comunque non devi pesarci neanche per un secondo a quello che ti hanno detto ok? Sei una persona fantastica, non meriti di...>> ma Leila non fece in in tempo a finire la frase che Nicole la interruppe, <<Grazie... davvero. Ma ehm, devo proprio andare, ecco si, ehm... ciao Leila>> <<Oh, certo non c'è problema! Ci... vediamo allora... a scuola, tra non molto... ciao!>>.
Nicole finse di nuovo un sorriso di approvazione e si voltó di nuovo, diretta verso casa; Leila era stata carina nel suo gesto, certo, ma Nicole era ancora troppo infuriata e sconvolta per rendersene conto, ma non voleva neanche pensare ad Emily e Hannah, dato che se lo faceva si arrabbiava ancor di piú; "Pure lei mi ci voleva ora, quella... che crede pure di essere mia amica... ci saremo parlate dieci volte a malapena in tutti questi anni... e adesso viene da me e mi chiede CoMe StO... ma falla finita..." si ritrovó a pensare Nicole mentre imboccava la via di casa sua.
Erano soltanto le sei, ma sua madre era giá tornata a casa da lavoro. Arrivó davanti casa, si appoggió al muretto ed estrasse dalla borsa le sue chiavi con il portachiavi a forma di palla da pallavolo. Le infilò nella serratura ed entró; non aveva voglia di parlare con nessuno, ma proprio con nessuno... nessuno poteva capirla in quel momento.
Aveva appena perso la partita piú importante del campionato per colpa sua, aveva praticamente chiuso con le sue due migliori amiche e come se non bastasse la sfigata della scuola all'improvviso sembrava voler essere sua amica. Si richiuse la porta alle spalle e cercó di raggiungere in punta di piedi le scale per salire al piano di opra, dove si trovava la sua stanza; ma appena provó a salire il primo scalino esso scricchioló.
<<Nicole? Sei tornata? Non mi dici niente?>> le disse sua madre dalla cucina con tono sorpreso.
Ormai Nicole non aveva scampo, doveva andare in cucina e salutare sua madre, sperando che non le chiedesse niente della partita, ma è come chiedere a un pesce di smettere di respirare sott'acqua, pensó lei. <<Si mamma, sono a casa!>> le rispose Nicole andando verso la cucina, cercando di avere un tono piú naturale possibile. <<Com'è andata la partita? Avete vinto?>> ovviamente la prima cosa che le chiese sua madre quando Nicole strisció in cucina fu questa. <<No... o meglio ci eravamo vicine ma alla fine abbiamo fatto qualche errore e abbiamo perso...>>.
Sua madre doveva aver intuito che non aveva molta voglia di parlarne, infatti non le chiese piú niente, nè che riguardasse la partita né altro.
Nicole si fissava le scarpe, non sapeva proprio cos'altro dire.
<<Beh dai, sicuramente il prossimo campionato andrá meglio. Manca poco all'inizio della scuola, e inizierá un torneo nuovo no?>> le disse sua madre con tono consolante, rompendo il silenzio, mentre le passava un bicchiere di limonata. <<Si, spero>> rispose lei con tono asciutto, mentre afferrava il bicchiere di limonata che la mamma le stava porgendo.
Si riavvió verso le scale, e scivoló nella sua stanza senza il minimo rumore. Non ne aveva voglia ma doveva: doveva mettersi a studiare. Si sedette alla scrivania, tiró fuori i libri e gli appunti di grammatica e si mise a studiare.
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It's not over || Harry Potter
Fantasy"A Londra era una tranquillissima giornata di fine agosto. Gli uccellini cinguettavano e volteggiavano nell'aria, volando leggeri verso i grandi e verdi alberi di Hyde Park. Nessuno si sarebbe mai aspettato che presto la vita di quattro ragazzine sa...