"conosci il mio nome, non la mia storia"

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                       CAPITOLO 1

La sveglia suonó.
Erano le 6.00 di lunedì, era iniziata un'altra noiosissima settimana.
Mi rigirai nel letto, cercando di ignorare la sveglia, ma dieci minuti dopo suonó di nuovo, e così mi arresi. Scesi dal letto per andare in bagno, dopo di che mi sedetti in cucina a mangiare una brioche.

Tutti dormivano, tranne mia madre che si era svegliata sentendomi. Mi raggiunse in cucina e mi schioccó un bacio sulla fronte.
"Buongiorno tesoro" disse lei, "giorno" risposi io.
Poi lei tornò a letto.

Finito di mangiare la brioche e qualche biscotto mi alzai dalla sedia e mi stiracchiai un po'. Ero così stanca, avevo dormito pochissimo per colpa dei pensieri che mi frullavano in testa.
Senza pensarci troppo mi catapultai in camera. Presi un paio di jeans, una maglia bianca e sopra una camicietta di jeans legata davanti.
Entrai in bagno e mi misi davanti allo specchio.
Mi misi le mani nei capelli pensando a quello successo il pomeriggio prima, alzai le maniche e guardai i tagli.
Non erano molto profondi, ma erano molti.

Mi ripresi da tutti i miei pensieri e guardai l'ora: 6.30. "Mi devo muovere" pensai.
Mi lavai i denti e la faccia, per poi mettermi le lenti a contatto: non sopportavo gli occhiali.
Mi truccai con un po' di matita e mascara, per poi pettinarmi i capelli biondi.

Misi le scarpe e portai fuori il cane, faceva molto freddo ed era ancora buio.
Erano le 7.00 e lo riportai a casa, lo pulii dal fango sotto le zampe e lo lasciai andare sul letto. "É così dolce.." pensai.

Era l'unico che mi capiva davvero, nonostante fosse solo un cane.
Ma non era 'solo un cane'. Per me era una creaturina così dolce, così felice e paziente, che mi trasmetteva la sua allegria.

Mi ripresi da questo mio pensiero e presi lo zaino, aprii la porta e uscii. Mi diressi verso la fermata del pullman, dovevo solo attraversare il cortile.
Misi le cuffie nelle orecchie e aspettai. Arrivo poco dopo.
Mi sedetti in fondo, e passando davanti alla mia prof di religione che prendeva il pullman con me, la salutai. "Buongiorno prof", "Buongiorno Valentina" ricambió lei.
Alzai il volume della musica e iniziai a pensare.

~FLASHBACK~
Avevo 9 anni, ero in camera con mio fratello Marco di 3 anni.
Sentivo i miei litigare pesantemente quando all'improvviso sentii mia madre gridare "mi fai schifo, sei un uomo di merda!".
Uscii dalla camera per andare a vedere.
Erano sopra alle scale nell'androne, mio padre doveva andare a lavoro.
Lo vidi avvicinarsi furiosamente verso mia madre, e poi spingerla con forza giù dalle scale. Cadde di schiena e tiró un urlo di dolore. Mio padre dopo averla presa per i piedi e trascinata in casa se ne andó.
Lei chiamó l'ambulanza, spiegandole la vicenda. Arrivó poco dopo, ma con i carabinieri.

Io ero terrorizzata, mi ero chiusa in camera a piangermi addosso, dovette aprire Marco la porta. Subito dopo arrivó mia nonna che stette con noi mentre mia madre veniva portata in ospedale.
I carabinieri sapevano già che fare. Dato che non era la prima volta che mio padre le alzava le mani, lo andarono ad arrestare sul lavoro e siccome facendo la guardia giurata aveva la pistola gli tolsero il permesso di usarla.

Stette in galera 3/4 giorni, per poi uscire ed essere licenziato.

I miei vivevano separati in casa: entrava uno e usciva l'altro. Non sopportavo quella situazione..

~FINE FLASH BACK~
Mi ripresi da quello stato di trance e scesi dal pullman, dirigendomi verso casa della mia migliore amica, per andarla a prendere e poi andare a scuola.

Ehi, ehi, ehi.
Sono nuova, e volevo scrivere una storia per vedere come me la cavavo.

Scusate se ci sono errori, ma ero di fretta.
Spero vi piaccia.
Accetto le critiche

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