Capodanni e nuovi inizi

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Come si illuminano i tuoi occhi

Sembrano lucciole, sembra estate

Li ho visti splendere anche la notte

in cui mi dicesti: "Io devo andare"



Simone se li ricorda bene gli occhi di Manuel.

Anche se lo evita da mesi, anche se negli occhi non l'ha più guardato. Lui se lo ricorda bene e probabilmente non li dimenticherebbe nemmeno se sbattesse la testa contro un muro (cosa che, tra l'altro, ha spesso voglia di fare).

Ma comunque, Simone si ricorda bene gli occhi di Manuel. Semplicemente perché non si possono dimenticare gli occhi della persona che ami. Nemmeno se lei non ti ricambia, nemmeno se tu smetti di guardarla per non soffrire.

Certe cose non si dimenticano. Punto.

Simone ha notato gli occhi di Manuel per la prima volta all'uscita della palestra.

Era fine settembre, la scuola era iniziata da poco. Primo anno per Simone, secondo per Manuel.

Il venerdì mattina la classe di Simone aveva educazione fisica alle prime due ore. Dopo di loro c'era quella che all'epoca era la 2ª B, la vecchia classe di Manuel.

Simone si ricorda bene il momento in cui è uscito dallo spogliatoio con il suo braccialetto tra le mani, mentre se lo rimetteva al polso, e si è scontrato con un ragazzino più basso di lui che arrivava nel senso opposto.

Ricorda che il braccialetto gli è scivolato dalle mani ed è caduto a terra, ricorda che il ragazzino si è chinato a raccoglierlo e gliel'ha restituito osservandolo attraverso i ricci che gli coprivano la fronte.

Simone ricorda bene quel paio di occhi scuri. Così bene che quando due anni dopo Manuel è entrato nella sua classe, l'ha riconosciuto proprio dagli occhi.

E da quel momento, i suoi occhi lo hanno perseguitato al punto che Simone sa leggerci dentro ogni emozione che Manuel prova.

Ha visto la felicità, quando ridevano insieme seduti nel suo garage. Ha visto la tristezza, quando Manuel gli raccontava di essersi messo nei casini con Sbarra solo per dare una mano a sua madre.

Ha visto la sofferenza quando è andato a prenderlo dopo che era stato picchiato, la paura quando lo ha accompagnato a risolvere i compiti assurdi che Sbarra gli affidava.

Quello che non avrebbe mai pensato di vedere in quegli occhi era il desiderio, seguito poi dall'imbarazzo e dal pentimento.

E invece aveva visto anche quello, la sera del suo compleanno.

Simone ricorda bene lo sguardo di Manuel che si sposta dagli occhi alle sue labbra, ricorda il bacio subito dopo, ricorda il modo in cui lo ha guardato quando ha iniziato a toccarlo attraverso il tessuto dei jeans. Un misto tra paura e desiderio.

Simone ricorda bene che Manuel a un certo punto aveva chiuso gli occhi, nello stesso momento in cui lui si era concesso di andare oltre e infilare la mano oltre il bordo dei boxer, e allora lui gli aveva chiesto - no, lo aveva supplicato - di aprirli e guardalo.

Manuel lo aveva fatto. Aveva tenuto lo sguardo fisso su di lui tutto il tempo, concedendosi di abbassare gli occhi solo per un attimo mentre anche lui iniziava a sbottonare i pantaloni di Simone.

"Guardami" gli aveva intimato Simone. "Voglio che mi guardi, Manuel."

E Manuel si era lasciato guidare da quel tono autoritario che normalmente non apparteneva al più piccolo.

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