Prologo.

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Prologo.

[I contenuti di questo "libro" sono frutto della mia fantasia, nessun personaggio qui descritto corrisponde alla realtà.]

Ero distesa sull'immensa scrivania di legno scuro in mezzo a tutte le pratiche mentre le sue labbra stavano succhiando avidamente il mio collo.

Il mio corpo nudo e bramoso era bloccato sotto la sua sagoma molto più grande di me e non mi permetteva di muovermi.

Ero giunta ad una conclusione: i suoi pantaloni andavano tolti...

Ma non potevo muovermi dato che le mie mani erano immobilizzate sopra la mia testa, bloccate da una delle sue.

"Per favore..." supplicai umiliata.

Mi ero ridotta a voler un poco di contatto per colmare il desiderio che fremeva e consumava ogni parte del mio interno.

"Per favore cosa?" chiese severo. Il suo viso era calmo e aveva tutto sotto il suo controllo attento. La mascella era serrata, le vene del suo collo tese e le labbra socchiuse, gonfie. Le sue iridi mi scrutavano con sguardo malizioso e vincitore. Il suo viso sarebbe stato spaventoso se non avesse passato gli ultimi 20 minuti a baciare, succhiare e leccare ogni parte del mio corpo nudo.

Stava palesemente vincendo il gioco che si era creato tra di noi.

"Ti prego, sono pronta!" le parole che nella mia mente sembravano così coerenti uscirono sotto forma di gemiti incomprensibili.

Harry si passò una mano nei ricci disordinati e umidi, chiuse gli occhi meditando su cosa avrebbe dovuto fare.

Una delle sue grandi mani, con le dita contornate dagli anelli si fermò sul suo rigonfiamento molto visibile. La premette e mi guardò intensamente.

Mi morsi il labbro facendolo quasi sanguinare mentre lo guardavo procurarsi un minimo di piacere.

"Piccola..." gemette per poi chinarsi e sussurrarmi all'orecchio.

"Sei mia..." leccò e morse la pelle della mia mascella e continuò.

"Quindi deciderò io quando sarai pronta ad essere presa sulla mia fottuta scrivania."

La sveglia suonò.

Ero tutta attorcigliata nelle coperte e soprattutto sudata.

Il cuore batteva forte nella mia gabbia toracica e l'adrenalina correva veloce nelle mie vene. Chiusi gli occhi cercando di calmarmi e pensare come una persona sana.

"Merda..." imprecai.

Avevo un problema molto grande, che non affliggeva solo me ma la maggior parte della popolazione femminile di New York e dintorni.

Intendiamoci sognare il tuo sexy e ignaro capo Harry Styles alto, dai capelli ricci e profondi occhi verdi non è così grave. Quando questi sogni però, diventano spinti a tal punto, risulta difficile confrontarsi con il tuo superiore tutti i giorni essendo la sua assistente personale, soprattutto se fino a poche ore prima stavi sognando di essere presa violentemente sulla sua scrivania.

E questi problemi, naturalmente, dovevano affliggere me. 

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