L'ansia mi stava mangiando vivo.
Mi sembra assurdo che dopo tutto ciò che abbiamo passato ci siamo ridotti a questo. Davvero, non riesco a crederci.
Era una giornata tranquilla, la prima dopo settimane infernali passate a litigare, anche per cose inutili, eppure il fato aveva in serbo ben altro rispetto alle litigate per noi quel giorno.
E' iniziato ad andare tutto male quando, dopo l'ennesimo litigio della giornata, prese ed uscì di casa. Nessuno dei due però sapeva che quella sera non sarebbe tornato.
La mia vista era offuscata dalle lacrime ed ero come pietrificato davanti al tavolo del salotto mentre davo le spalle alla porta. Non mi voltai nemmeno quando la sentii sbattere violentemente, anche se il mio corpo venne scosso da un potente spasmo per lo spavento. Aspettai lì non so per quanto. Sentivo l'aria mancare. Stavo soffocando con le mie stesse lacrime per quante ne uscivano.
Avevo bisogno di un po' d'aria. Feci qualche passo tremante verso la porta di vetro accanto al frigo che dava sulla veranda e l'aprii. Misi un piede fuori e subito venni travolto dal pungente freddo di fine autunno. Non mi preocupai neanche di tornare indietro per prendere una giacca, bensì avanzai fino a trovarmi con tutto il corpo fuori, esposto al gelo di metà dicembre.
Tra le mie labbra era apparsa una sigaretta. Non avevo il vizio del fumo, ne fumavo giusto una ogni tanto per sfizio, anche se in questo periodo ero arivato a finire un pacchetto nell'arco di tre giorni, quando solitamente uno mi durava anche più di una settimana. Buttavo fuori il fumo dalla bocca, che subito si condensava a causa del freddo facendolo diventare una densa nube grigiastra, che a tratti mi impediva anche di vedere quello che avevo davanti.
Cercai di non pensare a niente. Provai a portare quella cortina di fumo dal tanfo orrendo ad offuscarmi la mente, ad invadere il mio cervello bloccandolo per almeno un paio di minuti, ma era fottutamente impossibile. Appena chiudevo gli occhi mi si palesava davanti il suo volto distrutto, rigato dalle lacrime e con una durissima linea sottile al posto delle labbra, che aveva ormai preso il posto del suo bellissimo sorriso.
Erano secoli ormai che non lo vedevo, quel suo sorriso. Quello che mi ha fatto innamorare perdutamente di lui tempo fa e che ora forse non avrei più rivisto.
All'improvviso due mani che mi scuotevano mi riportarono alla realtà. Era tornato? Non ce l'aveva più con me?
Mi voltai, lasciandomi guidare da quelle stesse mani che non avevano mai lasciato la presa sulle mie spalle, e mi ritrovai spinto di getto nella cucina di casa mia. Ero leggermente stordito dalla rapidità con cui era avvenuto il tutto. Il tonfo che emise la porta-fnestra che veniva chiusa mi riscosse definitivamente. Alzai lo sguardo pronto ad incontrare il suo, ma non vidi quello che mi aspettavo.
A guardarmi con occhi di fuoco c'era il mio migliore amico, Matt. Spostò lo sguardo per tutta la casa, soffermandosi qualche secondo di più sul salotto.
-Cristo...- buttò fuori in un sospiro, poi riprese -Ma cosa cavolo è successo qua dentro?
Aspettò un attimo, metabolizzando ancora tutto il casino della casa e quuello che avevo dipinto in volto, infine chiese a voce bassa, non sapendo cosa aspettarsi come risposta :-Dov'è Gavin?
Bella domanda.
-Guardati, sei sconvolto e stai tremando. Come ti è saltato in mente di uscire fuori con questo freddo a maniche corte, ci sono 5 gradi.
Si passò le mani sul volto. io ancora non avevo aperto bocca, ma suppongo sappia perfettamente cosa fosse successo. D'altronde con lui mi ero sfogato in questi giorni, da chi altri potevo andare sennò
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second chance
Romanceun incidente regala ad una coppia una seconda opportunità per rimediare a tutti li sbagli commessi durante la loro relazione. Okay riassumere non è proprio il mio forte, quindi vi consiglio di leggere questa storia per saperne di più ;)