Capitolo 1.

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Posso farcela. 
A occhi chiusi, inspiro profondamente, preparandomi ad ammettere il peggio del peggio.
<<L'ho lasciato, me ne sono andata dal nostro appartamento e ora lavoro come barista.>> al di là del solito trambusto del bar, quell'annuncio è accolto da nient'altro che silenzio. Apro gli occhi. Il tizio cinquantenne di fronte a me, che, decisamente, non è uno dei miei genitori, sbatte le palpebre. <<Non guardarmi così, Oliver.>> Oliver ha gentilmente acconsentito a intraprendere il ruolo di mamma e papà, nonostante non abbia mai incontrato i miei genitori. E' un cliente abituale del bar in cui lavoro, così ha finito di conoscere parecchie cose circa la mia attuale situazione. <<Allora...troppe informazioni per te?>>
Lui scuote la testa.
<<Certo che no. Sapevo già tutto. E penso che ti vorranno bene indipendentemente da tutto.>>
<<Sei solo gentile perché ho accettato di occuparmi di casa tua per il prossimo mese.>> questo mese, Oliver dovrà partire per un viaggio e io mi sono offerta di occuparmi della sua casa mentre sarà via. E poi, ho anche disperatamente bisogno di togliermi dal divano dell'appartamento della mia migliore amica. <<Forse non dovrei proprio dire nulla ai miei genitori.>>
<<Rachel, sai che devi informarli su cosa sta succedendo.>>
<<E' solo che non sono pronta a raccontare che la loro ''brillante figlia'' forse...non è così fantastica come pensavano.>>
Pulisco i residui appiccicosi sul bancone, gesto che sottolinea il mio pensiero. 
Eppure, fare la barista è molto meglio che essere pugnalata alle spalle per una promozione. Proprio dall'uomo che teoricamente avrebbe dovuto amarmi.
Prendo il piatto di Oliver e lui mi porge la carta di credito, insieme a una chiave dorata.
<<Alla reception sanno di doverti aspettare, stasera. Adonis è un pò nervoso, quindi fai attenzione.>>
Adonis è il suo alano, nonché la ragione principale per cui Oliver ha bisogno che qualcuno si occupi della casa.
<<Oh...già gli manchi?>>
<<Probabilmente sì. E' come se lo sentisse, quando sto per partire per un viaggio.>>
<<Quindi...parti davvero stasera?>>
<<Col primo volo. Ho qui le valigie.>>
Da un colpetto alle valigie al suo fianco.
<<Uff. Okay. Spero di non combinare qualche disastro!>>
<<Andrà tutto bene, Rachel. Buona fortuna e grazie. Ci vediamo tra un mese.>>
Ore dopo, mi ritrovo nel palazzo di Oliver, completamente esausta per una dura nottata di lavoro. 
5:30 del mattino. Detesto fare il turno di notte al bar.
Mi guardo intorno con le sopracciglia sollevate. ''Crane Tower''? 
Wow, okay. Leggermente lussuoso.
Mentre mi avvicino alla porta di Oliver, sento abbaiare dall'interno dell'appartamento. Oh-Oh. E Adonis? 
Mi affretto ad entrare nell'appartamento. Non appena metto piede dentro, vengo praticamente travolta dall'alano di quasi 90 chili.
<<Bau! Bau! Bau!>>
<<Adonis! Che succede, bello? Non eri così, l'ultima volta che ci siamo visti.>>
<<Bau!>>
In un paio di occasioni, Oliver ha portato Adonis al bar, in modo che potesse almeno conoscermi.
Devo forse...mostrargli un pò di affetto.
<<Vieni qua, bello. Vuoi qualche grattatina sulla pancia?>>
Adonis si butta per terra e gli gratto la pancia.
<<Bau!>>
Avrà abbaiato per tutta la notte?
Mi guardo intorno nell'appartamento e resto a bocca aperta.
<<Wow. E' davvero qui che vive Oliver?>> il posto è enorme, con soffitti alti e mobili costosi. <<Non avevo idea che fosse così ricco.>> ma mentre sto ancora cercando di studiare l'appartamento...sento bussare rumorosamente alla porta. <<E ora, che c'è?>>
Di fronte a quel rumore, la coda di Adonis inizia a muoversi.
<<Bau!>>
<<Chi è, Adonis?>> sono le 5 di mattino! Chi diavolo bussa alla mia porta così presto? Adonis gratta impaziente la porta. <<E' troppo presto, non credi, bello?>> mi alzo sulle punte dei piedi per guardare dallo spioncino. Non riconosco la persona dall'altra parte della porta, ma sembra arrabbiata. <<Accidenti.>> timidamente, apro la porta. <<Uhm. Posso aiutarla?>>
<<Dove diavolo è Oliver?>>
<<Non è qui. C'è qualcosa che non va...>>
<<Taci.>>
<<Scusi?>>
<<Stai. Zitta. Quel dannato cane ha abbaiato per tutta la notte.>>
Lo fisso scioccata.
Evidentemente, quel tizio è uno dei vicini di Oliver...e non un vicino amichevole.
<<Oh. Io, uhm. Mi dispiace. Sono appena arrivata qui e...>>
L'uomo fa un passo avanti, invadendo il mio spazio personale, sovrastandomi, con uno sguardo torvo dipinto sul viso.
<<Non m'interessano le tue scuse. Tieni buono quel dannato cane.>> Adonis annusa prima me e poi l'uomo, ringhiando. <<Fantastico. Il cagnaccio mi crea ancora problemi.>>
L'uomo alza una gamba all'indietro. 
Di fronte al mio sguardo inorridito, si ferma, fissandomi.
Oh mio Dio, stava per dare un calcio a Adonis. Devo proteggere Adonis!
<<Ehi!>> affronto l'uomo, ignorando la differenza di altezza. <<Che diavolo di problema ha? Vuoi che chiami l'amministratore?>>
<<Questa è bella, ragazzina. Dovrei essere io a chiamare l'amministratore per te!>>
Mi faccio beffa della cosa.
<<Allora tieni ferme le mani! Che razza di orribile di persona può pensare di fare del male a un cane?>>
<<Che cosa hai detto?>> l'uomo mi spinge per una spalla, facendomi barcollare all'indietro. <<Quel maledetto cane ha tenuto sveglio l'intero palazzo per tutta la notte!>>
<<Ed è colpa mia? Io sono appena arrivata!>>
<<Stai veramente cominciando a seccarmi ragazzina.>>
<<Ragazzina?>>
<<Ehi, ehi, dov'è l'incendio?>> lì in piedi, c'è uno degli uomini più alti che io abbia mai visto in vita mia. Santo cielo. Adesso c'è anche una montagna davanti alla mia porta. Tale montagna si fa avanti con le sopracciglia alzate, ma il sorriso spontaneo sul suo viso non viene meno. <<Senza offesa, ma sono abbastanza convinto che l'intera città vi stia sentendo, ragazzi.>>
<<Mi puoi biasimare? Questo maledetto cagnaccio mi ha tenuto sveglio tutta la notte.>>
Ma l'uomo del mistero si limita ad alzare le spalle.
<<Andiamo, amico. E' solo un cane. E poi, è un bravo cane. Vero, Adonis?>>
<<Bua!>>
Adonis salta addosso all'uomo misterioso, scodinzolando. E' evidente che lo conosce.
Ritrovo la voce e mi rivolgo al nuovo arrivato.
<<Ehi...mi dispiace molto per il rumore.>>
<<Non si preoccupi. Come ho detto, è solo un cane. Abbaiare fa parte del pacchetto, giusto?>>
<<Giusto.>>
<<Beh, e questa stronza qui?>>
<<Mi scusi?>>
<<Senti.>> il nuovo arrivato fissa l'altro uomo con uno sguardo improvvisamente duro, stringendo i profondi occhi verdi. <<Non mi piacciono gli uomini che molestano le giovani donne e cercano di fare del male ai cani. Quindi, perché non te ne vai di qui, prima che chiami la sicurezza! O, magari, la polizia?>>
L'uomo arrossisce violentemente.
<<Mi stai minacciando?>>
<<Già.>>
<<Che cosa?>>
<<Comunque, lasciamo perdere. Vattene.>> per fortuna dopo avermi lanciato un'ultima occhiataccia, gira sui tacchi e se ne va. La montagna umana si volta verso di me, con sguardo preoccupato. <<Ehi, tutto bene?>>
Wow, mi ha veramente salvata. Devo ringraziare quest'uomo misterioso per aver preso le mie difese.
<<Ehi, ehm...grazie.>> capisco che sto arrossendo, ma gli sorrido. <<Sei un vero cavaliere dall'armatura splendente.>>
Lui si abbandona a una risata spontanea.
<<Sono più un giullare che un cavaliere.>>
<<Un giullare, eh?>>
<<Oh, sì. Adoro quei cappelli con le campanelline.>>
<<Canti e balli, anche?>>
<<Ovviamente.>>
<<Accetti richieste?>>
Ridacchiando, si passa la mano tra i capelli.
<<Forse, non alle cinque del mattino.>>
<<Giustissimo.>>
<<Comunque, sei sicura che vada tutto bene? Quel tizio era un vero cretino.>>
<<Già. Adonis abbaiava davvero così forte?>>
Lui ridacchia, grattando Adonis dietro le orecchie. Solo allora, noto le borse sotto ai suoi occhi.
<<Non che sia un grosso problema, ma...sì. Temo che Oliver si sia dimenticato di portarlo fuori per la passeggiata serale.>> Adonis ansima, spingendo contro la gamba dello sconosciuto. <<A proposito, dov'è Oliver?>>
<<Oh, è in viaggio per lavoro. Io mi sto occupando della casa per lui. Ero letteralmente appena arrivata, quando quel tizio ha cominciato a urlarmi contro>>
<<Oh. Sei la nipote di Oliver?>>
Mi osserva attentamente scendendo fino ai miei piedi, per poi risalire verso il mio viso.
Deglutisco, ignorando il rossore che mi sta ricoprendo il viso.
<<No, assolutamente no. Lui è uno dei miei habitué. Strano, vero?>>
Il ragazzo batte per un attimo le palpebre e sembra perplesso.
<<Uno dei tuoi habitué?>>
Sembra sinceramente scioccato.
<<Sì! E'...come un vero amico. Ma abbiamo legato e gli piaccio, così...>>
<<Ah. Capisco.>> l'uomo si acciglia, col suo senso dell'umorismo improvvisamente scomparso. L'ho offeso in qualche modo? <<Comunque, forse dovresti portare Adonis a fare una passeggiata. Probabilmente il poveretto non esce da un pezzo.>>
<<Oh. Okay.>>
<<Bene. Notte.>>
Chiudo la porta, guardando Adonis.
<<Che strano. Cosa è successo a quel tizio?>>
<<Bau?>>

La sera dopo, sto chiudendo il bar quando la mia migliore amica, Bree, mi raggiunge dalla cucina.
<<Allora, come stanno andando le cose nel paradiso dei ricchi?>>
Bree fa la cameriera ed è grazie a lei se sono riuscita ad ottenere questo lavoro.
<<Beh, c'è questo tizio...>>
<<Sì! Questo è sempre un buon inizio.>>
<<Piantala. E' solo il vicino del piano di sopra di Oliver.>>
<<E' sexy?>>
<<Super sexy. Lasciamo perdere...>>
<<Beeeello.>>
<<Taci. Comunque...>> pronuncio quella parola lentamente, lanciando un'occhiata a Bree. <<E' strano. Non sembrava un tizio che vive in un lussuoso attico.>>
<<Beh, e come sembrava?>>
<<Era...piuttosto normale.>>
<<Mi stai decisamente tenendo all'oscuro.>>
<<Comunque, è stato gentile. Mi ha salvato da quello stronzo del palazzo.>>
<<Ooooh, un vero principe azzurro! E tu lo hai conquistato con le tue astuzie femminili, giusto?>>
<<Baaaasta!>>
<<Assolutamente no.>>
<<Il fatto è che, all'improvviso, tutto è diventato strano. Mi chiedo se l'abbia offeso o cosa.>>
<<Uhm...magari era super geloso del fatto che Oliver si fosse portato a casa sua una donna come te?>>
<<Che cosa? Non è possibile che abbia pensato che stessi con Oliver. Mi ha chiesto se ero la nipote di Oliver.>>
<<Tu che cosa hai detto?>>
<<La verità. Che non lo ero e che Oliver è uno dei miei habitué.>> Bree annuisce, poi spalanca occhi e bocca. Un attimo dopo, è piegata in due dalle risate. <<Che c'è?>>
<<Il tuo habitué in che senso?>>
<<Un mio cliente abituale al bar. No?>>
<<Sì, tesoro. Detta così, la definizione è più chiara.>> mi appoggia una mano sulla spalla, sogghignando. <<Ma detta in quel modo, nel corridoio di un lussuoso appartamento, con te così carina e sexy senza darlo a vedere...>>
<<Sexy senza darlo a vedere? Che cosa diavolo significa?>>
<<Probabilmente, lui ha pensato che tu fossi il tesorino sexy di Oliver.>>
<<Oh mio Dio. Ha pensato che fossi una squillo? Io? Tra tutte le persone sulla faccia della terra? Non può assolutamente aver pensato questo!>>
<<Insomma, sono successe cose più strane.>>
<<Già...è questo che ha pensato di me?>>
<<Beh...io penso di sì.>>
Mi ribolle il sangue per l'indignazione e l'umiliazione.
<<Non posso crederci! Solo perché faccio le ore piccole, pensa a qualcosa di simile? Chi si crede di essere? E poi, per questo, mi ha pure trattata in quello strano modo! Pura discriminazione.>>
<<Uhm. Beh, potresti sempre...>>
S'interrompe, con un luccichio malizioso negli occhi.
<<Oh-oh. Conosco quello sguardo. Che cosa ti sta passando per la testa?>>
<<Beh, puoi sempre vendicarti.>>
<<Vendicarmi?>>
<<Mmm. Voglio dire...se vuole che tu sia un tesorino sexy...allora gliene daremo uno.>>
<<Che cosa?!>>

Il miliardario della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora