Unknown

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C'è rimedio alla solitudine? C'è rimedio a quella costante consapevolezza che non ci sarà mai nessuno per te quando ne avrai bisogno? É questo quello che mi chiedo da sempre.

Ero seduta lí a bere un drink in piena solitudine, come ogni sera, quando ad un tratto apparve davanti a me uno staniero dalla chioma dorata e occhi che rispecchiano il colore dell'Oceano che fa per venirmi a parlare

"Cosa ci fai qui da sola? Mi disse totalmente privo di emozioni
"Non sono affari tuoi" rifatto infastidita
"Certo, ma ricordati che io...-" Non fece in tempo a finire la frase che andò via
"Tu cosa?" Cercai di rincorrerlo invano, era già andato via, tuttavia rimasi lì seduta a scolarmi il mio solito Gin lemon terapeutico senza pensare troppo a quest'ambiguità poco dopo incamminandomi per casa.

Il giorno dopo mi ritrovai di nuovo nello stesso bar di sempre con la speranza di rincontrarlo.

Con mia delusione lui non c'era tuttavia sentivo la sua voce rimbombare nella mia testa che sussurrava
"Non...non dovevi..."
Mi sentii impotente e presa dall'inquietudine scwppai a casa senza nemmeno pagare il drink.

Mi stesi sul letto cosi da rimanere in silenzio con me, rimuginando e cercando di sentire quello straniero di nuovo, anche se, non sentii nulla.

Dopo qualche ora, con il presentimento che qualcosa di brutto sarebbe accaduto sentii di dover andare via. 
Andai prima a bussare a casa di mia sorella, Amy, sposata con due figli, che purtroppo non era in casa, sconfortata tornai al Range's bar,pagai il drink di prima e me ne presi un altro, stavo sprofondando nella solitudine sentendomi impotente di fronte alle mie giornate vuote, alla routine che ormai mi stava stretta.

Andai a dormire, ebbi un incubo, o  forse un sogno in cui Adam, mi parlava, sentivo solo la sua voce nel buio
"Io sono Adam...Non importa tu non dovevi, Isa.." , fino a quando mi svegliai di soprassalto
"Come sa il mio nome?"

Il giorno dopo sempre nello stesso luogo, lui era lì. Seduto sulla sedia affianco alla mia e prima che io potessi proferire parola

"Ora sai il mio nome, tuttavia scoprire chi sono spetta a te, Isa, esci dall'ordinario, per me." disse andandosene via da me.

"Ok Adam, scoprirò tutto di te" dissi con la faccia incollata al computer facendo ripetute ricerche sempre con la stessa parola chiave "Adam di Wales* Ebbene si, abito a Wales.

La tragedia era dietro l'angolo.

Con mio scetticismo tuttavia riuscii a trovare la sua vita di casa anche se stranamente diceva che il Sign. Adam Fountain. Chiusi il computer e mi fionda da lui, a due isolati da casa mia.

Bussai e mi aprii una donna sulla settantina, forse sua madre? Bene, lei mi disse che conosceva Adam, era suo figlio anche se...
Adam Fountain era morto da ben 10 anni, mi disse addolorata mettendosi una mano sul cuore, anche se io non le crebbi.

Mi invitò a prendere un tè in casa sua per discutere, In casa c'erano tutte foto di Adam, l'uomo dal bellissimo aspetto con cui, a detta della madre, la vita fu troppo crudele.

Tutta via toccando le sue foto impolverate lo sentii vicino, non dissi niente a sua madre e dopo una chiacchierata alquanto inusuale su suo figlio, morto, che io avevo incontrato al Range's e che mi veniva in sogno...
Sua madre fece un gesto alquanto strano però, mise un'altra sedia al tavolo in cui eravamo solo io e lei e addirittura anche un tè...

La liquidazione con poche parole di circostanza è me ne andai.
Tuttavia io quell'uomo del mistero lo rincontrarei.

*Qualche giorno dopo*
Ero in biblioteca, come ogni martedì cercando qualcosa che nella mia vita non c'era e che volevo trovare in un libro. Mi venne in aiuto lui, il bibliotecaio, per niente una brutta compagnia che che aiutò a trovare trovare che faceva per me. Si presentò, Cameron, alto, con gli occhi color smeraldo e capelli castani come il legno.

Lui non era misterioso, anzi supee carino nei miei confronti.

Parlammo del piu e del meno, di libri e di vita quotidiana e mi invito ad uscire del suo bar preferito, il Range's bar.

"È anche il mio!" Pensai ma non glielo dissi

Cameron era lì ad aspettarmi e quando arrivai lo vidi, vestito con un jeans strappato e una t-shirt nera, wow quanto era bello.

"Che ci fai tu qui a Wales?"

"Sono qui da sempre, anche se a 24 anni vivo ancora con i miei, sto cercando di inseguire un sogno ma mio padre continua a farmi notare notare il fatto che io ho un posto sicuro nell'azienda di borse di famiglia, tuttavia a me non interessa minimamente. E tu?"

"Wow, io sono un semplice bibliotecario, sono nato in un quartiere povero di Wales e con le mie forze sono arrivato qui, al centro." Mi rispose con una velata tristezza

"Hey, per me fare il bibliotecario non è cosa da niente. Specialmente se è ti piace ciò che fai. Non esserne mai triste" Cerco di rincuorarlo

"Grazie Isa" E mi fece un sorriso

"Figurati" Ricambiai

Continuiamo a parlare, anche un po battibeccando, sul nostro stile di vita e sulle nostre idee contrastanti sui generi di libri

Mi riaccompagnò a casa e ci salutammo, anche se io pensavo al fatto che, Adam, l'ultima persona a cui dovevo pensare, di cui non sapevo assolutamente niente, mi teneva ossessionata e attirata a lui come una calamita.

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