Su un filo di seta

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Su un filo di seta

Alba Prattichizzo


"La bellezza senza colore sembra in qualche modo appartenere ad un altro mondo"

Murasaki Shikibu



Ogni kimono ha una storia da raccontare.

Sulla seta scorrono pensieri e parole ricamati in fili d'oro, sentimenti cuciti addosso capaci di mettere a nudo l'animo umano.

I colori parlano di noi e quando ti manca il coraggio per farlo sarà il kimono a parlare per te. Fidati di lui e lui si fiderà di te.

«Nonna, che storia racconta questo kimono?»

«È una storia d'amore e di amicizia, di dolore e morte, di perdono e rinascita.»

«Io ci vedo solo neve e inverno»

«Vai oltre quello che vedi, prova a sentire quello che ha da raccontare. Prova a leggerlo, piccolo mio»


Sono cresciuto nella bellezza

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Sono cresciuto nella bellezza.


Sono cresciuto nella bellezza, educato da donne in un mondo racchiuso tra le mura di quel negozio che appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni.

Incastrato tra i vicoli del quartiere di Ginza, protetto dagli sguardi indiscreti dei turisti, riservato a chi ama la tradizione e ne fa il suo credo, c'è Kimono Ya Aoi, la mia casa, la mia famiglia, la mia infanzia.

Abitavamo al secondo piano sopra il negozio, io, mamma e nonna Nobue.

Il primo piano riservato alla vendita al dettaglio di kimono fatti a mano e usati, ma è sul retro che avveniva la vera magia.

Il laboratorio, da cui si poteva accedere anche dalla stradina sul retro, era il mio posto preferito al mondo. Lì, mentre nonna ricamava a mano fiori di loto e farfalle su seta, i kimono prendevano vita e mi raccontavano storie di dame di corte e samurai, di donne disperate d'amore e di uomini senza pietà, di madri e figli e di padri scomparsi. Ed io ogni volta vivevo mille vite diverse, dimenticando chi fossi e sognando chi avrei voluto diventare.

Sono cresciuto nella bellezza, educato da donne perchè nonno morì pochi mesi dopo la mia nascita e mio padre non so chi sia.

Mamma lasciò casa e scappò via per amore che aveva appena diciassette anni. Tornò un anno dopo, sola, triste e con me in braccio di pochi mesi. Nonno era morto di cancro credendola perduta per sempre.

«Non fu la malattia a ucciderlo, ma il dispiacere.» mi diceva nonna.

Non so perchè mi sono sempre sentito responsabile anch'io.

Su un filo di setaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora