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"Mi piacerebbe chiamarti.
Non ora.
Forse un giorno
tra diec'anni.
Mi piacerebbe sentir quel rumorino nel telefono.
E poi la tua voce.
Che poi diec'anni son tanti
e magari cambieresti voce
ed io non la riconoscerei.
Ti direi tante di quelle cose
ma solo cose belle.
Ti parlerei dei miei capelli cresciuti
delle unghie che ho smesso di mangiare.
Ti parlerei dei luoghi visitati
dei desideri espressi guardando una stella cadere.
Ti parlerei dei libri scritti e cestinati
di quelli conservati.
Ti parlerei dei sogni
del presente che era il futuro che ci spaventava.
Ti racconterei delle foto attaccate alla parete
del rumore della città.
Ti direi che il tempo passa
ma noi no.
Percepirei il tuo sorriso
lo sentirei nascere.
«Perché sei sparita?» ti domanderei.
E solo il tuo silenzio
quel silenzio assordante
sarà la risposta.
E allora ti direi che in dieci anni ha piovuto tanto ed ogni anno mi venivi in mente tu.
Ti direi che il soffitto era bianco
e di notte si riempiva di te.
E non attaccherei,
non poserei quel telefono,
senza dirti
«dieci anni sono tanti ma ti amo come sempre, o forse di più»"

"Se tu mi avessi vista ogni volta in cui pensavo di averti riconosciuto in mezzo alla gente, se tu mi avessi sentito il battito, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare. Se tu mi avessi vista piangere quel giorno al cinema mentre mi passavano davanti immagini di persone che sorridevano e si cercavano, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare. Se tu avessi visto cosa mi succedeva alle mani e agli occhi quando il mio telefono squillava e non aspettavo nessuna chiamata, o quando ricevevo una chiamata da un numero sconosciuto e rispondevo e non era nessuno, ma proprio nessuno, perché non eri tu. Se tu mi avessi vista. Se tu ci fossi stato quel giorno in cui mi hai detto che forse le cose si sarebbero sistemate, che forse saresti tornato, ma per adesso no, per il momento no. Mi tremavano le gambe, non mi reggevano più, e mi sono dovuta appoggiare al muro più vicino, e sentivo la tua voce nel telefono che diceva "mi dispiace, non sai quanto mi dispiace" e trattenevo le lacrime per parlare ancora un po', ancora un altro po', 'ché non ero mica scema: lo sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che mi avresti parlato con quel tono dolce. Se tu mi avessi guardata negli occhi mentre mi strappavi anche l'ultima illusione, adesso sapresti che non ti perdonerò mai. Se tu mi avessi vista quel giorno al mare, un giorno in cui sembrava tutto tranquillo, e invece no, e invece ascoltavo una musica triste, troppo, e con gli occhiali da sole fingevo di stare bene mentre piangevo in silenzio. Se tu mi avessi vista quel giorno lì, e quella sera in cui ballavo sui tavoli completamente fuori di me e urlavo a tutti che ero libera, libera, libera, e ogni volta in cui pronunciavo la parola "libera" sorridevo, e perdevo un pezzettino di me. Nessuno era più triste di me al mondo, io che mi vantavo di essere libera. Nessuno è meno libero di chi ama e non è amato. Quando ami e non sei amato, ogni più piccolo momento della tua giornata è scandito dalla mancanza. Se tu mi avessi vista quella notte con quel tizio che si impegnava tanto ad essere abbastanza, ma non ci riusciva nemmeno un po', se tu avessi visto lo scatto che ho fatto quando ha provato ad accarezzarmi una gamba mentre parlavamo di niente, ora non saresti qui. Se tu avessi sentito i miei pensieri quando cercavo di convincermi che in fondo, in fondissimo, non eri quello giusto, non andavi bene, non mi facevi nemmeno troppo ridere e poi all'improvviso mi tornava in mente come facevi l'amore, come facevamo l'amore su quel tuo divano e come mi baciavi e come mi mangiavi, e allora facevo mille passi indietro sulla strada della guarigione; se tu avessi sentito i miei pensieri adesso non mi chiederesti di pensarci. Se tu sapessi quante volte ho detto di no ad altri occhi pensando ai tuoi occhi, se tu sapessi quante volte non ho mangiato o quante volte ho mangiato troppo quando mi tornava in mente una primavera con te, se tu sapessi quante canzoni ho dovuto smettere di ascoltare, quante parole ho dovuto smettere di pronunciare, quante volte mi sono svegliata in piena notte pensando che fosse tutto falso, e invece era vero, verissimo, non c'eri più e non tornavi mai; se tu lo sapessi, adesso mi lasceresti stare.
Vai via, dunque. Vai via.
Di me, per te, non c'è rimasto niente."

"Io ti mancherò.
Arriverà il giorno in cui ti verrò in mente e ripenserai a tutto quello che abbiamo passato. Lo rivorrai. Rivorrai me. Rivorrai quel 'noi' che eravamo.
Io ti mancherò.
Non so quando succederà, però so che succederà. Ma io non ci sarò."

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