"Be'? Cosa fai lì impalato? Muoviti!" rise Louis di gusto.
Di certo non aveva ancora superato la fase della pubertà, pensò Harry, constatando che avesse ancora i lineamenti da bambino, così delicati e dolci, quasi femminili.
Ma la sua risata partiva dal profondo, dal petto, e risuonava roca nella stanza, così dannatamente adulta.
Harry era un ragazzo gentile, aiutava la servitù', apriva le porte alle donne, giocava con le figlie delle cuoche.
Era un così, tutto cuore e animo.
Metteva così tanto di se stesso in ogni cosa che faceva, che lasciava dei piccoli frammenti del suo cuore ovunque.
Nel passeggino di quel neonato con cui si era fermato al parco a giocare, nel laghetto di casa sua dove lanciava il pane ai cigni e alle papere, anche nei capelli di quella ragazza a cui aveva infilato una margherita nella treccia.Meno male che aveva un cuore grande come tutta Londra.
Per questo tendeva ad invaghirsi un po' di tutte le persone che gli passavano a tiro, ragazzi e ragazze incondizionatamente.
Si era infatuato di quella bambina con i capelli rossi, che era stata così gentile da lasciargli contare tutte le lentiggini che aveva sul nasino all'insù.
Del figlio del fornaio, che una volta gli aveva regalato un panetto al burro. E così come si innamorava, si disinnamorava ancor più' facilmente.
Poteva innamorarsi della ragazza a cui aveva aperto la porta e, appena chiusa quest'ultima, non l'avrebbe neanche più' rammentata.
Era così che funzionava per Harry e gli andava più' che bene, ma quando Louis gli aveva tirato la mano per aiutarlo, si era completamente, esageratamente, dannatamente cotto di lui.
In un attimo aveva associato il profumo di Louis alla rosa di maggio, al muschio e all'orchidea; i suoi capelli al colore del legno e i suoi occhi, oh i suoi occhi, come poteva associarli a qualcosa di esistente? Erano gli occhi di Dio, e non si poteva accomunarli a nulla che sulla terra esistesse.
Così iniziò a raccogliere gli ultimi manoscritti rimasti sul pavimento, sfiorandogli qualche volta la mano, volutamente, nocca contro nocca.
-
"Harry! Hai fatto quel che dovevi?" urlò dallo studio il padre del piccolo, dalla esatta parte opposta della loro dimora.
Eppure Harry lo sentì.
Aveva fatto quello che doveva?
Dio, non se lo ricordava proprio.Tutti i fogli, gli appunti, i riassunti, le pagine, i libri, tutto spazzato via da un paio di occhioni azzurri visti giorni prima.
Harry aveva scritto un piccolo elaborato sul colore degli occhi di Louis, sulle pagine finali di 'Guerra e Pace'.
Non capiva per quale assurdo motivo ci fossero delle pagine bianche alla fine di un libro, le cosiddette 'endpapers', le aveva sempre trovate così inopportune in effetti e elencare tutte le sfumature di azzurro che c'erano negli occhi di Lou gli sembrava un modo perfetto per sfruttarle.
Stava aggiungendo alla sua lunga lista di tonalità il 'ceruleo', che il pugno forte del padre sulla porta di camera sua lo interruppe.
"Harold, ho di meglio da fare. Hai finito questo commento scritto sul romanzo che ti ho dato da leggere?"
Di solito era felice, il piccolo Harry, di far esaminare i suoi lavori al padre, ma questa volta quell'uomo burbero era visto solo come una distrazione.
"Certo, padre" disse alzandosi svogliatamente dal suo bel letto a due piazze per allungare le mani verso i fogli lasciati sulla scrivania in ciliegio.
![](https://img.wattpad.com/cover/36713557-288-k590818.jpg)
STAI LEGGENDO
Endpapers
Fiksi RemajaQuesta è la storia, un po' particolare, di due ragazzi un po' particolari. Londra, 1908. Louis e Harry sono due bambini che si conoscono per pura casualità. Il più grande, figlio del libraio di fiducia del padre di Harry, consegna i libri proibiti (...