I CAPEZZOLI DI QUELLA MAGNIFICA DONZELLA

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Era un mercoledì mattina quando li vidi per la prima volta, lei era lì, non stava facendo niente in particolare ma per me era come se stesse compiendo l'impresa più ardua del cosmo.
Ero incantata da quella donzella, non appena ti passava accanto ti riempiva le narici di un forte odore di sudore, che neanche il professore di tecnica dopo una corsa campestre poteva permettersi.
Ero incantata dalla forfora che decorava i suoi folti, unti, lunghi capelli castani.
Incantata dai rotolini che si lasciavano intravedere per la schiena.
Ma c'era qualcosa che più di tutte mi incantava... quei suoi duri capezzoli.

Io la guardavo, non riuscivo a fare a meno di guardarla, ma non era lei che fissavo; era una cosa più grande, più dura... erano i suoi magnifici capezzoli, erano così duri che si intravedevano dalla maglietta bianca e io non riuscivo a smettere di bramarli, volerli; la voglia di toccarli, morderli, leccarli superava ogni mia ambizione. Erano diventati il mio punto fisso, mi tornavano in mente in ogni istante della mia giornata, non uscivano dalla mia psiche. Qualsiasi cosa mi corcondasse mi riportava loro alla mente, erano diventati un'ossessione. I capezzoli più belli del pianeta terrestre mi stavano lentamente logorando, stavo diventando pazza, non ero più in grado di pensare consapevolmente. Quei dannati, perfetti, duri capezzoli erano stati la mia rovina.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 18, 2022 ⏰

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