Esperienze con le tazzine

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Hermione camminava su e giù sul pianerottolo della sua stanza, scaldandosi le braccia.

Grimmauld Place era tornata ad essere fredda e malridotta dopo che la famiglia Weasley aveva lasciato Sirius da solo.

Il palazzo riprese le vecchie sembianze decadenti e logorate, le stesse di quando l'Ordine, decise di farne il loro Quartier Generale.

L'impressione che fosse il periodo di Natale in quella grande casa, si avvertiva solo in cucina, addobbata per la festività, nel resto del palazzo, i muri, le porte, le stanze, le finestre, trasudavano un senso di inquietudine e di tristezza.

La strega non appena udì qualcuno scendere in cucina per fare colazione saltò giù dalle scale ed entrò nell'ala più calda e vivibile della casa. Al grande tavolo posto al centro della stanza erano già seduti il signor Weasley, che stava decisamente meglio dopo l'aggressione al Ministero, Lupin e Tonks.

Lei prese a sedere al suo solito posto e cominciò a chiacchierare con Arthur, tornando a parlare del suo intervento al San Mungo, entusiasta di esser stato curato con delle medicine babbane e che se mai gli fosse ricapitato di star male (Molly pregava di no), non avrebbe esitato a sperimentare nuovamente quelle cure su di lui.

La signora Weasley lo guardava di sbieco ogniqualvolta raccontava quella storia ed Hermione dovette soffocare una risatina.

Nel frattempo che la conversazione mutava dallo stato di salute del signor Weasley agli ultimi avvenimenti del Ministero, il resto della casa scendeva in cucina, pronti per iniziare la giornata.

Ron si sedette accanto ad Hermione, mentre Ginny prese posto dall'altro lato della strega che a sua volta sedeva accanto ad Harry e vicino a quest'ultimo sedeva Sirius, che quella mattina, si era svegliato con una strana sensazione. E siccome nessuno aveva intenzione di ascoltare le lune storte di Sirius, tranne Harry, tutti, quella mattina, si rovesciarono addosso a Lupin o al Signor Weasley, per dialogare.

La maggior parte degli inquilini che abitava a Grimmauld Place era a tavola per fare la colazione, mancavano solo i gemelli.

Molly, non appena si accorse della loro assenza, li chiamò ai piedi delle scale scalcagnate del grande palazzo, minacciandoli di scendere in tempo per salutare Lupin e Tonks.

Hermione in cuor suo sperava, invece, che quella mattina non fossero scesi, che avessero fatto colazione più tardi, che una volta tanto potessero restare nella loro dannata stanza a fare le loro dannate cose, senza disturbare in giro e infastidire nessuno.

Al contrario, dopo l'ennesima minaccia, sbucarono con il loro solito puff dietro le spalle di Molly, facendola spaventare e beccandosi un bernoccolo in testa per uno da parte della Signora Weasley, stanca delle continue materializzazioni a caso dei suoi figli.

Presero posto anche loro al grande tavolo della cucina ed Hermione, nel frattempo, con la testa bassa, girava il suo caffè, ignorando spudoratamente il suo batticuore nato dal momento del puff.

I gemelli presero a parlare come al solito delle loro battute e scherzi, animando il momento della colazione.

Ogni tanto Fred guardava in direzione della ragazza, ma Hermione, disinvolta, faceva finta di non vederlo, cercando di parlare con gli altri, agganciandosi a qualsiasi argomento per poter dialogare, provando a tenere vivo il suo animo che quella mattina non aveva voglia di sorridere.

In realtà non aveva voglia di sorridere da una bel po' di tempo, ma in quei giorni intrappolata a Grimmauld Place la sua voglia di sorridere era completamente scomparsa.

Sembrava che quella casa così fredda e rovinata le avesse risucchiato tutta la sua energia magica, tutta la sua allegria.

E si malediva. Si malediva perché aveva deciso di restare a Grimmauld Place per le vacanze, si malediva perché non era con i suoi genitori a sciare da qualche parte. Si malediva ogni volta che sentiva quel dannato puff.

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