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Ho subito due anni orribili di maltrattamenti, di sottomissione e di violenza da parte del mio ex.
Ero incatenata a lui come un cane abbandonato mentre aspetta un padrone che non farà ritorno, un padrone che gli ha fatto solo del male.
Ma l'ora della vendetta é scoccata.
A distanza di mesi dalla nostra rottura continua a tormentarmi, ho pensato anche di farla finita...
Ma prima di passare all'altro mondo vorrei restituirgli gran parte del dolore che mi é stato causato.
Avrei voluto porre rimedio a questa situazione in modo pacifico ma...
Come fare? Mi presento da lui per parlargli, come già provai a fare, per poi tornare a casa violentata e con un occhio nero?
Provo a comunicare per messaggio? Così pubblica le nostre chat private e manda agli amici le foto che mi ha fatto di nascosto?
No, non c'é modo, e non voglio più rimediare, voglio vendetta.
Lo prenderei per il collo e lo strozzerei con tutta la mia forza, gli darei fuoco, lo butterei giù da un dirupo... Si ok... Ma come potrei riuscirci? Sono molto più piccola e debole rispetto a lui.
Però aspetta, lui, pur essendo più forte di me, per bullizzarmi e sfottermi si é sempre servito dei suoi amichetti che gli coprivano le spalle...
Perché non mi faccio aiutare anche io dai miei amici?!
Ok ho in mente un piano.
L'unico modo che ho per attirarlo nella trappola é di portarlo in un posto dove dovrà necessariamente presentarsi da solo, devo sfruttare il momento nel quale un uomo, é più fragile... A letto.
Certo! Sì! Ci siamo! Ma dove? Dove posso trovare una stanza libera, dove nessuno potrà sentire le sue urla?
Francesca! Nonostante la sua giovane età, la mia amica dai capelli rossi e gli occhi chiari tendenti all'azzurro, possiede già un motel ereditato dal padre.
Potrei dire al mio ex che staremo una notte lì in privato, dato che mi farò consegnare le chiavi del motel da Francesca.
Non é nemmeno una grande bugia, alla fine il motel rimarrà chiuso, senza clienti... Con la sola differenza che io e lui non saremo realmente soli...
Perfetto, Francesca arruolata, ha accettato.
É tempo di sentire gli altri, chiamo i ragazzi che hanno la macchina, sono quattro, quattro auto disponibili per i miei amici che gli serviranno per raggiungere il motel, a questi quattro si aggiungono altri tre amici che avevo conosciuto al mare qualche hanno fa, ragazzi che fecero ingelosire il mio ex per via del loro fisico tonico e muscoloso, muscoli che ci serviranno contro il mio ex.
Perfetto i miei 7 amici, più io e Francesca siamo pronti, manca la ciliegina sulla torta colei che darà una svolta al piano.
Sofia, Sofia mi disse da sempre che il mio ex era uno stronzo, lei lo ha sempre odiato, sicuramente potrà aiutarci e darà ottime idee su come fargli del male.
Bene tutto é pronto, Sofia, ragazza molto carina, bassa, bionda e con gli occhi verdi, ha ovviamente accettato e ha preparato un elenco di oggetti che ci serviranno per questa lunga tortura.
Vestiti eleganti: camicie per i ragazzi, tacchi e abiti attillati, corti e scollati per noi ragazze (dovevo farmi bella per attirarlo, no? Viziamoci un po' dai), tutto ciò da buttare una volta concluso il piano.
Cinture.
Manette.
Bottiglie d'acqua.
Pentola.
Asciugamano.
Chiodi.
Martello.
Tutto era pronto, é arrivata la sera.
Come promesso Francesca mi lascia le chiavi del motel, loro si nascondono tutti all'interno del motel, pronti ad entrare in azione.
Io mi do l'ultima aggiustata al trucco, controllo che lo smalto sia apposto, il vestito mi piace, mi sta bene, ma cavolo ha le maniche corte, non mi sono fatta la ceretta alle braccia e mi si vedono i peli, vabe ma tanto quando mai li ho fatti... Che c'é? Va bene essere fighe ed eleganti ma rimango la stessa di sempre, sono pur sempre una ragazza di strada, un po' grezza dai ci siamo capiti.
Infilo i sandali col tacco neri, che si abbinavano al mio smalto, e mi faccio trovare sotto casa.
La nostra vittima passa a prendermi, stranamente finge di trattarmi bene, beh quando bisognava scopare era l'unico momento in cui non mi trattava di merda, il suo stesso piacere lo porterà ad una sofferenza inimmaginabile.
Andiamo al motel, parcheggia, saliamo, le camere sono tutte aperte, cerco di spingerlo nella camera più vicina al nascondiglio dei miei amici, quella vicino al ripostiglio, in modo che i miei amici potessero sentire il segnale e intervenire tempestivamente.
Prima di entrare in stanza dico alla mia vittima di avere una sorpresa per lui, di voler provare qualcosa di nuovo, tiro fuori dalla borsa delle manette, lui accetta immediatamente, non sospetta di nulla.
Mi assicuro che i miei amici dal buco del ripostiglio vedano che il primo passo é fatto, é stato in parte neutralizzato, ora non può più utilizzare le sue braccia per difendersi, é molto vulnerabile.
Entriamo in stanza, lui davanti come un carcerato io dietro che lo guido come una poliziotta, lascio la stanza aperta... Tanto chi poteva mai vederci? Ahahahahah.
Lui nemmeno se ne preoccupa, io lo spingo sul letto, perde facilmente l'equilibrio e si siede pesantemente sul bordo.
É il momento! Finalmente!
"É nostro!", urlo.
Vedo i suoi occhi estraniarsi dalla realtà, incredulo mi guarda dal basso verso l'alto, mi squadra dalla punta dei piedi fino all'ultimo capello.
Vede entrare dietro di me sette grossi ragazzi in camicia che si dirigono decisi verso di lui.
Non può difendersi utilizzando le mani, sono bloccate, e le manette non accennano a cedere.
Decide così di tirarsi giù straiandosi sul letto tentando di scalciare, ma ciò in realtà ci facilita e basta...
Due ragazzi lo prendono dalle spalle e lo tengono con tutta la loro forza sdraiato pancia in su.
Rimangono cinque ragazzi che devono semplicemente occuparsi di bloccare le gambe che continuavano a scalciare ormai alla cieca.
Si buttano in due sulla gamba sinistra, giusto per fermarla, almeno parzialmente. Gli altri tre immobilizzano completamente l'altra gamba.
Io mi godo compiaciuta la scena, il mio ex passa dal supplicarmi all'insultarmi in pochi secondi, quando scopre che ora entro in gioco io, era il mio turno, dovevo legare le sue gambe a quelle in legno del letto.
Entrano finalmente Francesca e Sofia, portando tutte le attrezzature per la tortura, tra le quali le cinture, che mi porgono con un modo di fare davvero delicato e sexy.
Prendo la prima cintura, vado sulla gamba più ferma chiedendo ai due che lottavano con l'altra gamba di resistere, mi chino, comodamente avvolgo la caviglia della mia vittima e la stringo in modo da attaccarla il più possibile alla gamba del letto, riesco a chiudere la cintura senza molte difficoltà, me lo stavano tenendo fermo molto saldamente.
Braccia fuori uso, una gamba immobilizzata... Mancava solo l'altra gamba.
Nulla di più semplice... i cinque ragazzi si uniscono sull'unica gamba rimasta e senza tanta fatica la neutralizzano completamente.
Ce l'abbiamo fatta, lego la gamba, ora non c'é più niente che lui possa fare, é completamente indifeso.
Lo vedo arreso, ogni minima speranza é svanita per lui, sa di dover subire tutto ciò che vogliamo fargli, é nelle nostre mani, l'unica sua speranza ora é di resistere... O forse sarebbe meglio per lui se morisse subito?

É il turno di noi ragazze, pensavate davvero che mi fossi messa i tacchi solo per apparenza?
La parte del corpo più fragile di un uomo ora é scoperta e nulla può proteggerla.
Dopo avergli abbassato i pantaloni, rimase con delle orribili mutande blu scuro.
Era l'ora di prenderlo a calci nelle palle.
Primo colpo, a me l'onore.
Alzo la gamba, prendo la carica... e SBAM!
Tiro il primo colpo, infierisco schiacciando con il tacco anche dopo aver tirato il calcio.
Le mutande non tengono, bucate, sento sotto il mio sottile e affilato tacco un qualcosa di molle, di perforato. Sento le sue urla...
Iniziano le prime macchie di sangue, le prime di una lunga serie.
É il turno di Francesca, colpisce anche lei, ci va giù pesante, incredibile quanto una donna delicata e raffinata come lei possa improvvisamente causare tanto dolore, la trovo estremamente eccitante.
Tocca a Sofia... che dire... un altro colpo da biliardo!
Non ci fermiamo qui, continuiamo il giro, ci divertiamo, ci avevamo preso gusto, le sue urla erano musica per le nostre orecchie, il suo viso sofferente aveva un qualcosa di piacevole, finalmente mi ricominciava a piacere, ma troppo tardi...
Dopo averlo sfinito coi nostri calci nelle palle quasi perde i sensi, il dolore era troppo, insopportabile... peccato, durato così poco?
No.
Ci fermiamo.
Piano piano riprende i sensi.
Improvvisamente sussurra qualcosa.
Aveva ricominciato timidamente a supplicare pietà...
Era il via, si é ripreso, possiamo continuare!
Cambiamo tortura, prendo un'asciugamano, lo consegno a Sofia, le dico di tenerlo sulla faccia, coprendo naso occhi e bocca, della vittima.
I ragazzi continuavano a tenerlo sdraiato, Sofia va dall'altro lato del letto e posiziona l'asciugamano sul suo viso, tenendolo con molta forza, in modo che lui non potesse muovere la testa di lato, nè alzarla.
Francesca riempie la pentola di acqua gelata e me la passa.
La tortura in questione, usata anche dalle forze speciali di vari paesi, tra cui la CIA, si chiama Waterboarding.
É una simulazione di un annegamento, estremamente dolorosa per i polmoni.
Afferro la pentola piena d'acqua ghiacciata, prendo la mira, e inizio a versarla dolcemente sul suo viso che tentava di divincolarsi. Cerco di finire la pentola il più lentamente possibile, in modo da far durare la sua sofferenza a lungo, per portarlo al limite, all'ultimo secondo di ossigeno...
Finita l'acqua, Sofia toglie l'asciugamano.
Lui tossisce e riprende aria affannosamente, sputando acqua. Secondo giro, ci alterniamo ancora noi tre, stavolta ho il piacere di tenere l'asciugamano, Francesca versa l'acqua.
Infine ultimo giro.
Francesca tiene l'asciugamano e Sofia lo annega.
Io mi posiziono di fianco a loro, ritagliandomi il posto dal quale potevo avere la visione migliore per lo spettacolo, con le braccia conserte, mi godo la scena.
Passiamo al prossimo step.
Alzo delicatamente la maglietta alla vittima, sento i suoi brividi.
Prendiamo i chiodi e il martello.
Sofia posiziona il primo freddo chiodo tra le costole della vittima, inizia a premere con forza, fino a lacerargli la pelle.
Io prendo il martello e inizio a martellare piano piano, in modo che il chiodo gli perforasse la carne lentamente, mentre Sofia tiene il chiodo.
Il primo é dentro.
Ora il secondo e il terzo decidiamo di metterglieli nei piedi, in modo da inchiodarlo al pavimento.
Francesca afferra il primo piede, io gli sfilo il calzino.
Strofino le mie unghie delicatamente sotto la pianta del piede, d'altronde anche il solletico é una tortura, e lui lo soffriva molto, inoltre avevo voglia di prenderlo un po' in giro e umiliarlo ulteriormente.
Appena gli tocco la pianta del piede lo sento scattare.
Francesca continua a tenere fermo il piede, io posiziono il chiodo e Sofia inizia a martellare.
Stesso procedimento per l'altro piede, ad ogni martellata le sue urla vengono smorzate, abbiamo dato un ritmo alla splendida serata.
La tortura sembrava finita, quando un' ultima idea salta fuori dalla bocca di Francesca.
"Ragazze abbiamo la pentola e i fornelli, scaldiamo un po' d'acqua?"
Perfetto, subito riempiamo la pentola, la posizioniamo sul fornello e aspettiamo che inizia a bollire.
In questi minuti la nostra vittima si stava iniziando a riprendere, meglio così, potrà godersi anche l'ultima tortura e sentire tutto il dolore che questa gli infliggerà.
Sentiamo il rumore che attendevamo, l'acqua che bolle...
Volevamo versargliela sulla pancia.
I ragazzi che lo tenevano fermo devono allora spostarsi, in modo da non bruciarsi, quindi bisognava legarlo in modo da mantenerlo sdraiato.
Prendiamo dei lacci e leghiamo il collo al letto facendo passare il laccio sotto il morbido materasso.
Facciamo lo stesso anche ad altezza sterno.
I ragazzi si spostano.
Francesca, che ebbe questa splendida idea, prese la pentola contenente l'acqua bollente ed iniziò a versargliela sulla pancia senza alcuna pietà o preavviso.
Una nuvola di fumo accompagnò l'acqua che finì per sbattere violentemente sulla pancia della vittima, ricoprendola totalmente.
Ripetiamo la procedura, ora tocca a Sofia e stavolta l'acqua bollente gli verrà versata in faccia.
La vittima non ha più resistito, tra le quantità di sangue perso e le bruciature cede definitivamente, finisce qui la nostra tortura.

E questa, Signor Giudice, é ufficialmente la mia confessione.
Mi dichiaro colpevole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 03, 2022 ⏰

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