I capitolo

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Storia di una ragazza autolesionista
Ho 14 anni e la mia vita è un casino. Fin dall'asilo e dalle elementari venivo esclusa e presa in giro, nessuno mai mi aveva permesso di stare in sua compagnia,ogni volta che chiedevo qualcosa la risposta era la stessa ''no!''... mi hanno sempre fatta sentire sola,mi rifugiavo allora in quel solito angolino, da sola, ogni tanto piangevo... poi le elementari: vittima di bullismo (soprattutto verbale,ma più di una volta anche fisico)... mi chiamavano ''cicciona,brutta,stupida,fai schifo'' e con altri appellativi e offendevano anche la mia famiglia... le maestre naturalmente non dicevano nulla e se provavo a dire qualcosa,la colpa era mia secondo loro...
prima media: wow,avevo cambiato scuola e ora mi aspettava una nuova vita! avevo un unico sogno,dimostrare di essere intelligente e smentire le voci discriminatorie che già giravano su di me... per quell'anno ci riuscii... ma poi... subito,a partire dal secondo anno,ho iniziato a essere stanca,stanca di vivere,non mi impegnavo più in niente,non facevo più niente e la mia autostima risprofondò... in terza non era per nulla cambiata la situazione,o forse in realtà si,ero peggiorata:le mie uniche amiche mi avevano abbandonata e sostituita proprio nel momento in cui avevo bisogno di loro e il ragazzo che mi piaceva e la sua ragazza mi hanno solo sfruttata in quanto a loro serviva un posto sicuro e che non desse sospetti dove poter stare insieme da soli... io lo accontentavo perchè volevo fargli un favore,ma poi diventò dura sopportare il fatto d'avere loro due in camera mia ogni settimana che mi buttava fuori dalla mia stanza e che ogni volta che li disturbavo per avvisarli dell'ora o del fatto che stavo male mi mandavano a fanculo... lui poi scoprì che mi piaceva,ma mi disse che io gli facevo letteralmente schifo e che non mi sopportava... inutile dire che l'odio verso me stessa era ormai al limite... ho cominciato ad avere attacchi di ansia, mi isolavo chiudendomi in me stessa, piangevo ogni giorno, avevo talmente vergogna di me stessa che non volevo nemmeno più uscire di casa, la felicità era cosi lontana e fioca da sembrare impossibile da raggiungere... pensavo ogni giorno al suicidio,avevo già scritto la lettera ad una persona alla quale tenevo addirittura di più che a me stessa e che per fortuna mi fermò in tempo. In questo dov'era la mia famiglia? bhè,con mia madre non andavo e non vado tutt'ora d'accordo e litigo continuamente. mio padre ormai non lo vedo da mesi..lui non mi è mai stato vicino,anz​i , non è mai stato presente,t​ornata tardi dicendo che era stato via per lavoro (alcune volte era vero,altre era dalle sue ''amichette​''),se io volevo stare un po' con lui mi mandava via e continuava a litigare con mia mamma...dopo anni di litigi si sono separati (2008) perchè il loro rapporto era ormai inesistente da molto. Una settimana dopo lui mi ha presentato la prima compagna,ma che come le altre non è durata molto. Ora ne a trovata un'altra (che è la numero 4) con la quale io non sono andata mai d'accordo,e nemmeno con le sue due figlie. con questa ci ha fatto anche un figlio. Lui da sempre tutte le attenzioni​,l'affetto e i regali a loro e a me non mi cagava nemmeno,non vedeva neppure il mio disagio e il mio malessere. Poi abbiamo litigato per l'ennesima volta dove lui ha concluso con ''bene,se io non sono un padre per te,allora tu non sei più una figlia per me,non meriteresti nemmeno che io ti mantenga''. Entrambi i miei genitori poi mi hanno anche mandata da una psicologa su proposta della preside... questa esperienza è durata poco, ma non è servita a nulla se non ha farmi perdere ancor più fiducia nelle persone che mi circondano e mi ha condotta all'odio verso quella psicologa in particolare, che mi faceva sentire fuori luogo,a disagio,malata.. passavo tutta l'ora a piangere senza dire una parola. per fortuna ora non vado più là..
Comunque, adesso,sebbene spesso io sia ancora inconsolabile,abbia ancora momenti di ansia e un umore molto instabile... posso dire di aver trovato un barlume di positività in mezzo alla depressione:una persona.
Lei si chiama S*******a, per me è la mia migliore amica ed è come una madre, oltre ad essere la mia insegnante. E' lei quella che si è presa più cura di me quest'anno, mi è rimasta vicina,mi ha ascoltata, mi calmava quando ero troppo agitata, mi dava una spalla su cui piangere, è quasi riuscita a farmi smettere di autolesionarmi e mi ha dato l'affetto e la fiducia che non ho mai ricevuto da nessuno...
Tra poco però mi devo separare da lei... e ho paura di ricaderci...
Ah, dimenticavo, per le precisazioni, ho iniziato a tagliarmi verso la fine dell'anno scorso, all'inizio mi facevo del male premendo molto le unghie nel dorso della mano e graffiandomi con aghi, poco dopo però ero già passata alla tipica lametta che mi faceva sentire meglio...
Potresti dirmi che cosa pensi o provi quando stai per tagliarti?
Tagliarsi va oltre il semplice gesto di prendere una lametta e farla passare premendo sulla pelle, c'è molto altro dietro a questo, ci sono lacrime, tristezza, disperazione, desiderio di farla finita ma non voler provocare dispiaceri agli altri, voglia di distruggere il proprio corpo, odio verso se stessi...
tagliarmi mi faceva calmare, mi faceva sentire meglio... ma poi ha iniziato anche a farmi sentire in colpa per quello che facevo, a vergognarmi delle mie braccia... volevo distruggere quello che ero diventata, ma con calma, a poco a poco... il mio riflesso mi dava il voltastomaco, ero e sono ancora aggi in continuo disagio dentro il mio corpo che mi ha sempre provocato insulti e sofferenze...
più tempo passava e più vuoto sentivo dentro di me, è come essere privati da tutte le emozioni fuorchè della tristezza, una tristezza assoluto che però era talmente tanta da non essere più espressa normalmente, le lacrime ormai erano diventate le gocce di sangue che uscivano dai tagli... e ogni volta che mi succedeva qualcosa di psicologicamente doloroso, avevo bisogno di tirar fuori quello che avevo dentro autolesionandomi, mi aiutava a sfogarmi, a farmi ritornare un po' in me...
il dolore fisico distrae da quello che si ha dentro, dentro nella mente e nel cuore...
I tuoi genitori che mi sembrano un po' menefreghisti, la psicologa che ti tratta come sei fossi pazza, le persone che ti trattano come se fossi pazza.... hai qualcuno che ti aiuta, la tua migliore amica che secondo me è una persona meravigliosa che non ti vede come una persona strana ma come una persona normale con qualche problema ma normale. Io penso che tu sia normale. Il tagliarsi è come una tentazione e sembra che si risolvi qualcosa, ma invece ci si arrende. Io la penso così puoi dirmi che non sei d'accordo tranquillamente.
I tuoi genitori lo sanno che ti tagli o se ne fregano?Pensi che questa sarà la tua situazione per sempre o intendi cercare di smettere di sentire quelle cose che ti inducono ad autolesionarti?Le persone ti inducono a lesionarti dicendoti che sei pazza strana pericolosa, ma loro dovrebbero sapere che sono loro a essere pericolosi, perché ti inducono a tagliarti....Cerchi di non ascoltarle?
Sono anch'io d'accordo con il fatto che sia una soluzione orribilmente momentanea e non risolve effettivamente niente. credo che tutti gli autolesionisti lo sappiano, ma che ormai si lasciano vincere dall'autolesionismo che diventa una vera ''droga'' di cui poi non si riesce a fare a meno.
Per quanto riguarda i miei genitori, si, loro lo sanno a causa della scuola che li ha informati... mio padre mi ha fatto intendere in un attimo che non ero a posto ed è stato il primo a voler mandarmi dalla psicologa. mia mamma invece mi ha solo insultata pesantemente dicendo che quello che faccio io sono solo stronzate e che sono una deficiente disgraziata... nessuno dei due si è mai chiesto nemmeno il motivo per cui io lo facessi, loro pensano che la mia vita sia perfetta, sebbene non lo sia per me...
Personalmente, spero di non andare avanti così per tutta la vita, anche perché il giorno in cui avrò una famiglia mi vergognerei troppo se il mio compagno o i miei figlio mi chiedessero il perché dei tagli... le cicatrici invece, sinceramente voglio che rimangano, lo so, sembra stupido, ma per me le cicatrici sono un ricordo indelebile e se scomparissero per me sarebbe come essere privata di una parte di me stessa...
Ah, giusto, poi mi hai chiesto degli altri.. beh, per quanto le mie amiche più strette mi dicano continuamente di non ascoltarli, io non ci riesco, non ce la faccio davvero a fregarmene, forse perché sono convinta ormai che abbiano ragione dicendomi che il mio aspetto fisico è orrendo o forse per motivi che la mia mente non mi fa apparire chiari, ma sul serio, non penso riuscirò mai a dire loro in faccia ''vai a quel paese perché i tuoi insulti non mi fanno nulla!''...
Hai mai provato a dire ai tuoi genitori come ti senti? Penso che non sia stupido che vuoi che le cicatrici rimangano perché fanno parte della tua vita e sono testimonianza chee supererai l'autolesionismo...spero davvero con tutto il cuore che tu riesca a superarlo,davvero. Ma tu sei veramente come gli altri ti descrivono nel senso che sei brutta etc.oppure sei bella?Come pensi che si potrebbe risolvere l'autolesionismo?
Sì, ho provato a dire loro come mi sento, in particolare a mia mamma, ma niente, menefreghismo e freddezza assoluta...
io per me sono brutta, io mi vedo orribile, ripugnante, sebbene le mie amiche dicono che io sia carina... io mi faccio schifo da sola comunque, odio lo stesso il mio corpo in ogni suo centimetro...

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