Prologo

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n.a.
Con il titolo ho voluto omaggiare una delle tante meravigliose colonne sonore di "Spirit - Cavallo Selvaggio" perché è stato proprio ascoltando la sua playlist su spotify che ho avuto l'ispirazione per questa long!
Spero che vi piaccia! Fatemi sapere!
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I suoi non erano cattivi genitori. Non erano negligenti, non erano assenti, né testardi o troppo ottusi. Al contrario, i due Sakusa erano sempre stati aperti al dialogo e pronti ad ammettere di aver sbagliato. Sempre. Eccetto che per una cosa.

Kiyoomi era il più piccolo della famiglia. Eri ed Ichiro avevano avuto prima sua sorella, poi suo fratello, ed infine – a diversi anni di distanza dal secondo – lui. La differenza d'età con gli altri due era talmente ampia che Kiyoomi difficilmente avrebbe potuto descrivere, nonostante lo fosse, cosa volesse dire essere un fratello minore. Quando lo avevano avuto, gli era stato raccontato, i suoi genitori erano stati al settimo cielo. Avrebbero tanto voluto avere un terzo figlio, ma con l'età che avanzava avevano smesso di sperarci. La gravidanza era stata complicata, e così il parto. Alla fine, Kiyoomi – tra ansie e paure – era nato prematuro, ma se dopo averlo tenuto in osservazione per sei settimane in incubatrice i medici si erano detti più che tranquilli per il suo futuro, per Eri ed Ichiro era stato diverso. Che fosse una siringa per strada o una semplice macchia non bene identificata sul tavolo da pranzo di casa, i due adulti avevano sempre la stessa reazione: paura. Insegnarono a Kiyoomi a guardarsi da ciò che non conosceva, a toccare poco e a sporcarsi per niente. Con gli anni, certo, avevano iniziato ad allentare la presa, eppure nella mente del ragazzino dai boccoli neri era ormai ben innestata la convinzione che tutto ciò che lo potesse insudiciare fosse pericoloso, pieno di batteri e potenzialmente letale. I suoi genitori l'avevano cresciuto in quel modo per proteggerlo, eppure il risultato era stato l'opposto.

, i suoi non erano cattivi genitori. Non erano negligenti, non erano assenti, né testardi o troppo ottusi. Erano sempre aperti al dialogo e pronti ad ammettere di aver sbagliato. Sempre. Eccetto che per una cosa, e quella era il suo disturbo per lo sporco.

«Possiamo, vi prego, almeno parlarne!!?» tentò invano ancora una volta dopo essere stato costretto con le minacce a salire in macchina.

«Ne abbiamo già parlato, Kiyoomi.» fu la risposta di Ichiro.

«Tu e la mamma ne avete parlato! Ora potreste includere anche me?»

«È per il tuo bene, tesoro.» si unì la donna «Vogliamo solo aiutarti.»

«So io cosa è meglio per me! E questa è una pessima idea.»

«Questa vacanza ti farà bene.» fece come se non lo avesse sentito suo padre «Te l'ho detto, il problema è che sei troppo abituato alla città.»

«Anche io te l'ho detto! Ti stai sbagliando. La mia è una fobia seria, papà! Questa terapia d'urto non mi piace. Mi farà stare male!!» Eri ridacchiò.

«Non chiamarla terapia d'urto.» gli disse osservandolo attraverso lo specchietto retrovisore «È solo un modo per mostrarti che non c'è niente di male in un po' di terra e fango.»

«Vedrai che starai bene per qualche settimana senza le comodità della città.» si aggiunse ancora Ichiro. In quei momenti a Kiyoomi sarebbe tanto piaciuto urlare.

Perché non potevano trattare quell'argomento come facevano con tutto il resto? Perché non riuscivano a prenderlo sul serio? Perché non capivano? Perché non potevano essere comprensivi come quando aveva fatto coming out? Avevano già fatto lo stesso discorso mille e mille volte senza che il ragazzo riuscisse a cambiarne il risultato. Sbuffò, quindi, e cercò di godersi le diciotto ore che mancavano alla meta ringraziando, perlomeno, che i due adulti avessero acconsentito ad evitare l'aereo. Indossò le cuffie e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi immaginandosi ancora nella sua immacolata camera di Los Angeles con l'odore di disinfettante nell'aria ed una spettacolare vista sul mare oltre la finestra. Avrebbe odiato il Texas, lo sapeva già. Ed avrebbe odiato tutti i suoi abitanti. Soprattutto quelli che avrebbe trovato nel ranch al quale erano diretti per due mesi d'inferno.

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