Silenzio, nessun rumore, nessun scricchiolio, nessuna fonte di luce.
Il solo suono che riecchiegiava nella stanza era il battito del mio cuore, per me un solievo sentirlo.
La stanza era piccola a forma di ottagono, e per ogni lato una porta, e ogni porta aveva hai piedi qualcosa.
Non riuscì a vedere niente, la mia vista si sbiadiba ogni secondo che passava.
Senza pensare aprì la prima porta che mi capitava, per essere corretti, l'unica aperta.
Venni colpita da una luce, non più abituata, e di scatto chiusi gli occhi per poi strofinarli.
Appena mi abituai vidi che il corridoio era illuminato solo da diverse piccole lampadine appese al soffitto alto 10 metri circa, ed esse non facevano molta luce, solo il neccesario per vedere cose c'era davanti alla porta: cotone.
Percorsi quel corridoio stretto e buio, da sola, anche se sembra che qualcuno mi seguisse.
All'improvviso mi fermai sentendo dei passi dientro di me, sempre più vicini.
Io non ci badai e ricomincia a camminare piano e sembrava che neanche lo facessi.
Raggiunsi finalmente ad una fine, i passi erano cessati e il cuore ricominciò a battere normalmente.
Davanti a me c'era una porta di legno ormai vecchio.
Afferrai la maniglia con la mia mano fredda e aprì la porta lentamente rimanendo stupita e confusa.
Le lacrime minacciavano di uscire ma io non lo permisi.
Inizia ad avicinarmi alla sedia con sopra una bambola, la mia dolce bambola.
Cosa ci faceva qui?
L'avevo buttata nei cassonetti prima di trasferirmi.
Mi misi in ginocchio davanti a lei arrivando alla sua altezza e la guardai attentamente.
Indossava una vestito azzurro e delle scarpette nere, i suoi capelli dorati ricci le ricadeva sulla spalle, i suoi occhi neri come la pece erano fatti con dei bottoni e il suo sorriso era fatto con un filo rosso.
Guardandola di più mi sembrava che fosse viva, che mi dicesse qualcosa.
Sembrava che provasse dolore, rabbia e tristezza.
Mi rialzai e con la luce che illuminava Molly mi guardai i vestiti.
I miei jeans neri erano sporchi di rosso, guardai il pavimento e vidi che era la stessa sostanza.
Mi riabbasai e la toccai con la punta del dito.
Era fredda e umida, un rosso che ricordava il sangue, forse era proprio quello che non capivo.
Mi rialzai e mi cominciai a guardare intorno.
Non si vedeva niente, buio totale, apparte per la luce che emaneva la porta e la lampada nella stanza.
Ma adesso non più.
La luce che illuminava la bambola si accendeva e spegneva in continuazione e la porta si chiese bruscamente.
Mi avvicinai alla porta e provai ad aprirla.
Niente.
Comincia a sbattere contro i pugni, i calci, pregando che si aprisse.
Ma niente.
Riguardai la sedia, era vuota.
Mi attaccai a muro e scesi fino a rimanere seduta con le gambe vicino al petto e la testa bassa.
"Giochi con me Bianca?"
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La stanza - I Segreti vengono a Galla
Mystery / ThrillerUn ragazza, in una stanza buia, cupa, fredda, tetra che chiede disperatamente aiuto, ma le sue preghiere diventarono la sua disgrazia. Ogni porta presenta una prova, un ricordo, una speranza d'uscita, dai più importanti pensieri di una ragazza hai p...