Business Class

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Hermione si tolse gli occhiali dal viso solo per strofinarsi gli occhi, gonfi ed arrossati

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Hermione si tolse gli occhiali dal viso solo per strofinarsi gli occhi, gonfi ed arrossati. Con una mano chiuse il laptop che aveva acceso ormai otto ore prima e con l'altra si allungo verso il thermos di caffè a cui si era aggrappata quel giorno come fosse un'ancora di salvezza. Ne prese un grosso sorso ed alzò il polso per controllare l'ora lampeggiante dello smartwatch. Persino l'Apple Watch sembrava volersi assicurare che stesse bene.

Si alzò e si sgranchì le gambe, i piedi leggermente doloranti nei tacchi a spillo. Si spazzolò polvere invisibile dal tailleur e si lisciò la giacca mentre decideva che, per quella giornata, ne aveva avuto abbastanza.

Da quando aveva cominciato a lavorare per la HarperCollins, dieci anni prima, non si era mai stancata della vista magnifica di cui godeva la sede di Londra. Il News Building era, secondo lei, uno dei posti migliori dove lavorare. Il raro sole di Londra filtrava tutto dai vetri immacolati che costituivano l'edificio. L'ufficio di Hermione, tre piani sotto il roof bar, dava direttamente sul London Bridge, offrendole una vista perfetta del Tamigi. Dall'altra parte del suo ufficio, invece, poteva vedere il The Shard, il grattacielo più elevato di Londra, ed assolutamente il più bello, secondo lei.

Il potere calmante di quella vista aveva funzionato fin dal primo giorno in cui era arrivata alla HarperCollins, come una semplice tirocinante in prova con grandi aspirazioni.

Nei momenti in cui il lavoro diventava troppo, o troppo pesante, le piaceva avvicinarsi ai vetri e scrutare la vita londinese sotto di sé, chiedendosi ed immaginando le storie dei passanti, come se dovesse scrivere un libro su ognuno di loro. Deformazione da redattrice. Sospirò, staccando a fatica gli occhi dalla vista per ritornare al computer.

La Book Expo America era in scala l'evento editoriale più importante dell'anno. Come parte della famiglia HarperCollins, la filiale di Londra veniva invitata ogni anno a presenziare con un esponente della casa. In quell'occasione venivano stretti rapporti e contratti editoriali che potevano essere determinanti per il bilancio di tutto l'anno successivo. Il fatto che arrivasse nel weekend prima di San Valentino, ad essere totalmente onesti, non sconvolgeva per niente i suoi inesistenti piani su come passare quei giorni.

Anche non essendo mai stata una persona particolarmente romantica, Hermione non aveva alcun piano per San Valentino. Il suo ultimo flirt era finito poche settimane prima, quando aveva capito che l'uomo con cui usciva non sarebbe mai riuscita a strapparle un sorriso dal viso, figurarsi un orgasmo. E comunque, era troppo impegnata a lavoro.

Aveva passato i sei mesi precedenti a studiare i trend di mercato per le vendite dei nuovi libri, ed aveva individuato almeno tre autori che sarebbe stata ben felice di strappare alle case rivali per portarli alla sua, che fosse la sede di Londra o di New York, o preferibilmente entrambe.

Dopo dieci anni di promozioni era arrivata, finalmente, al punto in cui la sua vita era quasi perfetta. Al massimo della sua carriera, godeva di ottima reputazione nel campo dell'editoria. Aveva comprato, solo pochi mesi prima, un appartamento vicino ad Hyde Park che aveva realizzato il culmine dei suoi sogni, anche se la mattina le capitava spesso di rimanere imbottigliata nel traffico. La sua vita era piena di successi, di gioie, di amici con cui condividerle.

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