AL BAR

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DISCLAIMER : tutto ciò che verrà riportato, così come la maggior parte dei dialoghi, sono conversazioni  ed eventi realmente accaduti ,anche se alcuni dettagli romanzati per rendere il tutto più scorrevole. Nomi e luoghi sono stati modificati per evitare che qualcuno faccia figure di merda, il mio nome rimarrà uguale perchè non ho dignità.


Cercherò di rendere il tutto un esercizio catartico per la mia incazzatura nera contro la vita e "l'amore" in generale, anche se capiamoci bene, qui non si parlerà di amore. Anzi. 

Cerchiamo di prendere le cose dal principio. 

Allora, alla quasi età di 23 anni, non ho mai avuto quello che si chiama comunemente un "fidanzato". Diciamo che le mie esperienze passate, le relazioni che ho visto e i miei traumi spaventano gli uomini. O almeno così dicono le amiche di mia madre. Io molto sinceramente vi dico che non me ne può fregare di meno. Sto così da bene per conto mio che condividere la mia tiepida e perfetta bolla di fatti miei con qualcuno mi fa venire la pelle d'oca, se davvero trovassi qualcuno per il quale valesse la pena lasciare il mio habitat artificiale sarebbe solo per trovarne uno ancora più bello e comodo, in caso contrario, grazie ma no grazie. 

Per questo mio modo di fare e pormi, mi hanno costruito addosso l'immagine di acida, sarcastica e stronza che io fieramente continuo a confermare giorno per giorno. Non fraintendetemi, non sono insopportabile, ma quanto di tratta di "amore" o più semplicemente "sentimenti" fatico veramente anche solo a concepire l'idea,  io corro semplicemente dalla parte opposta senza guardarmi indietro. Auto - sabotaggio. La mia maledizione. Ma la cosa mi viene così dannatamente bene che quasi mi diverto a metterla in pratica. 

Fatta un'idea della mia personalità in fatto di relazioni, iniziamo partendo dal principio. 

Questo autunno, ad Ottobre, ho iniziato a lavorare in un Bar del mio paese. Il posto era molto frequentato e ho rivisto molte facce familiari delle scuole medie e superiori. E' il tipo di Bar dove se vuoi evitare una determinata persona, stai sereno che te la ritrovi al bancone a bersi un monte col ghiaccio. Una delle mie migliori amiche, Isabel, era molto contenta che lavorassi lì essendo un bar che frequentava molto. Lavoravo lì solo venerdì, sabato e domenica poichè durante la settimana studiavo per gli esami della sessione invernale. 

Una volta Isa venne a bere una sciocchezza con la sua compagnia un Sabato sera, la radio era messa a palla, il locale pieno zeppo di gente che sgomitava, luci basse, io portavo il vassoio alzato sulla testa per evitare che qualcuno mi ribaltasse addosso ( di nuovo ) i drink che cercavo di portare a destinazione ai tavoli. Tavolo "divano nero" interno, dove la mia amica era seduta. Mentre smisto gin tonic e birre lei mi fa una delle classiche occhiate che le ragazze imparano a scambiarsi senza essere viste, io strafatta da sette ore di lavoro e con ancora quattro davanti, la musica, la mascherina e il casino le rispondo con un'altra occhiata che palesemente chiedeva       " cosa cazzo cerchi di dirmi cretina." Lei si mi fa cenno con la mano di confidarmelo dopo. 

Dopo circa quaranta minuti avviso la mia collega Bianca e vado in pausa sigaretta, Isabel mi segue a ruota fuori dal Bar, iniziava già a fare freschino la sera e io come una scema lavoravo in maniche corte con dieci gradi. Prendo una sigaretta dal grembiule, lei si chiude un drum e ci spostiamo dalla gente per fumare in pace. 

- Ari, hai visto chi c'è ? - mi dice ammiccando da sopra gli occhiali. Io faccio la vaga e mi guardo intorno pensando di riconoscere qualche suo ex, anche se lei è sempre stata discreta e a parte me nessuno sa i fatti suoi, non vedo nessuno.  

- Isa, ma di chi cazzo stai parlando - faccio, io non ho pazienza e di fare l'indovina nei miei cinque minuti di pausa. Lei continua a guardarmi ammiccando divertita.

QUELLA VOLTA CHE QUASI MA ALLA FINE NO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora