Minho odia il reparto di psichiatria, eppure dopo un anno lontano da quel posto è obbligato a tornarci.
Jisung è il sole nel reparto di oncologia, da quando un anno prima è stato ricoverato.
Un ragazzo tormentato da demoni.
Un ragazzo ricco di vita...
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𑁍 𝕍𝕠𝕣𝕣𝕖𝕚 𝕧𝕚𝕧𝕖𝕣𝕖 𝕟𝕖𝕚 𝕥𝕦𝕠 𝕤𝕠𝕣𝕣𝕚𝕤𝕚 𑁍
[𝐌𝐢𝐧𝐡𝐨 𝐩𝐨𝐯 ✍︎]
- Odio la mia fottuta vita! - Mi lamento trascinando la valigia per i corridoi dell'ospedale, sbuffo per la centesima volta nell'arco di un minuto fermandomi in mezzo a un corriodio.
Il mio migliore amico mi affianca con in mano dei fogli e uno sguardo assorto nei pensieri, si guarda intorno cercando di capire dove ci trovavamo.
- Non dire così! - Mi ammonisce Bang Chan, alza lo sguardo dai fogli per fulminarmi con lo sguardo, poi si gira di spalle per capire dove saremmo dovuti andare.
- Se mi avessi ascoltato, prendendo la strada che ti ho indicato io e quindi passando dalla caffetteria, ora non ci saremmo fottutamente persi! - Urlo dalla frustrazione lasciando andare il manico della valigia che mi stavo trascinando da mezz'ora per i corridoi di quel dannatissimo posto.
Avevamo superato delle sedie su cui erano seduti, in attesa, alcuni pazienti di quel tugurio, eravamo praticamente nella parte più isolata di tutto l'ospedale, nessuno avrebbe potuto dirci dove andare e dovevo rinfacciare tutto al mio amico per sentirmi leggermente meglio e tranquillizzarmi.
- Scusa Min, ma la tizia alla reception mi aveva detto di fare questa strada! - Prova a scusarsi passandosi una mano nei capelli facendomi intendere la sua frustrazione.
Vedendolo esausto decido di non infierire più e prendo in mano la situazione.
Bang Chan era riuscito a tenermi in vita fino ad ora e ne ero grato sotto certi punti di vista. Oltre ad essere il mio coinquilino e il mio migliore amico, Chan era anche l'unica fonte di vita presente in me. Io ero un semplice corpo con un anima prosciugata e lui era stato bravo negli ultimi mesi a nutrirla, con affetto e presenza, di quel poco che bastava per rimanere in piedi ed essere cosciente del mondo circostante.
- Ritorniamo indietro, passiamo per la caffetteria e facciamo la strada che conosco, okay? - Appoggio una mano sulla sua spalla per confortarlo, lui si gira a guardarmi e io gli dedico un sorriso rassicurante.
Lo vedo sciogliersi sotto il mio tocco e una volta tranquillizzatp iniziamo ad incamminarci verso il reparto di psichiatria.
...
Qualche ora dopo mi ritrovo in piedi davanti al letto pieno di vestiti, la valigia buttata in un angolo della stanza e Bang Chan con il volto dentro l'armadio che appende dei maglioni e analizza lo spazio al suo interno.
