Era la primavera del 2020 quando, il mondo, ormai in ginocchio dovette piegarsi ad un'avvenimento epocale, nessuno avrebbe mai pensato di dover vivere una pandemia. Chi mai avrebbe detto che un virus avrebbe messo in ginocchio il genere umano?
Eppure oggi, dopo due anni, dopo milioni di vittime mietute da quell'orribile sciagura, ci ritroviamo a partire da zero.
Il motivo per cui mi trovo a scrivere, qui ed ora, di questi avvenimenti è stato un video. Un video che ha smosso la mia empatia forse di essere umano, un video che ha risvegliato in me quella piccola vocina, un grido silenzioso, così assordante.
Una donna distrutta dal dolore, gridava in prede alla paura, in preda ai timori e alls disperazione. Senza un posto dove andare, senza una sicurezza su cui contare. Ma con un dubbio, un dubbio che le struggeva l'anima e il viso provato dal pianto ne era la prova.
Erano giorni in cui si viveva in una situazione particolare, i pensieri volavano come al solito, scossi da notizie che sembravano lontane, come se fossero semplice frutto dell'immaginazione.
Mi ripetevo fossero semplici pensieri di un delirante disturbo d'ansia, mi ripetevo che un paese civilizzato certe cose non potessero accadere, che la storia ci insegnava tanto e noi ne avevamo preso spunto.
Ma non è mai stato così. Quando ho ricevuto la notizia, l'Ucraina è stata bombardata dalla Russia, ho sentito il mondo sulle spalle, ho sentito un peso sull'anima come se tutte le mie convinzioni fossero sparite. I ricordi sono volati sui libri di storia, du quelle pagine che ogni giorno leggevo, il primo conflitto mondiale, è stato quello uno dei primi pensieri. E subito dopo, il mio pensiero si è rivolto subito a chi questa notte fosse lì.
A quelle famiglie che in una notte hanno perso tutto o forse niente, ma di sicuro hanno paura. Paura di essere i prossimi, paura delle madri per i propri figli... Lo sappiamo la guerra è qui, ne sentiamo l'aria anche a miglia di distanza, figuriamoci chi è lì, in questo momento.
E mi chiedo come sia possibile che, nel 2022, la guerra esista ancora. Ci ergiamo a battaglie pacifiche di libertà di pensiero ed espressione, ci consideriamo un paese civilizzato.
Ma perché è arrivata questa guerra?Non ho risposta, ho un solo pensiero che mi frulla nella testa, e forse è solo il delirio lirico dettato dalla paura o una fantasia utopica.
Perché ogni soldato, di ogni singolo paese, combatte per uccidere altri esseri umani? Esseri umani che potrebbero essere dei figli, delle mogli, dei mariti, dei genitori, dei nonni. Perché le armi non si depongono una volta per tutte? Perché tutti i militari non si rivoltano e trovano un "modo alternativo" per fare la guerra?
In due anni, ho visto aspre critiche e grosse lotte il cui motto principale è sempre stato ogni vita conta. Ed ora? E in guerra? La vita non conta più? O conta solo quando è nostro comodo?
Che sia nel metaverso o su una cartina con un tiro di dadi, poniamo fine a queste atrocità disumane.
Da qui per voi è tutto, spero possa essere uno spunto di riflessione e attendo con ansia i vostri pensieri,
La vostra Haruka.
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Cronache di un pensatore
RandomIl mondo di oggi è duro, è spietato e io sono solo un pensatore che vuole dire la sua!