Certe volte mi domando cosa significhi dare troppo a qualcuno. Come se i rapporti umani fossero un mero scambio, ma scambio di cosa? Forse il nostro tempo impiegato per qualcuno ci tira qualcosa da dentro come un vortice che risucchia tutto.
Risucchia ogni singola emozione e dobbiamo porre attenzione a non perdere ciò che è nostro e solo nostro.
Non ho mai creduto nel dare troppo o troppo poco, qual è il metro di misura? Come si può comprendere quando si sta sbagliando? In fondo ognuno di noi ha possibilità diverse e il dare è proporzionato a ciò che le nostre persone possono permettersi.
Allora perché mi ritrovo in questo oblio cosmico, attanagliata dall'orribile pensiero di non essere mai abbastanza?
Credo che chi ci sia intorno influenzi questo essere, non farci sentire abbastanza mai e in nessuna circostanza. Una forma di violenza insomma che negli anni si è perpetuata tra noi giovani e come un fiume in piena trascina tutto con sé.
Una violenza così radicale ed estrema, così tenebrosa e oscura che è sotto il nostro naso ogni giorno, un'aggressività passiva, gentile quasi mostrata con riverenza. Chiunque la guardi è mosso da ammirazione, ma poi? Poi scava profondi voragini nel nostro cuore, trascinandoci a fondo, giù lungo quel fiume in piena travolti da tutto ciò che ci circonda.
Una violenza così temibile che nemmeno i più teneri riconoscono, anzi quasi ne prendono esempio, seguono quei passi aggressivi e minatori di persone che in fondo, hanno subito.
Sono sempre stata del parere che la violenza fosse una conseguenza, non credo nella cattiveria o nel male originale, come un morbo che si insinua dentro la nostra testa. Bensì ho sempre avuto la concezione di traumi che scavavano delle fosse profonde nei nostri cervelli e lasciavano dei grossi buchi profondi e, lì, nel tempo libero la violenza faceva il nido, accolta da quel freddo oscuro.
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Cronache di un pensatore
RandomIl mondo di oggi è duro, è spietato e io sono solo un pensatore che vuole dire la sua!