Vi è mai capitato di ritrovarvi in una situazione completamente discostante dalle vostre aspettative? Vi siete mai sentite come se tutto ciò che vi circondava fosse una bugia?
Eppure ero una ragazza molto tranquilla, davvero, fino a quando non conobbi Jeon Jungkook, il celeberrimo e classicissimo ragazzaccio-bullo che si 'gasa' quando è circondato da altri che non fanno altro che incitarlo a tormentare un povero essere, così considerato da lui, senza palle.
Fino ad allora non sono mai stata considerata da lui, né positivamente né negativamente, sono semplicemente stata ignorata e rimpiango i vecchi tempi in cui l'unico contatto che c'era erano quei fugaci sguardi che ci scambiavamo velocemente nei corridoi e durante i pasti.
Avevamo solo due corsi in comune: letteratura classica e inglese e c'è da dire che in ambedue i casi non se la cavasse malaccio, anzi, molte volte veniva pure elogiato, forse per merito o forse per bellezza, e in quei momenti la sua immagina si discostava completamente dal suo comportamento.
Effettivamente Jeon Jungkook era proprio una bellezza più unica che rara e attraeva un po' tutti, ragazze, ragazzi, insegnanti e persino me all'inizio, io che sono forse considerato 'l'essere più asessuato del pianeta' da molti, ma, purtroppo, il suo carattere mi aveva ben presto fatto cambiare idea.
Non lo odiavo, effettivamente stava solo mettendo in atto la legge del più forte di Darwin, in cui il più forte, per incrementare il suo ego, impone la propria superiorità su tutti gli altri, semplicemente non lo sopportavo e mi metteva spesso a disagio.
Ero più attratta dai bravi ragazzi, in particolar modo da Park Jimin, il ragazzo più dolce e gentile del mondo, paradossalmente amico di Jungkook.
Erano legati da una misteriosa storia che nessuno, eccetto loro, ne erano a conoscenza; qualora qualcuno chiedesse a Jungkook il perché lo frequentasse, deridendo questa insolita amicizia, si beccava un bel gancio destro sulla mascella.
Io stessa molte volte mi ero interrogata su ciò ma per validi motivi, me ne ero stata zitta e mi ero tenuta la curiosità.
Curiosità che dovevo continuare a tenermi per me fino alla fine.