Hogwarts era bellissima come sempre.Era il sesto anno che ci tornavo, eppure ogni singola volta aveva avuto su di me il medesimo effetto: completa e pura soggezione.
Il castello si ergeva davanti a noi in tutta la sua eleganza e seppur avesse centinai di anni, sembrava ogni volta rinnovarsi, pronto ad accogliere nuovi studenti. D'altronde, non c'erano due anni ad Hogwarts che fossero uguali, e io non vedevo l'ora di ricominciare e scoprire cosa mi aspettasse questa volta.
Il cielo era limpidissimo, e il chiacchiericcio degli studenti era messo in sordina dall'immensità del luogo, le voci dei miei compagni assorbite dall'ambiente circostante.
La piovra gigante faceva sbucare i suoi tentacoli dal Lago Nero, facendo impazzire i primini sulle barche e il Platano Picchiatore ondeggiava tranquillo con la brezza estiva e sembrava quasi innocuo visto così.
Tutte le finestre del castello erano illuminate da candele e sembrava che Hogwarts ti potesse guardare dai suoi migliaia di occhi. Ricambiai lo sguardo, e in quel momento di frenetica quiete, seppi che ero realmente a casa.Poi una voce mi chiamò.
Padma, affannata, stava inseguendo a piedi la nostra carrozza, cercando di raggiungerla. Non stava avendo successo: i thestreal erano di gran lunga più veloci di lei.
"Ci siamo scambiate le bacchette!" Mi gridò dietro, col fiatone.
Osservai quella che tenevo in mano, e mi accorsi che aveva ragione. Seppure molto simili esternamente, le nostre bacchette erano profondamente diverse: se la sua conteneva un crine di unicorno, la mia era fabbricata con una corda di cuore di drago.
Cercai di allungare la bacchetta verso Padma, mentre lei tendeva la mia, ma era ancora troppo lontana.
Istintivamente gridai: "Accio bacchetta!" E questa volò dalle sue mani dritta nelle mie.Padma si fermò, esterrefatta. "E come faccio io adesso a riprendermi la mia?!" Esclamò.
Avevo agito di istinto, e non ci avevo pensato: effettivamente non era stata un'idea brillante.
"Scusa!" Le borbottai di rimando e sentendo le sue imprecazioni affievolirsi con la distanza la guardai rimpicciolirsi mentre la mia carrozza si allontanava.
"Bella mossa" commentò Seamus, ammiccando alle due bacchette che ora stringevo. Lo fulminai con lo sguardo e riposi con cura quella di mia sorella in tasca: gliel'avevi restituita più tardi.
La mia bacchetta invece sembrava contenta di essersi finalmente riunita alla legittima proprietaria ed emise dalla punta delle scintille colorate. Sorridendo, la misi nell'altra tasca e poggiai la testa sulla spalla di Dean, mentre la carrozza ondeggiava verso la scuola.
★
Il tavolo dei Grifondoro, lo sapevano tutti, oltre ad essere il più rumoroso, era anche quello che si svuotava più lentamente: così, dopo la cena di inizio anno, se io, Seamus, Lavanda e Dean non eravamo gli ultimi a lasciare la Sala Grande, poco ci mancava.
Mentre ci avviavamo verso il dormitorio, trovai Padma con i suoi amici ad aspettarmi impazienti fuori dal portone. Lei tese la mano verso di me, e io le passai la sua bacchetta.
Mi era piaciuto tenerla in ostaggio per un po', lo devo ammettere, e sapere che mia sorella dipendeva da me.
"Sei un idiota" mi disse lei.
Ringraziai.
I miei pessimi amici, forse perché trascinati dalla folla, forse perché erano pessimi amici, mi avevano abbandonata con mia sorella, così mi ritrovai da sola con il gruppetto di Corvonero.
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Knight of Wands
FanfictionParvati, proseguendo il suo percorso scolastico per diventare una veggente, sarebbe la migliore della classe in Aritmanzia, se solo non dovesse contendersi il titolo con Micheal Corner, il fastidioso amico di sua sorella.