Il mio inferno

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Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi persi, mordendomi le dita,
In una selva selvaggia, aspra e forte,
Dove aleggia, potente, l'odore della morte.
E leggo in lontananza un'incisione
su una porta che pare una canzone:
"Per me si va nella città dolente,
Lì dove il piacere è totalmente assente,
Fate attenzione alle anime perdute
Che nei peccati sono ormai cadute"
Ma non ho una guida come fu per Dante,
Così, per seguire questa strada incostante,
Tenterò di conservare il mio intelletto,
Sperando di non essere in difetto
Con le anime malate,
Che si sono dissociate dai ricordi della vita,
Scritti con una matita su una tavola di pietra,
Spaccata e ricucita dai peccati dei dannati,
Che si sono rassegnati a un'esistenza di dolore
Dove ogni colore muore.

Oh mio dio salvami tu
Mentre volo verso Lourdes,
Dimmi che t'importa ancora
Di sentire la mia storia,
Perché senza la tua gloria
Muoio dentro ad ogni ora.
E incastrato nell'inferno
E nel suo triste eterno inverno,
C'è il tuo angelo di luce
Che il cuore si ricuce,
Per provare a ritrovare
La sua strada per volare.

E per attraversare quel putrido fiume
Al vecchio Caronte getterò una fune,
Per non farlo più incrucciare,
Così mi potrà accettare.
E quando passerò attraverso gli inferi
Forse sentirò torcersi le visceri,
Ma ho bisogno di trovare
Le mie stelle colorate
Tra i papaveri di sangue
E la  mia pena che mi langue.

Angel Samàel, mio amore,
Non scordare il mio dolore,
Lasciami qualche colore
Che ti porto a Medjugore,
E verrei persino in chiesa
Anche se ho una fede tesa
Perché ho un dio a cui non importa,
Non finché non sarò morta.
Ma può essere riaccesa
Questa fede mezza arresa,
Ché mi basta un tuo sorriso
Per sentirmi in paradiso.

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